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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

ROMA - La macchina della spending review si è messa in moto. Con qualche giorno di ritardo sulla scaletta dei tempi previsti, il Commissario per la revisione della spesa per l’acquisto di beni e servizi, Enrico Bondi, consegnerà domani al governo il cronoprogramma degli interventi previsti

ROMA - La macchina della spending review si è messa in moto. Con qualche giorno di ritardo sulla scaletta dei tempi previsti, il Commissario per la revisione della spesa per l’acquisto di beni e servizi, Enrico Bondi, consegnerà domani al governo il cronoprogramma degli interventi previsti. E dopodomani, mercoledì, il Consiglio dei ministri avvierà la discussione sui tagli di spesa affidati ai singoli ministri, che insieme a quelli demandati a Bondi, dovrebbero garantire un risparmio di 4,2 miliardi di euro nel 2012. E insieme al nuovo giro di vite sui conti pubblici, destinato ad alleggerire il prossimo aumento dell’Iva, il Consiglio dei ministri dovrebbe varare anche il nuovo pacchetto di misure per lo sviluppo messo a punto dal ministro Corrado Passera. Il rapporto di Bondi doveva essere consegnato entro il 24 maggio, quindici giorni dopo la nomina del commissario con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Dovrà indicare la tempistica di tutti gli interventi necessari da qui alla fine dell’anno per identificare, valutare e quindi ridurre i costi per l’acquisto dei beni e servizi da parte dello Stato centrale e degli enti locali, sanità compresa. Il piano dei ministri procede su una linea parallela, ed anche questo con un leggero ritardo. Le proposte sui possibili risparmi di spesa nei singoli dicasteri dovevano essere pronte per il 31 maggio, giovedì prossimo, ma dovrebbero essere concordate e definite entro la prima settimana di giugno. Ieri della spending review è tornato a parlare Pietro Giarda, il ministro dei Rapporti con il Parlamento che la sta coordinando. «La spesa potenzialmente aggredibile da subito è di 100 miliardi di euro» ha detto il ministro in un’intervista alla Radio Vaticana, ricordando che nel medio periodo lo stock della spesa su cui è possibile operare «è di circa 300 miliardi». Questi sono rappresentati per un terzo dalla spesa sanitaria delegata alle Regioni (97,6 miliardi), per un quarto dalle altre spese delle Regioni e degli enti locali (71,7 miliardi), per il resto dalle altre spese dello Stato (95,9 miliardi), enti previdenziali, università. Ma per andare ad infilare le forbici così in profondità, secondo i criteri della spending review, bisognerà anche ipotizzare (e non sarà cosa breve, nè semplice) una modifica dei confini dell’intervento pubblico. Limitandosi all’eliminazione degli sprechi e alle innovazioni nell’organizzazione dei servizi, la massa della spesa pubblica su cui si può operare nei prossimi mesi non supera i 100 miliardi di euro. Ed è da qui, ad esempio, che dovranno arrivare i 4,2 miliardi di tagli previsti dalla Direttiva Monti del 30 aprile scorso. I ministri sono già al lavoro e questa settimana in Consiglio dei ministri ci sarà l’ultima verifica, prima dei tagli effettivi di spesa che dovranno essere inseriti nel bilancio di assestamento del 2012. L’obiettivo dei tagli è quello di evitare il rialzo dell’Iva dal primo ottobre, rinviando all’anno prossimo l’aumento, con la speranza di ridurlo rispetto ai due punti già previsti e conteggiati in bilancio. Su base annua i 4,2 miliardi di tagli fatti nella seconda metà del 2012 valgono circa 7 miliardi: a regime l’aumento di due punti dell’Iva ne garantisce 20, quindi potrebbe essere necessario un aumento dell’imposta sul valore aggiunto di poco più di un punto percentuale. «Se arriveremo ad agosto senza certezza che nel 2012 non ci sia l’aumento dell’Iva, rischiamo che la recessione si avviti su se stessa» sottolinea il senatore del Pd, Enrico Morando. Il governo accelera anche sui provvedimenti per favorire la crescita. Dopodomani al Consiglio dei Ministri Passera presenterà un nuovo corposo decreto per lo sviluppo. Nel pacchetto ci sarà la riforma degli incentivi alle imprese, che saranno razionalizzati e concentrati su meccanismi per quanto possibile automatici, come il credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione. Il decreto dovrebbe contenere le misure per l’attuazione concreta dei primi interventi dell’Agenda digitale, e quindi gli investimenti sulla banda larga. Nel nuovo capitolo delle misure per favorire la crescita dell’economia entrano anche le norme del ministro di Grazia e Giustizia per velocizzare le pratiche delle imprese. Mario Sensini