http://www.vanityfair.it/news/italia/2012/05/25/corvo-vaticano-paolo-gabriele-libro-nuzzi-mail-vaticano-papa#?refresh=ce, 25 maggio 2012
Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa, è stato fermato dalle autorità vaticane con l’accusa di essere il «Corvo» del Vaticanleaks: avrebbe ottenuto e consegnato al giornalista Gianluigi Nuzzi documenti riservati del Vaticano, pubblicati nel libro Sua Santità (Chiarelettere 2012, 315 pp
Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa, è stato fermato dalle autorità vaticane con l’accusa di essere il «Corvo» del Vaticanleaks: avrebbe ottenuto e consegnato al giornalista Gianluigi Nuzzi documenti riservati del Vaticano, pubblicati nel libro Sua Santità (Chiarelettere 2012, 315 pp., 16 euro). Si tratta di centinaia di documenti che svelano la vita dietro le mura vaticane: le lettere di Dino Boffo, l’ex direttore di Avvenire bruciato da veline di palazzo, quelle di Viganò che, dopo aver fatto risparmiare milioni al Vaticano, è costretto alle dimissioni, le raccomandazioni a Gianni Letta o il problema dell’Ici. Nel libro lo stesso Nuzzi racconta il primo incontro con Paolo Gabriele, che l’avrebbe invitato a Roma tramite un vecchio amico. Al termine di un viaggio in macchina durato un’ora per evitare di essere seguito, il giornalista si ritrova in un palazzo liberty vicino alla Santa Sede. Nella sala vuota trova seduta la sua fonte. Descritto come un cattolico praticante da circa vent’anni al servizio del Vaticano, il «Corvo» spiega subito a Nuzzi perché vuole rendere pubblici quei documenti: perché non ne può più di vedere che la realtà che emerge dai giornali è diversa da quella verificata sulle carte. «Dopo la morte di Karol Wojtyla», confida la fonte a Nuzzi, «ho iniziato a mettere da parte copie di alcuni dei documenti di cui venivo in possesso per la mia attività professionale. Nei primi anni l’ho fatto sporadicamente. Quando vedevo che la verità che emergeva sui giornali e nei discorsi ufficiali non corrispondeva alla verità verificata sulle carte, mettevo da parte tutto in una cartella per poi cercare di approfondire e capire. A un certo punto mi sono fermato e prima di uno dei miei tanti traslochi ho deciso di buttare via quasi tutto. Negli ultimi anni, però, la situazione è peggiorata, l’ipocrisia in Vaticano regna incontrastata. Gli scandali si moltiplicano». La pedofilia, l’inchiesta per riciclaggio allo Ior, le case di Propaganda Fide, il suicidio di Mario Cal, le vittime illustri come il giornalista Dino Boffo o il caso Emanuela Orlandi. «Negli anni mi sono ritrovato con colleghi, amici», prosegue la fonte, «che vivono o lavorano qui in Vaticano. Ci siamo confrontati e abbiamo capito che nutriamo le stesse perplessità, muoviamo le stesse critiche, e ci sentiamo frustrati perché impotenti di fronte ai troppi soprusi, interessi personali, verità taciute. Siamo un gruppo che vuole documentarsi e agire: chi lavora all’Apsa, l’ente che gestisce finanze e patrimonio, chi al governatorato che sovrintende su appalti e forniture, chi alla segreteria di Stato e via via fino alla gendarmeria vaticana. Nessuno conosce tutti gli altri. Da parte mia, ho ripreso a fotocopiare documenti». «Penso che se queste carte diverranno pubbliche», conclude la fonte, «l’azione di riforma avviata da Ratzinger avrà una sua inevitabile accelerazione. La conoscenza determina il cambiamento. E sarà di ristoro per chi subisce in sofferenza e solitudine quanto accade nella curia romana, senza poter intervenire come vorrebbe. L’impotenza è il sentimento più diffuso. Non possiamo fare niente perché non ne abbiamo il potere. Non possiamo fare niente perché certe realtà fanno parte del Vaticano e tutti temono forse che cambiare sarebbe un’implicita ammissione di errore.»