La Stampa 25/5/2012, 25 maggio 2012
I corpi dello scandalo arrivano in Italia - «The Human Body Exhibition» arriva anche in Italia. Una delle mostre più contestate del pianeta dal 5 ottobre al 13 gennaio farà tappa a Torino al Palaolimpico
I corpi dello scandalo arrivano in Italia - «The Human Body Exhibition» arriva anche in Italia. Una delle mostre più contestate del pianeta dal 5 ottobre al 13 gennaio farà tappa a Torino al Palaolimpico. Perché la rassegna portata in Italia da Livenation e le altre dello stesso genere hanno un così lungo strascico di polemiche? Semplice, perché i corpi spettacolarizzati, trasformati documentari 3D per svelare di tutto sono veri. Si tratta di cadaveri di carcerati cinesi non reclamati dalle famiglie. Detta così sembra la solita leggenda metropolitana ma a corredo della mostra è in viaggio verso Torino anche un documento del governo cinese che certifica che si tratta di salme provenienti da «donatori di corpi». Dietro una mostra da choc c’è la tecnica altrettanto choccante della plastinazione una tecnica che partendo dall’imbalsamazione e dalla disidratazione trasforma i liquidi corporei in polimeri che una volta induriti poi possono essere conservati in modo permanente, trattati, lavorati e colorati. «Fino a diventare - secondo i curatori - opere d’arte con funzione scientifica fatti per stupire, spiegare e illustrare le bellezze e le funzioni del corpo umano». Ma non basta rispetto a tutte le mostre di questo genere che ci sono in giro per il pianeta qui vogliono choccare ancora di più. Non basta mostrare come funzionano gli apparati sezionando corpi per spiegare ogni funzione e neppure coinvolgere medici ed artisti in performance che sfidano arte e scienza. Ci sarà anche una sezione che mostrerà gli effetti dello stile di vita contemporaneo come quello della caffeina e della coca cola sulla vescica o che cosa provoca l’osteoporosi. «Il nostro obiettivo - spiegano - è quello di far capire al visitatore che il corpo umano è una macchina meravigliosa e non bisogna abusarne». Vedremo se questa decisione sarà sufficiente per evitare la solita montagna di polemiche. LUCA FERRUA *** E dagli Usa una scia infinita di polemiche e battaglie legali - Battaglie legali, rivelazioni sul traffico di organi, dimissioni nei musei, boicottaggi delle scolaresche cattoliche, dispute Washington-Pechino, proteste di piazza e un diluvio di polemiche sul difficile equilibrio fra etica e scienza: dal debutto a Tampa, in Florida, il 20 agosto del 2005 «The Bodies» (I corpi) infiamma e divide l’America, e il Canada, come raramente una mostra riesce a fare. Da Idaho Fall a New York sono 29 le città del Nordamerica che si alternano nell’offrire a milioni di visitatori di osservare da vicino parti di corpi umani ricavate da 22 cadaveri donati dal governo di Pechino al centro di ricerca dell’Università di Dalian, nel Liaoning, a cui si aggiungono 260 parti di altra provenienza. Sala dopo sala è possibile vedere muscoli, nervi, apparati circolatori, digestivi, respiratori, urinari e riproduttivi, come anche feti abortiti, in un viaggio dentro il corpo umano che appassiona alcuni e disgusta altri. Il procuratore generale della Florida tenta di impedire a priori l’apertura di una mostra-shock e ottiene il sostegno delle autorità sanitarie locali, ma riesce solo a posticipare l’apertura di «The Bodies» di appena 48 ore. Da quel momento avviene di tutto. Il «New York Times» pubblica un’inchiesta sul mercato nero delle salme in Cina, sollevando il sospetto che i corpi esposti abbiano un’origine dubbia, l’Abc dedica una puntata della popolare trasmissione «20/20» allo stesso tema e il Congresso di Washington decide di indagare sull’origine delle parti umane esposte, seguito poco dopo da Andrew Cuomo all’epoca procuratore di New York. Fra coloro che accusano il governo cinese di speculare sulle salme di cittadini morti c’è «Human Rights Watch», secondo cui si tratta di corpi di ex detenuti. Cuomo, dopo due anni di indagine, ammette di trovarsi di fronte ad un muro di gomma a Pechino che impedisce di sapere con esattezza di chi sono le parti offerte ai visitatori. Da qui la decisione degli organizzatori della mostra di cedere alle pressioni legali, scrivendo sul sito Internet di «The Bodies» che «non è possibile verificare in maniera indipendente che i corpi non appartengono a prigionieri giustiziati in Cina», perché tali assicurazioni «si basano solo su affermazioni del governo di Pechino». Per il coordinatore del Museo delle Scienze «Carnegie», tuttavia, non è abbastanza e invocando la propria fede cattolica si dimette il giorno in cui la mostra viene approvata. E’ l’inizio di un altro filone di proteste, che hanno a che vedere con il rispetto del corpo «a immagine e somiglianza di Dio» come recita la Genesi. Le scuole cattoliche di St. Louis boicottano in massa «The Bodies», l’arcivescovo di Cincinnati invita i più giovani a non mettervi piede e quello di Pittsburgh, pur senza condannarla parla di «evento inappropriato nella società». Alcuni vescovi luterani si associano, denunciando la «degradazione del creato». La valanga di disdette, boicottaggi e condanne spinge Elaine Catz, coordinatrice del tour gestito dal Carnegie Science Center a dimettersi, invocando a difesa la necessità di «promuovere la scienza per educare le nuove generazioni». La mostra nel frattempo è diventata itinerante nel mondo, ma la battaglia continua. MAURIZIO MOLINARI