Gianluca Roselli, Libero 27/5/2012, 27 maggio 2012
L’UOMO CHE HA INVENTATO BEPPE E RIESCE A FARE PIÙ PAURA DI LUI
Ogni guru ha il suo guru. Quello di Beppe Grillo è Gianroberto Casaleggio. Aria da fricchettone-yuppie, con tanto di capello lungo e arruffato e occhialino alla John Lennon, ma sempre in giacca e cravatta, Casaleggio è colui che, con la sua società, la “Casaleggio e associati”, si è inventato il personaggio Grillo, che gli cura il blog (facendolo diventare uno degli indirizzi più cliccati del pianeta), che ha ideato i suoi raduni in giro per l’Italia, compreso il Vaffa Day. E che oggi è nell’occhio del ciclone perché sta mettendo il becco nelle scelte del neo sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Ci sarebbe lui, infatti, dietro il no del comico genovese alla designazione di Valentino Tavolazzi come city manager del capoluogo emiliano. In realtà Grillo e Tavolazzi hanno rotto da tempo, ma sembra comunque che l’influenza di Casaleggio sui futuri assessori sarà rilevante.
Raccontano, infatti, che Grillo non muova un passo senza prima consultarsi con Casaleggio: si sentono una media di tre volte al giorno e, secondo i grillini (che iniziano a mal sopportare questo personaggio), lui è l’unico in grado di influenzare le scelte di Beppe. Tanto che ieri anche nel Pd si sono posti ufficialmente la domanda. «Grillo deve spiegare se lui e il M5S sono completamente autonomi o se sono condizionate da Casaleggio. Quali sono i rapporti tra il movimento e la società di marketing milanese?», si chiede il dalemiano Matteo Orfini.
Davvero uno strano personaggio questo Casaleggio. Classe 1954, milanese, perito informatico con qualche esame dato a Fisica, ha lavorato in Olivetti al tempo di Roberto Colaninno, fino a diventare amministratore delegato della Webegg, azienda leader nel settore della «consulenza delle aziende e della pubblica amministrazione in Rete» del gruppo Telecom, allora nelle mani di un altro dei bersagli preferiti di Grillo, Marco Tronchetti Provera. Nel 2004 si è messo in proprio con un gruppo di soci, tra cui Enrico Sassoon, ex giornalista del Sole 24 Ore che è stato anche ad dell’American Chamber of Commerce, Mario Bucchich, Luca Eleuteri e suo figlio, Davide Casaleggio. Gli affari gli vanno piuttosto bene. Utile di 668 mila euro nel 2007, 807 mila nel 2008, 584 mila nel 2009 e 447 mila nel 2010. Nei primi anni 2000 assiste a uno spettacolo di Grillo. Alla fine lo raggiunge in camerino per dirgli che rompere dei computer sul palcoscenico è roba vecchia: il futuro è solo nella Rete. «Quest’uomo o è un pazzo oppure un genio», dice Grillo. Che deve aver optato per la seconda ipotesi, perché da quel momento i due diventano inseparabili.
Anche Antonio Di Pietro ne rimane folgorato, tanto che gli affida la cura del suo blog. La collaborazione dura alcuni anni, compresi quelli del governo Prodi, dove i portavoce dei ministri ricordano i sermoni di Casaleggio durante le riunioni. Poi lascia Di Pietro per dedicarsi completamente a Grillo. Ed è il suo studio, in via Moroni, nel pieno centro della Milano-bene, tra sedi di avvocati d’affari e banche private, a occuparsi di tutto: vaglio dei candidati, organizzazione delle manifestazioni, strategie politiche e di comunicazione, fino alle parole d’ordine da urlare nelle piazze.
A completare il quadro del personaggio c’è anche l’aura mitologica. Amante di Gengis Khan, divora libri di storia e di fantasy (Asimov) e adora Marshall McLuhan, il sociologo canadese secondo cui la comunicazione è tutto. Ma la sua grande passione è la saga di Camelot, con Re Artù, Parsifal e i cavalieri della tavola rotonda. Tanto che nella precedente società Casaleggio teneva riunioni al Castello di Belgioioso, con lo staff riunito intorno a un tavolo tondo. Mentre nel week end l’ideologo del grillismo ama passeggiare nel suo bosco personale, intorno alla sua casa, nelle valli del Canavese, vicino a Ivrea. A cavallo di un unicorno ancora non lo ha visto nessuno.
Gianluca Roselli