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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

È un piccolo insignificante appalto, «infilato» a pagina 20 di una delibera della giunta della Regione Lombardia del 18 gennaio scorso

È un piccolo insignificante appalto, «infilato» a pagina 20 di una delibera della giunta della Regione Lombardia del 18 gennaio scorso. Si dice che il servizio di «supporto al monitoraggio» per il programma dell’«Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea Spazio Alpino» è stato appaltato alla Soges di Torino per 25.960 euro in 4 anni. L’oggetto della commessa non è chiarissimo né importante. È più interessante chi se l’aggiudica. La Soges è un’azienda torinese di consulenza direzionale. Non ci sarebbe nulla da aggiungere se non fosse che è gestita (e posseduta al 50%) da uno dei più cari amici di Roberto Formigoni, Alberto Perego, 64 anni, convivente, compagno di capodanni, barche e viaggi, come ha raccontato Pierangelo Daccò. E se non fosse che quel mini appalto non è l’unico con la Regione. Ce ne sono altri, di ben altra entità. Non è un giudizio sulla regolarità delle assegnazioni o sulla competenza della Soges, è un fatto: si finisce sempre lì quando si osserva da vicino l’attività degli amici del Celeste. Si finisce, cioè, in quella fitta foresta di affari e incarichi all’ombra della Regione. Perego non è uno qualsiasi, lo sanno bene all’Istituto nazionale di genetica molecolare o alla società Sviluppo Fiera, entrambe partecipate dalla Regione che ha spedito l’amico di Formigoni in consiglio di amministrazione. Da vent’anni Perego vive con il governatore nella casa milanese di via Villani assieme a una manciata di Memores Domini, laici ciellini riuniti in un’associazione riconosciuta dalla Santa Sede nel 1988. Castità, povertà, obbedienza, dedizione totale a Dio vivendo nel mondo. Alla mattina presto pregano, per lavare i piatti fanno a turno, poi ognuno prende la strada dell’ufficio. Gli affari spesso li riuniscono e, come i moschettieri, sembrano dettati dal «tutti per uno, uno per tutti». «Sono tutti miei amici», dice a verbale Daccò, il mediatore amico di Formigoni che assieme al collega Antonio Simone, anch’egli storico amico del governatore, gestiva le relazioni (e i fondi neri) di alcune strutture sanitarie private (Maugeri, San Raffaele) con gli uffici della Regione. Tutti amici, tutti in vacanza, paga Daccò. E con Formigoni non mancava mai Perego, nemmeno nel famoso Capodanno 2010/2011 a Saint Martin, quello del volo privato da 100 mila euro. Anzi erano intestati a lui, dice Daccò, i contratti fittizi (36.000 euro al mese) che giustificavano l’uso esclusivo di una barca, l’«Ojala», per quattro mesi nell’estate 2007. Daccò sostiene che per alcuni voli Formigoni abbia rimborsato i biglietti tramite Perego. Ma poi Formigoni avrà saldato il debito con Perego? Si sa invece che il commercialista-memores ha «pagato» nel 2011 con una condanna in primo grado a 4 mesi (pena sospesa) la falsa testimonianza per aver negato ai pm la paternità (documentata) di un conto svizzero nell’inchiesta Oil for Food. A&A, Amici e Affari. La cerchia è quella ristretta, non sono conoscenti, sono amici di famiglia o addirittura condividono lo stesso tetto. Certo, un conto sono Daccò e Simone, entrambi in carcere e indagati, altra cosa Perego. Li unisce l’amicizia, li divide la legge. A Perego non viene contestato alcunché. La sua Soges, in comproprietà tramite Prime Area Group con un imprenditore di Verbania, è un attore di livello nella consulenza direzionale. Fattura circa 13 milioni, ha organismi internazionali tra i principali clienti, succursale in Romania, rapporti bancari consolidati con Unicredit e Credito Artigiano, un reticolo di controllate più o meno attive nel merchant banking, pubblicità, fiduciarie. Insomma consulenza a 360 gradi. Con Ernst & Young nel 2009 si aggiudica un appalto a procedura aperta della Giunta regionale lombarda: 1,8 milioni per «servizi di supporto per la programmazione comunitaria». Il criterio era quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa ma ne arrivò solo una, quella di E&Y-Soges. Sempre la giunta della regione Lombardia aggiudicò a fine 2010 un altro appalto da 900.000 euro a E&Y-Soges per la programmazione comunitaria. Unica offerta, anche in questo caso, in una procedura negoziata senza gara con il criterio dell’offerta più vantaggiosa. E 900 mila euro era il valore totale stimato dell’appalto, tale quale il valore finale, cioè l’unica offerta che per forza era la più vantaggiosa. Tra il Perego imprenditore e il Perego memores-amico c’è anche il Perego manager. L’Istituto nazionale di genetica molecolare (Ingm) è una fondazione no-profit di ricerca di nuove terapie e strumenti diagnostici per tumori e malattie autoimmuni. I membri del cda sono nominati dal Policlinico di Milano, dai ministero della Salute e degli Esteri, e dalla Regione Lombardia. L’amico di Formigoni da chi sarà stato indicato? Perego ha assunto la carica di amministratore delegato e «sta lavorando con buona volontà» dicono dall’interno. L’ente no-profit, nato grazie a una donazione da 20 milioni della famiglia Invernizzi, remunera la «buona volontà» di Perego con 130.000 euro annui. A&A, Amici e Affari. Daccò, Simone. Oppure Perego. E l’assessore alla Cultura (poi dimessosi), Massimo Buscemi, che incidentalmente era sposato con la figlia di Daccò? Qualche volta ci scappa anche il parente da inserire. Cose che capitano. Come l’assessore regionale alla Famiglia Giulio Boscagli, anche lui incidentalmente cognato di Formigoni. Castità, obbedienza, povertà. Ma alla fine anche i memores tengono famiglia. Mario Gerevini