STEFANO GULMANELLI, La Stampa 25/5/2012, 25 maggio 2012
Australia, l’ereditiera del ferro da 1,5 milioni di euro l’ora - A marzo era ufficialmente diventata la persona più ricca d’Australia secondo la classifica di «Forbes»; ora la graduatoria di «Business Review Weekly» (Brw) l’ha eletta «donna più ricca del pianeta»; il prossimo passo – che alcuni commentatori pensano non lontano – sarà la conquista del podio più alto, quello di essere umano con il maggior patrimonio personale al mondo
Australia, l’ereditiera del ferro da 1,5 milioni di euro l’ora - A marzo era ufficialmente diventata la persona più ricca d’Australia secondo la classifica di «Forbes»; ora la graduatoria di «Business Review Weekly» (Brw) l’ha eletta «donna più ricca del pianeta»; il prossimo passo – che alcuni commentatori pensano non lontano – sarà la conquista del podio più alto, quello di essere umano con il maggior patrimonio personale al mondo. Gina Rinehart, 58 anni, australiana, sta scalando il gotha della ricchezza personale a velocità vertiginosa. A spingerla così in alto è il boom minerario australiano, di cui lei è prima protagonista con la sua Hancock Prospecting, la società che – in joint venture con Rio Tinto, seconda compagnia mineraria al mondo – gestisce lo sfruttamento del maggior deposito di ferro del pianeta. È infatti grazie al minerale estratto dagli straordinari giacimenti di Pilbara, nel Nord-Ovest d’Australia, e acquistato nonostante la crisi in quantità e prezzi crescenti dalla Cina, che la Rinehart «vale» ora circa 23 miliardi di euro: 386 volte la fortuna ereditata dal padre nel 1992. Si calcola che guadagni un milione e mezzo di euro all’ora. Un patrimonio comunque ancora lontano dagli oltre 53 miliardi in dotazione al magnate messicano delle telecomunicazioni Carlos Slim. Eppure - assicura Andrew Heathcote, il responsabile di Brw – anche quel divario potrebbe chiudersi in pochi anni; stando al rapporto Generation Next redatto della Banca d’affari Citigroup, che ha censito le iniziative minerarie più potenziali al mondo e non ancora avviate, la Hancock Prospecting è titolare di tre fra i primi dieci progetti di tale lista. A titolo di paragone, Bhp Billiton, la più grande azienda mineraria al mondo, non ne conta nemmeno uno. Il fiuto per le questioni minerarie Gina l’ha ereditato dal padre, il mitico Lang Hancock che, secondo la leggenda, scoprì i giacimenti di Pilbara durante una trasvolata che il maltempo gli aveva imposto di fare particolarmente bassa. L’infanzia e la gioventù trascorse al seguito del padre fra un progetto minerario e l’altro hanno poi conferito a Gina una profonda conoscenza del settore e una forte determinazione. Due qualità che le hanno consentito, già prima che l’odierno boom iniziasse, di aumentare in modo astronomico la fortuna ricevuta dal padre, circa 60 milioni di euro nel 1992. Ma non sono solo le sole e finanziarie a occuparsi di Gina. A parte il suo costante litigio con il governo laburista di Julia Gillard che ha istituito una tassa sui superprofitti minerari e la miniscalata intentata a Fairfax, il secondo gruppo editoriale d’Australia, la Rinehart è finita alla ribalta per la feroce diatriba che la sta contrapponendo a tre dei suoi quattro figli. John Hancock, Bianca Rinehart and Hope Welker infatti - oltre a rimproverarle di non aver tenuto in debita considerazione le loro esigenze di vita (spesso alquanto bizzarre, in verità) - la accusano di volerli tagliare fuori dal trust creato per loro dal nonno, facendo slittare al 2068 la data in cui potranno accedere alla loro quota. I tre hanno lanciato un’azione legale contro la madre, il che ha permesso alla stampa di venire in possesso dei documenti depositati in Tribunale, dai quali emerge un quadro davvero sconsolante dei rapporti tra madre e figli. Per cercare di evitare lo scontro in Tribunale – un sogno per la stampa, un incubo per la Rinehart e la sua azienda – Gina avrebbe ora offerto ai figli la titolarità della loro parte di ricchezza. I ragazzi hanno però rifiutato perché temono le implicazioni fiscali. D’altronde era stata la stessa Gina, qualche mese fa, a dir loro - per convincerli ad accettare un rinvio della data del loro accesso al trust – che se non avessero fatto così, le tasse che avrebbero dovuto pagare li avrebbero messi sul lastrico.