Sabina Rodi, ItaliaOggi 25/5/2012, 25 maggio 2012
Panorama non fa restyling: rinasce – Il nuovo settimanale mondadoriano, Panorama, debutterà nelle edicole fra una settimana esatta
Panorama non fa restyling: rinasce – Il nuovo settimanale mondadoriano, Panorama, debutterà nelle edicole fra una settimana esatta. Il progetto è stato sinora coperto dal più assoluto segreto. Nemmeno la redazione lo conosce interamente, ma solo per spizzichi e bocconi. La maggior parte del nuovo settimanale (non è infatti un restyling, per quanto radicale, ma un vero e nuovo prodotto che, del vecchio periodico, ha solo la parola Panorama della precedente testata, peraltro radicalmente rivista anch’essa, dal punto di vista grafico) è sinora stata tenuta segreta. L’hanno elaborata, sotto la guida implacabile del direttore Giorgio Mulè, Mark Porter (il papà del Guardian e del G2) nel suo ruolo di design consultant e l’art director di Panorama, Roberto Bettoni. Ma siccome il primo numero sarà inevitabilmente grondante di pubblicità il nuovo Panorama ha dovuto essere spiegato, sia pure in parte e con tutta la circospezione possibile, ai maggiori inserzionisti e ai principali centri media che, detto fra noi, sono rimasti molto favorevolmente impressionati. È seguendo queste piste che ItaliaOggi ha potuto analizzare il nuovo prodotto e può adesso far vedere ai suoi lettori le pagine più significative del numero zero di Panorama, graficamente ultimate, anche se, ovviamente, con dei titoli finti. Che il nuovo Panorama di Mulè sia un giornale completamente e intrinsecamente diverso dal precedente lo dimostra anche il nuovo slogan del settimanale. Si accantona il vecchio, glorioso (e falso, perché inapplicabile) motto di Lamberto Sechi: «I fatti separati dalle opinioni» (come se ciò fosse possibile; o anche fosse stato possibile) con il nuovo: «La tua opinione è un fatto». Panorama quindi, e lo ammette subito in modo esplicito, non si dichiara più asettico come una camera operatoria (cosa che peraltro, e fortunatamente, non è mai stato) ma diventa, e vuole essere percepito, come interlocutore del suo lettore moderno e giovane che vive in una società personalistica e post internettiana. Una società dove i fatti e le convinzioni si urtano e si confrontano, in un dibattito incessante, fluido e mai frontale, e dove i toni infiniti del grigio, prevalgono su quelli del bianco e del nero della passata società ideologica e ossificata che è da tempo defunta ma che spesso continua a vivere solo nei media di carta, che dimostrano sempre più di essere incapaci di uscire dallo scafandro dei vecchi schematismi incartapecoriti, rassicuranti per loro, ma anche decisamente fuorvianti. Un altro esempio di questo giornale che cambia completamente, come se fosse un’altra cosa, perché è questa la rivoluzione che esigono i tempi, è anche l’indubbiamente coraggiosa abolizione delle pagine opinionisticamente pedagogiche e inevitabilmente cattedratiche nelle quali officiavano ogni settimana le pur grandi firme del centrodestra che vanno da Giuliano Ferrara a Vittorio Feltri, a Bruno Vespa, a Oscar Giannino. Eliminare, con un colpo secco e senza ripensamenti di sorta tutti i commentatori altamente blasonati del settimanale è stato un atto di inaudito coraggio politico-editoriale che è stato reso possibile dall’autorevolezza (e dalla volontà di utilizzarla) del direttore Mulè che, evidentemente, ha avuto un via libera totale da parte dell’editore che si è reso conto che i restyling non bastano più, ci vogliono le rifondazioni. Mulè non lo ha detto ma deve sicuramente aver pensato che questa sua proposta è all’insegna dell’«o la va o la spacca». Tertium non datur. È finita da tempo l’epoca degli interventi omeopatici e della tiepidezza gattopardesca del «tutto cambi affinché nulla cambi». La crisi che ha investito la carta stampata e, in particolare, i newsmagazines è così grave che, per uscire dalle sue inevitabili e soffocanti strettoie, ci vogliono solo delle decisioni coraggiose, tranchant, che sposano il nuovo, non per nuovismo, ma perché non se ne può fare a meno se non si vuol finire per restare con il cerino acceso in mano. Giorgio Mulè ha detto ai grandi inserzionisti che le parole chiave che hanno ispirato il suo nuovo giornale sono: selezione (dall’alluvione mortificante delle notizie, bisogna essere in grado di estrarre solo quelle che hanno significato e valore); autorevolezza (i commenti e le spiegazioni non debbano mai essere liofilizzati ma debbono essere chiari, circostanziati, precisi e nervosi); originalità (l’attenzione del lettore la si guadagna anche attraverso il suo stupore); multimedialità (al prodotto di carta corrisponde un sito completamente rivisitato che debutterà il 31 maggio prossimo). Non solo: l’intero giornale è reso arzillo e fresco da ripetute twittate che accendono imprevedibilmente le pagine del periodico; positività (il mondo è una tragedia, ma non solo. Panorama scoprirà e farà scoprire anche il «non solo»).