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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

I FALSI AMICI DELLA DIFFERENZIATA – 


Italiani ricicloni. L’83% degli italiani differenzia regolarmente carta e cartone, così come vetro e plastica (fonte: Ipsos per Comieco ). Ma non basta.

Risultati sorprendenti. Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco: «Per fare una raccolta differenziata di qualità non basta infatti solo la buona volontà, ma occorre imparare a gestire correttamente la raccolta, in modo da ottimizzare gli sforzi e ottenere risultati migliori. Qualche esempio? Il contenitore della pizza, ad esempio, va gettato nell’indifferenziata in quanto è carta sporca di cibo. Stessa fine dovrebbero fare tutti i tovaglioli usati e in generale qualsiasi tipologia di carta o di cartone che contenga residui di cibo o che sia sporca. […] Se ciascuno desse il proprio contributo, si potrebbero ottenere risultati sorprendenti: un’intera discarica potrebbe essere evitata se ognuno di noi differenziasse correttamente dal resto dei rifiuti due scatole di pasta, due giornali, due riviste, uno scatolone di cartone, due sacchetti, due portauova. Si raccoglierebbero così circa 120.000 tonnellate di carta e cartone, che grazie alla raccolta differenziata, tornerebbero ad essere una risorsa per la nostra economia».

Rifiuti buoni. Fare la raccolta differenziata senza errori è fondamentale per ottenere rifiuti “buoni”, in grado cioè di essere riciclati completamente, e risparmiare. Un Comune infatti può veder tornare in discarica un carico di rifiuti perché “inquinato” da materiale non conforme al riciclo, spendendo così il doppio: una prima volta per portare il carico all’impianto di riciclaggio, una seconda per ritirare il carico e avviarlo allo smaltimento.

Carta. Sette italiani su dieci differenziano correttamente le riviste e la carta stampata in generale, così come i volantini pubblicitari (il 66%). Un italiano su due dichiara di gettare nella differenziata gli scontrini, il 27% la carta sporca di cibo, il 25% i giornali ancora avvolti nel cellophane (25%) e il 17% i fazzoletti di carta (fonte: Ipso per Comieco).

Gli scontrini. Non vanno nella carta, ma nell’indifferenziato perché sono fatti di una carta speciale, detta termica, i cui componenti reagiscono al calore e creano problemi di riciclo. Lo stesso per le ricevute delle carte di credito, per la carta chimica dei fax, per quella auto-copiante o quella carbone.

Il cartone della pizza. È di cartone, ma è sporco di cibo: va nell’indifferenziato. Gettato con la carta, contaminerebbe il processo di riciclaggio. Lo stesso per la carta oleata (quella che contiene focacce, affettati, formaggi) o quella sporca di sostanze velenose, vernici o solventi.

Il cellophane. Le riviste col cellophane che prendiamo in edicola o spesso ci troviamo nella cassetta della posta vanno separate: le riviste con la carta, il cellophane con l’indifferenziato.

I fazzoletti di carta. Nonostante siano “di carta”, una volta usati, vanno nell’indifferenziato.

Grande Piramide. Nel 2011, in Italia, sono state raccolte tonnellate di rifiuti in plastica pari a sette volte il volume della Grande Piramide in Egitto e a due volte il peso dell’Empire State Building (dati Corepla ).

Errori vistosi. Walter Facciotto, direttore generale del Conai , al Corriere della Sera: «Bisogna sottolineare che la raccolta differenziata è strettamente limitata ai soli imballaggi: e in questo senso gli errori più vistosi li registriamo tra i manufatti in plastica: giocattoli, articoli per la casa, articoli di cancelleria, da ferramenta e giardinaggio, piccoli elettrodomestici, qualsiasi oggetto in plastica o con parti in plastica, viene erroneamente buttato nella raccolta differenziata ma, per fare un esempio, una bambole o giochi in generale, sono prodotti con differenti polimeri, non riciclabili».

Piatti e bicchieri di plastica. Novità per piatti e bicchieri di plastica. Dal 1° maggio piatti e bicchieri monouso possono essere buttati con la plastica (prima andavano nell’indifferenziato). L’importante però, per non compromettere il processo di riciclo, è svuotarli sempre di ogni residuo di cibo, solido o liquido.
Giocattoli, grucce, custodie dei cd e i materiali che non hanno la scritta PET (o PETE)finiscono invece nell’indifferenziato.

140 mila. Sono le tonnellate che si stima verranno recuperate grazie al conferimento di bicchieri e piatti monouso con gli imballaggi in plastica.Non facciamoci ingannare dal nome.

Falsi amici. Secondo Astra Ricerche , nel Nord Italia, il 61,4% differenzia insieme al vetro i “falsi amici”, cioè oggetti che sembrano di vetro ma che non possono essere riciclati insieme.

Danno al ciclo produttivo. Facciotto: «Si crea un grosso danno al ciclo produttivo, soprattutto buttando ceramica e pirex in mezzo al vetro. I detector non riconoscono le particelle di ceramica, pur essendo macchine molto sofisticate, e quando il vetro viene triturato e compresso, anche la ceramica, che fonde a una temperatura differente dal vetro, viene inglobata nelle nuove bottiglie. Queste bottiglie però, che contengono particelle differenti dal vetro, possono scoppiare, sono a rischio».

Occhio al pyrex e al cristallo. Oltre alla ceramica, non vanno nel cassonetto del vetro neppure il pyrex e il cristallo. All’apparenza sono simili al vetro, ma in realtà non lo sono.

Le lampadine. Vanno consegnate ai negozianti, buttate negli appositi contenitori o portate alle isole ecologiche, così come le lastre di vetro delle finestre o gli specchi.

Il polistirolo. Verrebbe da buttarlo con la plastica, anzi no, con la carta. E allora? Controlliamo sempre le indicazioni del Comune di residenza perché il polistirolo, in alcuni casi, si getta con la carta, in altri nella plastica (es. Milano), in altri ancora nell’indifferenziato (es. Roma).

App. Messer Viro è un’app gratuita per iPhone e iPad: cliccando sui prodotti che cadono dall’alto e scegliendo quelli da inserire nel sacco tenuto da un personaggio, insegna a differenziare correttamente i rifiuti. Per Android, invece, c’è Raccolta rifiuti: un’applicazione che, disponendo di una lunga lista di oggetti con i codici di riciclaggio, permette di trovare la giusta collocazione per l’oggetto da buttare.