Notizie tratte da: Federico Zeri # Cos’è un falso # Longanesi 2011 # pp. 218, 19,90 euro., 26 maggio 2012
LIBRO IN GOCCE
Numero 30 (Federico Zeri, «Cos’è un falso»)
Com’è facile fabbricare un falso
Sudore «Teodoro Riccardi faceva dei falsi medievali in avorio: pettini liturgici, échiquiers, pedine per giocare a scacchi, a dama. Li faceva patinare in due modi: o li metteva dentro dei vasi sotto terra, su cui poi piantava dei rosmarini in modo che le radici del rosmarino facessero la patina, oppure li metteva nel reggipetto di una sua governante grassissima, così che con il sudore diventavano patinati. Era una cosa straordinaria. Ci sono suoi falsi in avorio nei musei americani».
Arazzi «Notate che le culture, come quella gotica, quella feudale, avevano un immenso disprezzo verso la sopravvivenza di alcuni prodotti preziosi. Un esempio: fare un arazzo era un’impresa costosissima. Decine e decine di persone passavano la vita a tessere arazzi che erano come giganteschi ricami. Spesso contenevano fili d’oro e d’argento. Quando il potentato che li possedeva aveva bisogno di argento per battere moneta, li bruciava e recuperava l’argento. Lo stesso accadeva con le preziosissime maniche dei vestiti (a lungo non considerate parte integrante del vestito femminile, per cui erano staccate e applicate indifferentemente su vari vestiti). Se c’era bisogno di fare soldi queste venivano distrutte e gli ornamenti recuperati. Idem per piatti da parata e le oreficerie delle chiese».
Padelle «Nell’alto Medioevo non c’era più un’economia che producesse il superfluo, i cosiddetti beni culturali. Una statua di bronzo veniva fusa per fare padelle, per fare falcetti».
Velo «Quando si aprono le tombe etrusche, si scopre la salma con ancora sopra il velo. Dopo cinque minuti il velo non c’è più, l’aria l’ha distrutto».
Libri «Si dice che il duca di Urbino si rifiutasse di leggere libri stampati poiché non erano degni di lui. Li leggeva solo se il miniatore aveva miniato intorno al foglio una cornice».
Telefono «Queen Mary, la moglie di Giorgio V, la regina d’Inghilterra, si è sempre rifiutata di parlare al telefono. Parlare al telefono non era degno di una regina».
Screpolature «Fare le screpolature del colore è uno dei più grandi problemi dei falsari; ci sono tantissimi sistemi: uno è dipingerlo a tempera d’uovo, poi metterlo in freezer. Quando è molto freddo va messo in un forno caldo. Ripetendo questa operazione 40 o 50 volte, il colore comincia a screpolarsi».
Hollywood «Poi c’è un falsario misterioso, senese o fiorentino, che ha prodotto una serie di quadri rinascimentali dipinti su intonaco. In una di queste opere vi è una donna rappresentata con i capelli alla garçon e ha un viso – già si sente che Hollywood sta arrivando in Italia – con un’aria alla Clara Bow. Si vede un rapporto tra fronte, sopracciglia, naso, bocca, che è quello di certe dive degli anni Venti; giusto l’epoca in cui questi calcinacci venivano dipinti dal falsario. Di questi affreschi ce n’è una quantità impressionante e stanno tutti nei musei, a Varsavia, Dublino, Washington».
Occhi «In ogni falsario c’è una impossibilità a uscire dalla propria epoca; leggiamo il passato nella chiave del presente, e quando inventiamo il passato lo vediamo sempre con gli occhi nostri».
Michelangelo «Di falsi ne sono stati fatti anche nell’antichità. Nel Rinascimento Michelangelo ha fatto un falso: un Cupido dormiente, che fu preso per vero, non mi ricordo se da collezionisti o dagli intenditori».
Mondrian «È molto più facile tentare un falso di una pittura antica che di una pittura moderna, anzi direi che quella moderna si scopre immediatamente. Di Mondrian i benpensanti dicono: «che ci vuole a fare un quadro così?», eppure quando appare un falso si riconosce immediatamente. C’è un’unità tra materia pittorica, forma, tra concezione ed esecuzione, che in Mondrian è assolutamente inscindibile».
Picasso «Falsificare un Picasso è praticamente impossibile. Nelle serie di acqueforti di Picasso, la Suite Vollard ad esempio, non il minimo dettaglio è lasciato al caso e mostra una sorvegliatezza e un’abilità manuale addirittura superlative, direi quasi mostruose».
Duomo «In Italia abbiamo avuto devastazioni spaventose; ve ne dico una: Il Duomo di Milano. Il Duomo di Milano, come tutte quante le cattedrali gotiche e come in genere tutte le opere architettoniche medievali, è un edificio grandioso, elaboratissimo. È un capolavoro di elaborazione che vive, viveva in origine, nel rapporto proporzionale fra se stesso e il tessuto urbano circostante. Il Duomo di Milano veniva vissuto da vicino; l’accostarsi a questa cattedrale, fra l’altro, era possibile percorrendo una strada trasversale che sboccava in una piccola piazza. Entrando in questa piazza il Duomo appariva come un miracolo di grandiosità, di potenza: una specie di gigantesco simbolo sacro. In gran parte ha perso questo suo potenziale con l’apertura della piazza del Duomo, per costruire la quale sono state demolite tutte le case sorte nei secoli».
Notizie tratte da: Federico Zeri, «Cos’è un falso», Longanesi, € 19,90