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 2012  maggio 27 Domenica calendario

«Grillo? Da noi non mette bocca, statene certi». Nella repubblica grillina di Mira, 35 mila anime nel Veneziano, il neosindaco Alvise Maniero, 26 anni (il più giovane d’Italia), una manciata di esami per approdare alla laurea in Scienze politiche, si sente al sicuro dalle scorrerie verticistiche del comico guru e del suo braccio destro ed eminenza grigia Gianroberto Casaleggio

«Grillo? Da noi non mette bocca, statene certi». Nella repubblica grillina di Mira, 35 mila anime nel Veneziano, il neosindaco Alvise Maniero, 26 anni (il più giovane d’Italia), una manciata di esami per approdare alla laurea in Scienze politiche, si sente al sicuro dalle scorrerie verticistiche del comico guru e del suo braccio destro ed eminenza grigia Gianroberto Casaleggio. «Qui di casi Tavolazzi non ne possono capitare...», assicurano i consiglieri comunali di Cinque Stelle che, anagrafe alla mano, potrebbero essere scambiati per una scolaresca (un caso per tutti: tra gli eletti spicca Michele Pieran, 18 anni, che frequenta l’ultimo anno del liceo e ha anche assunto il ruolo di portavoce del primo cittadino). Anzi, il clamore delle tensioni parmigiane, con il corto circuito tra il sindaco Pizzarotti e la coppia Grillo-Casaleggio sulla nomina a direttore generale di Valentino Tavolazzi, espulso mesi fa dal Movimento, ha lasciato di stucco i grillini di Mira: «Senza entrare nel merito della vicenda — spiegano —, ci è parso strano che scoppiasse un caso del genere. Grillo non lo abbiamo praticamente mai sentito, se si escludono i due comizi fatti in paese e che hanno rappresentato la voce più robusta della nostra campagna elettorale, costata non più di 2 mila euro». Sono giovani, per loro stessa ammissione piuttosto inesperti, ma su un punto non transigono: «La nostra autonomia è e dovrà essere totale. Grillo è un punto di riferimento, il nostro megafono, e il suo filtro è fondamentale per evitare che qualcuno, senza averne requisiti, possa approfittare del simbolo di M5S, ma qui governiamo noi». Non si aspettavano di strappare Mira al centrosinistra, dopo un primo turno che ha visto il sindaco uscente Michele Carpinetti issarsi fino al 43% contro il 17% di M5S, ma adesso hanno intenzione di capitalizzare la grande occasione. «Chi ha vinto qui? Se noi o l’effetto Grillo? Noi ci siamo dati molto da fare, abbiamo battuto le strade e fatto conoscere il programma, poi, certo, Beppe ci ha messo altra benzina. Ho tanto da imparare, ma con pazienza e umiltà ce la faremo». A differenza del parmigiano Pizzarotti, il sindaco Maniero non ha il problema del direttore generale: «Non è previsto nell’organigramma comunale». In compenso, la sua avventura amministrativa rischia di partire con il botto, in senso negativo: «È una corsa contro il tempo per approvare il bilancio preventivo, altrimenti rischiamo il commissariamento. Entro il 30 giugno dovrà essere licenziato dal consiglio comunale: è il nostro primo esame». La giunta è praticamente fatta: un architetto all’Urbanistica, un’insegnante delle superiori all’Istruzione, un esperto di conservazione del patrimonio artistico alla Cultura, un poliziotto («ma sa tutto di contabilità» assicurano) al Bilancio. Per l’Ambiente invece ci si affida ai curriculum. «Di sicuro mi abbasserò lo stipendio. Sono eccessivi i 3.600 euro lordi del mio predecessore: 2.500 bastano e avanzano...». Francesco Alberti