Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 28 Lunedì calendario

«Tu hai afferrato la mia vera essenza». Così scrisse Louise Brooks, grande attrice, a Guido Crepax, indimenticabile autore di Valentina

«Tu hai afferrato la mia vera essenza». Così scrisse Louise Brooks, grande attrice, a Guido Crepax, indimenticabile autore di Valentina. Tra i due c´è stato un lungo rapporto epistolare (non si sono mai conosciuti di persona) nato dalla scelta di Crepax di dare al suo personaggio il taglio di capelli (il celebre caschetto) tipico della diva del cinema muto. C´è anche questo nella grande, prima mostra che Roma dedica a Guido Crepax: Valentina Movie verrà inaugurata domani a Palazzo Incontro in via dei Prefetti, 12 (fino al 30 settembre, per info: www.fandangoincontro.it). Curata da Archivio Crepax e Vincenzo Mollica e promossa dalla Provincia di Roma, si presenta davvero come un´occasione unica per entrare nel mondo di Crepax e del suo personaggio, accompagnati dalle sagome a grandezza naturale di Valentina che guidano gli spettatori lungo il percorso. Il primo piano della mostra è proprio dedicato al rapporto di Crepax con Louise Brooks, anche per sottolineare la scelta dell´autore di fare di Valentina un personaggio reale, con una carta d´identità (la residenza era a Milano, l´indirizzo di casa lo stesso del suo autore), un lavoro, un figlio. Vengono poi analizzate le tavole di Crepax, con quella scomposizione delle vignette attraverso la quale riesce a fermare il tempo e le emozioni dei suoi lettori. Una grande sala poi ospita le testimonianze del mondo della moda e della fotografia che Crepax volentieri inseriva nelle sue pagine a fumetti, con una sezione dedicata ai suoi principali lavori pubblicitari. E poi ancora un altro capitolo dell´esposizione racconta il rapporto di Valentina con diverse città: Milano, Venezia, Roma, Praga, Parigi, Amsterdam, Berlino, Pietroburgo e New York hanno fatto da sfondo a situazioni reali od oniriche vissute dalla fantasia visionaria di Crepax. Al secondo piano si accede allo studio di Guido Crepax, suddiviso in due parti: la prima con lo studio reale, con gli oggetti originali che ne facevano parte; la seconda con lo studio disegnato, ricostruito direttamente dalle tavole delle storie di Valentina. Ci sarà anche una parete con due porte disegnate e un buco della serratura vietato ai minori: da lì solo i maggiorenni potranno guardare immagini horror o di particolare forza erotica. Ad accompagnare la mostra i più interessanti video legati all´opera di Crepax (interviste dell´autore o di altri artisti che parlano di lui, tra cui Claudio Abbado, Oreste del Buono e il jazzista Gerry Mulligan) e molte installazioni video. La mostra è accompagnata dal volume Valentina come Louise Brooks: il libro nascosto, edito da Fandango Libri, a cura di Antonio Crepax e di Vincenzo Mollica. Il "libro nascosto" è quello trovato da Mollica raccogliendo le presenze della Brooks (proprio lei, l´attrice) nei fumetti di Valentina. Un fumetto straordinario che, in occasione della mostra di Roma, vede la luce per la prima volta. E poi ecco il carteggio vero e proprio, introdotto da un prologo di Luisa Crepax, moglie di Guido: «Erano i primi anni Sessanta: ci eravamo sposati da poco. Sapevo che Guido teneva la foto di una bellissima attrice del cinema muto nel cassetto del suo tavolo da lavoro. Quando nel 1965, nel quarto numero della rivista Linus, apparve per la prima volta Valentina, non mi meravigliò vedere che i suoi occhi, sotto la frangetta nera, fossero quelli di Louise Brooks. (...) E allora anch´io, per non essere da meno, volli tagliarmi i capelli allo stesso modo e mi coprii la fronte con la frangia. Le nostre esistenze, la sua, di eroina di carta, e la mia, reale, si sono continuamente sfiorate». Quando si arriva poi al contenuto delle lettere, scopriamo che Louise, in questa comunicazione a distanza con un artista che aveva colto così bene una parte profonda di sé, si abbandonava a raccontare le sue vicende private e anche i suoi pensieri più personali, tanto da scrivergli in una lettera del 1976: «Hai portato la pace ai miei ultimi anni. Per 69 anni sono stata freneticamente alla ricerca di me stessa. E adesso tu mi dici che sono un "mito", che benedizione. D´ora in poi mi disintegrerò comodamente a letto con i miei libri, sigarette, caffè, pane, formaggio e marmellata di albicocche».