Fulvio Bufi, Corriere della Sera 26/05/2012, 26 maggio 2012
I FINTI POVERI CON LO YACHT E I 6 MILIONI DEI NEOMELODICI —
Da una parte d’Italia quelli che dichiaravano redditi annui di cinquemila euro ma stavano al timone di barche e maxi-yacht da 150 o 200 mila in laguna a Venezia. Dall’altra parte, a Napoli, due cantanti neomelodici che avrebbero evaso il fisco per sei milioni di euro. In laguna la Guardia di Finanza ha segnalato 11 persone (sulle 135 imbarcazioni controllate durante i 9 giorni di America’s Cup): imprenditori, per lo più del Nord, tra cui alcune donne. Tra coloro anche «comandanti» che con redditi annui da 10 a 30 mila euro avevano noleggiato yacht da 100-200 mila euro a settimana. Su di loro verranno effettuati accertamenti fiscali. A Napoli invece, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha sottoposto ad accertamenti Tommy Riccio e Antonio Ottaiano, incrociandone le dichiarazioni dei redditi con i dati raccolti esaminando conti bancari e contratti per spettacoli, serate, apparizioni televisive, nonché vendite di dischi e passaggi radiofonici dei loro brani. E ha ravvisato numerose incongruenze, come, per esempio, l’auto di Riccio intestata alla madre che non ha nemmeno la patente. Le Fiamme Gialle non hanno fornito un dato che specifichi come i sei milioni sarebbero da suddividere tra i due, che in attesa di verifiche possono continuare l’attività senza dover mettere mano alla tasca. Un’attività che nel loro campo li ha resi comunque dei personaggi. Su quanto i neomelodici possano dirsi rappresentativi della musica napoletana, gli specialisti del settore hanno discusso molto, soprattutto negli anni passati, quando il fenomeno cominciò a uscire dal giro dei soli matrimoni e delle feste patronali per entrare in un circuito fatto di sale d’incisione ed emittenti locali. Se ne sono interessati anche esponenti autorevoli della televisione, come Carlo Freccero, che per la Rai realizzò il programma «Napoli che passione», o Maurizio Costanzo che ai neomelodici dedicò una puntata del suo «Show» in onda su Canale 5.
Moltissimi, però, sono rimasti ancorati a realtà locali, in certi casi addirittura di quartiere. E così di Tommy Riccio il brano più conosciuto resta ’Nu latitante («’Nu latitante è ’na foglia int’o viento/nun pò alluccà, nun pò di’ so’ innocente»: un latitante è una foglia al vento, non può gridare, non può dire sono innocente). E di Antonio Ottaiano i fan ricordano, come punto più alto della sua attività canora, un duetto con la pornostar Jessica Rizzo. Insieme incisero il brano Passerotto napoletano (Lui: «Io pensavo d’essere un amante consumato/ma tu sotto a ste lenzuola quante cose mi hai imparato». Lei: «Mordimi e stasera/sarò la tua sfogliatella»).
Fulvio Bufi