Franco Bechis, Libero 25/5/2012, 25 maggio 2012
IL COLMO: EQUITALIA NON PAGA LE TASSE
La fortuna di Attilio Befera è che gli uomini di Gianni Alemanno hanno il cuore tenero e un po’ di senso delle istituzioni. Perché solo per quel cuore e un po’ di delicatezza Equitalia non ha ricevuto per la prima volta una cartella esattoriale che l’avrebbe fatta vergognare per il resto dei suoi giorni. L’atto di precetto era ormai pronto, senza tanti fronzoli, e stava per inviarlo l’Ama, l’azienda municipalizzata dei rifiuti a Roma. Non uno, ma due. Il primo destinato alla sede legale di Equitalia a Roma, il secondo alla sede centrale di Equitalia sud della capitale. In entrambi i casi il motivo è identico: Equitalia non paga la tassa sui rifiuti. E cioè l’azienda simbolo della caccia agli evasori è a sua volta evasore fiscale. In un caso probabilmente si tratta solo di disattenzione (ma anche quella ai cittadini comuni non viene perdonata). Dal primo gennaio del 2012 Equitalia ha trasferito la propria sede legale. Non ha comunicato la disdetta all’Ama al fine del pagamento dei rifiuti e naturalmente non ha nemmeno comunicato formalmente il trasferimento nella nuova sede, ai fini del pagamento della tassa.
DIMENTICANZE
Risultato: alla vecchia sede è arrivata la bolletta dell’Ama, che nessuno ha pagato. Alla nuova sede non è arrivata nessuna bolletta, perché Equitalia ha omesso di comunicare il proprio trasferimento. Quisquillie, naturalmente.
Un po’ meno quelle relative agli arretrati sulla tassa dei rifiuti di una delle controllate del gruppo di riscossione pubblico: Equitalia Sud, anche lei come numerosi sedi e sportelli nella capitale. Qui i mancati pagamenti della tassa dei rifiuti sembrano più seri. Secondo quanto risulta a Libero la morosità di Equitalia Sud nei confronti dell’Ama ammonta a circa 200 mila euro di arretrati. L’ingiunzione di pagamento sarebbe stata più che giustificata. Una cartella esattoriale naturalmente sarebbe stata irrealistica: l’Ama avrebbe dovuto chiedere ad Equitalia stessa la riscossione, e se Equitalia sud avesse fatto orecchie da mercante, sarebbe stato necessario mettere lì le ganasce fiscali e magari procedere al pignoramento di uno degli immobili di proprietà (sette fabbricati e sei terreni nell’avellinese, un fabbricato in provincia di Pescara e due fabbricati in provincia di Vibo Valentia). Sarebbe stato grottesco e probabilmente anche inutile. Ma - abbiamo detto - gli Alemanno boys hanno cuore e senso delle istituzioni. Mandare in questo momento a Equitalia una procedura esattoriale sarebbe stata la condanna della società presieduta da Befera davanti all’opinione pubblica. Con grande pazienza e nonostante le somme rilevanti in gioco, i dirigenti dell’Ama che avevano più volte sollecitato i pagamenti con lettere formali, hanno preso contatto con i loro colleghi al vertice del gruppo di riscossione pubblica: «Diteci voi che dobbiamo fare!».
Ad Equitalia hanno capito al volo. Scuse formali per il caso della sede legale trasferita e buona la versione di un qui pro quo che ha causato le bollette inevase. Quanto ad Equitalia Sud, quei 200 mila euro verranno presto pagati. Ci sono trattative in corso fra le parti per mettere un a pietra tombale sull’intera vicenda, aggiungendovi anche sanzioni e interessi che non si possono evitare anche se il cliente moroso e un pizzico smemorato porta il nome altisonante di Equitalia.
OPERAZIONE SIMPATIA
Meglio così per tutti, anche se forse una bella cartella esattoriale ad Equitalia avrebbe fatto diventare un po’ più umana e simpatica ai contribuenti perfino il simbolo della odiata riscossione. O almeno avrebbe soddisfatto un desiderio di rivincita che alberga nel cuore di molti contribuenti.
L’azienda presieduta da Befera ha ben chiara la sua impopolarità (che spesso tracima in tragedia viste le continue minacce ricevute e i numerosi attentati subiti). Per cercare almeno di sciogliere il ghiaccio sta provando un’operazione di ammorbidimento con chi riceve le cartelle esattoriali, naturalmente nel limite delle leggi esistenti (che Equitalia deve applicare).
Proprio ieri ha comunicato l’apertura di uno sportello dedicato all’ascolto dei contribuenti in cento città, dopo avere terminato una fase di sperimentazione in dieci città. Si parte subito nella Parma grillina, a Modena, Ancona, Teramo, Cagliari, Sassari, Lucca, Pisa e Perugia. Dal primo giugno anche a Udine, Genova, La Spezia, Imperia, Savona, Varese, Trento, Bolzano, Venezia Mestre e Padova. Entro fine anno in ogni capoluogo di provincia.
MEGLIO LO SPORTELLO
L’idea è quella di risolvere con un colloquio diretto le situazioni più complicate, magari fermando quando è possibile procedure estreme e trovando strade alternative più soft. Nella sperimentazione qualcosa di simile è già avvenuto, e sembra che lo sportello sia davvero utile a sminare. Loro lo fanno per cittadini, adesso sappiamo che il favore si può restituire: apriremo uno sportello dedicato ad Equitalia per evitare che il troppo lavoro e lo stress faccia dimenticare loro di pagare le tasse dovute.
Franco Bechis