Andrea Scanzi, il Fatto Quotidiano 24/5/2012, 24 maggio 2012
QUELLE STELLE CHE ODIANO O AMANO IL MOVIMENTO
Per Mina, che lo ha pure ospitato in un disco, Beppe Grillo è “il colpo finale. Incontrollabile, sottovalutato, diverso”. Secondo Adriano Celentano, che aveva già aderito al V2-Day (Torino, 25 aprile 2008), “l’idea di infiltrarti tra i perdenti è stata la tua carta vincente! Ormai non ti ferma più nessuno. Le tue cinque stelle illumineranno il Paese”. E per Dario Fo, già dopo il primo V-Day (Bologna, 8 settembre 2007), Grillo era “il giullare di cui c’è bisogno”. Sin dai V-Day, Grillo ha lamentato la pavidità di molti colleghi che in privato garantivano appoggio ma in pubblico avevano paura. Sul palco di Bologna c’erano Leo Pari (autore di “Un Grillo per la testa”), Negrita, Alessandro Bergonzoni. Non molti altri. Ligabue mandò una clip, anche se negli anni successivi si è smarcato (e forse pentito). Una sorta di appello generale è stato il Woodstock 5 Stelle a Cesena, 25 e 26 settembre, Parco Ippodromo di Cesena. Sembrava una fase di riflusso e non ci fu la gara a suonare per lui. Il cartellone era comunque di pregio: Baccini (suo l’inno della manifestazione), Bollani, Gazzè, Silvestri, Bersani (Samuele), Benvegnu, Fabri Fibra e altri. Tra i sostenitori non è mai mancato Cristiano De André, che vede in Grillo un fratello maggiore (è stato testimone del padre nelle nozze con Dori Ghezzi e ha assistito alla cremazione dell’amico al posto dei familiari). Altri due genovesi vicini sono Maurizio Crozza, per certi versi un “allievo”, e Ivano Fossati. Quest’ultimo, rispondendo alla eterna domanda se avrebbe nuovamente prestato La canzone popolare all’Ulivo, disse cinque anni fa: “Preferirei scrivere una canzone a Grillo, anzi un’opera. Al di là delle sue idee, poteva vivere di rendita e non lo ha fatto. Ha rischiato tutto per una nuova carriera. Merita rispetto”. Vicini a Grillo anche Dagospia e, per quanto critici, Antonio Ricci e Stefano Benni (amici di lunga data). Parallelamente, Grillo ha molti nemici. Jovanotti si dissociò dal V-Day sostenendo, con la consueta fumosità espositiva, che “se passassero le idee di Grillo uno come Mandela non potrebbe fare politica”. Alludeva – o voleva alludere – al divieto grillino di fare politica per chi ha precedenti penali (quindi, secondo il fine intellettuale Jovanotti, anche per Mandela). Il cantante non ha mai digerito gli attacchi a Sanremo ’89, quando Grillo lo definì “cureggina”. Anche Fabio Fazio non ama Grillo, reputandolo troppo estremo e cattivo (definizione che, pronunciata da Fazio, abbraccia il 99 percento della popolazione: da Goebbels a Lupo Alberto). Quando Fazio dedicò a De André uno speciale (bello) su Rai-Tre , chiamò quasi tutti gli amici di Faber. Tra i “quasi” c’era anche Grillo, che lo aveva accusato di pavidità (ad esempio nelle interviste con Umberto Veronesi). È un’antipatia significativa, perché abbraccia gran parte del salotto buono di Che tempo che fa, che guarda a Grillo (e ai grillini) come a coloro che osano non accontentarsi dei riti laici dell’Italia illuminata e superiore. Grillo incarna la “colpa” di non rispettare l’egemonia culturale degli intoccabili, che infatti lo rampognano ogni giorno (come Michele Serra, ieri autore di Grillo e ora di Fazio). Inevitabile quindi la scarsa stima dei Nanni Moretti, Serena Dandini, Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Daria Bignardi. Eccetera. Tra i detrattori c’è anche un nemico giurato di Fazio: Daniele Luttazzi. È stato lui a scrivere lucide pagine di critica su Grillo ed è stato ancora lui ad accusarlo di creatività smarrita (quando chiudeva gli spettacoli cantando blues, “per nascondere la mancanza di idee”) e – ahi – di plagio (per una battuta su Wojtyla e Parkinson). Non lo amano Fiorello, lontanissimo per stile (e coraggio?) dai suoi attacchi frontali; e Francesco De Gregori, che tra cuochi di Salò, appoggi a Monti e il brano La storia prestato al Monte dei Paschi di Siena sembra quasi più a destra di Fini (o D’Alema). Nota l’antipatia di Gene Gnocchi, divenuta esplicita con le ultime amministrative a Parma: Gnocchi appoggiava il Pd, Grillo ha vinto e lo ha ridicolizzato sul blog. È probabile che adesso saranno in molti a tentare di salire sul carro (o camper). Grillo è però permaloso, vendicativo. E pare avere buona memoria. “Come la Rete”, urlerebbe lui.