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 2012  maggio 27 Domenica calendario

Quasi un milione e mezzo di contatti in meno di un mese. Nutrizionisti, genitori preoccupati, giornalisti, politici, compagni virtuali di scuole americane, cinesi, giapponesi europee

Quasi un milione e mezzo di contatti in meno di un mese. Nutrizionisti, genitori preoccupati, giornalisti, politici, compagni virtuali di scuole americane, cinesi, giapponesi europee... Tutti a scrivere messaggi e a mandare fotografie al blog di quella bambina bionda di nove anni. Perfino Jamie Oliver, il celebre chef britannico, ha scritto un tweet per lei: «Il tuo blog è scioccante ma ispira. Continua così, con grande affetto». E Martha Payne continua, certo. Ogni giorno pubblica sul suo NeverSeconds la fotografia del pasto che offrono nella mensa della sua scuola, la Lochgilphead Primary School di Argyll, Scozia. È da lì che tutto è cominciato, dalla faccia sconsolata davanti a un piatto troppo misero. Martha ha pensato che lamentarsi del cibo con i suoi genitori non avrebbe reso l’idea. Una foto invece sì. Il giorno dopo si è presentata a scuola con una macchina fotografica e Rebecca e Dave Payne hanno visto quello che c’era da vedere: un vassoio con due crocchette (due) di patate, tre fette (tre) di cetriolo, un hamburger piccolissimo dall’aspetto non proprio invitante e un ghiacciolo. Ed era un pasto fortunato... «Mettiamo ogni giorno la fotografia su Internet» ha proposto Martha. Il 30 aprile l’esordio. Il passaparola nella scuola ha aiutato il blog a muovere i primi passi, da lì alle altre scuole scozzesi è stata una specie di «epidemia» e nel giro di quindici giorni il successo è diventato mondiale. Da Washington a Chicago, dalla Spagna a Taiwan, dal Giappone all’Olanda: sono arrivate le fotografie delle mense scolastiche di mezzo mondo, con i commenti dei ragazzi o dei genitori. Hanno scritto esperti di nutrizione e molti chef che lavorano nelle scuole offrendo consigli; hanno postato messaggi le mamme e i papà da ogni dove immaginando cosa avrebbero fatto loro al posto di Rebecca e Dave Payne, gente dal Brasile, dal Venezuela, dall’India, dalla Svezia, dall’Italia ha raccontato della mensa dei figli o delle regole di casa propria. Un successo così inatteso che ha costretto la direzione della Lochgilphead Primary School a una dichiarazione pubblica: «Siamo in piena regola con i valori nutrizionali standard. I nostri menù sono stati concordati con allievi, genitori e insegnanti». La questione, però, è ormai andata oltre la qualità e la quantità del cibo che servono nella scuola di Martha. Il blog ha creato una sorta di discussione globale sulle mense e sul cibo da servire ai bambini e ai ragazzini del mondo. E Martha (con i suoi genitori) passa il tempo libero a incastrare impegni su impegni per questo o quel programma radiofonico o televisivo, per questa o quell’intervista: ai quotidiani inglesi, alla Bbc, ma anche ai media americani. Dal punto di vista pratico tutta questa storia finora ha prodotto il risultato di ottenere più frutta, verdura e pane per i bambini, dopo un incontro tra Dave Payne e il Consiglio comunale di Argyll. Quindi su NeverSeconds non si leggono più messaggi tipo «ho bisogno di concentrarmi tutto il pomeriggio e non posso farlo con una crocchetta..», oppure «uffa, niente ravanelli, forse perché siamo l’ultima classe a essere servita...». Sotto ogni fotografia del blog c’è (oltre al commento di Martha e agli interventi dei lettori) una scaletta che descrive il cibo fotografato secondo il Martha-pensiero: un punteggio per definire la gradevolezza (su una scala da uno a dieci), il numero dei bocconi che servono per mangiarlo, il prezzo, la classificazione (piatto principale, unico, primo, secondo), quanto è salutare (da uno a dieci) e, ultima opzione, il numero dei capelli inclusi nel pasto. «Mio padre dice che dovrei chiamarmi Veritas Ex Gustu» scrive Martha nella home page presentandosi al suo milione e mezzo di contatti. «Sarà anche giusto ma chi conosce il latino? Perciò chiamatemi Veg». Fra le sue fan una signora che si qualifica come «la mamma di Lily» le scrive «Cara Veg non tutte le scuole hanno la mensa», e le manda la fotografia di una scatola con un pasto preparato da lei per la sua bambina: un panino integrale con formaggio e insalata, pomodorini, frutta e un muffin. «Una soluzione molto intelligente» commenta la piccola star delle mense. Un futuro da nutrizionista. Giusi Fasano