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 2012  maggio 25 Venerdì calendario

Stato estero e insieme istituzione millenaria, luogo dai rituali ancora segreti perfino nel mondo ipermediatizzato in cui siamo immersi, il Vaticano, anche negli ultimi decenni, è stato teatro di misteri e di episodi ancora oscuri

Stato estero e insieme istituzione millenaria, luogo dai rituali ancora segreti perfino nel mondo ipermediatizzato in cui siamo immersi, il Vaticano, anche negli ultimi decenni, è stato teatro di misteri e di episodi ancora oscuri. E di leggende di vario tipo. Una catena di episodi che l’ultimo, clamoroso caso - l’arresto del maggiordomo del Papa 1, per la presunta cessione di documenti segreti - fa tornare d’attualità. Sangue in Vaticano. E’ l’8 aprile 1959, ed è il primo episodio violento avvenuto nella Santa Sede nel Dopoguerra. Una guardia svizzera in congedo, Adolf Rucker, spara prima contro il suo ex comandante, Robert Nunlist, e poi contro se stesso. L’ arma s’inceppa, i due si salvano anche se feriti. Un episodio che ricorda quello che, come vedremo, avverrà quasi quarant’anni più tardi. E che getta un’ombra oscura su un corpo considerato d’elite. La morte di papa Luciani. L’improvvisa scomparsa di Giovanni Paolo I - avvenuta il 25 settembre 1978, dopo soli 33 giorni dall’elezione al soglio pontificio - ha sempre alimentato rumors e dietrologie varie: per elencarle tutte, esiste anche un’apposita voce su Wikipedia. Per la versione ufficiale, la causa del decesso è un infarto miocardico acuto; l’autopsia non è mai stata autorizzata. Ci sono anche inconguenze tra alcune testimonianze e i comunicati ufficiali, sulle ultime ore di Albino Luciani. Delle varie teorie alternative, la più ricorrente è quella che parla di avvelenamento, culmine di un complotto ordito da membri delle alte gerarchie. Perché già dai primi giorni di Pontificato il Luciani aveva espresso la volontà di fare pulizia, anche all’interno della potente Banca vaticana, lo Ior. Il rapimento Moro. Secondo testimonianze dirette, tra cui quella del legale della famiglia Moro Nino Marazzita, durante il sequestro a opera delle Br del presidente della Dc ci fu un canale alternativo di comunicazione col prigioniero. Il "postino" delle lettera tra Eleonora Moro e il marito era un sacerdote, don Antonello Mennini: non si sa se il religioso si sia recato direttamente nel luogo della prigionia, e lui ha sempre opposto - anche alle domande della stessa Eleonora - il segreto confessionale. Ancora, l’ ex senatore della Sinistra indipendente Sergio Flamigni nel suo libro La Tela di Ragno ricorda che dal processo Moro sono scomparse le bobine delle registrazioni telefoniche dal 24 aprile al 4 maggio ’ 78. E si chiede se è da considerare pura coincidenza il fatto che quei giorni coincidano con quelli in cui il Vaticano cercava canali di contatto con le Br e si offriva di pagare un riscatto. Il caso Calvi. Il banchiere dell’Ambrosiano fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il ponte londinese dei Frati Neri. Una morte che subito apparve sospetta. Anche perché intorno al personaggio sono intrecciate molte vicende oscure della nostra Repubblica: la mafia, la P2, ma anche i rapporti tra questi settori e lo Ior, guidato dal cardinale (ora defunto) Paul Marcinkus. La vicenda ha avuto una lunga e complessa coda giudiziaria: nel 2010 la Corte d’appello di Roma ha assolto 2 gli imputati considerati mandanti della morte - di Flavio Carboni, Pippo Calò ed Ernesto Diotallevi - ma ha confermato l’ipotesi dell’omicidio: "Troppi sono i moventi alternativi ipotizzabili - si legge nella sentenza - e troppi i soggetti e le organizzazioni che avrebbero avuto interesse all’eliminazione di Calvi: dalla mafia, alla camorra, alla P2, allo Ior e ai politici italiani (beneficiari delle tangenti o interessati a cambiare l’assetto del Banco Ambrosiano o a mutare gli equilibri di potere all’interno del Vaticano)". In una lettera 3 inviata a Giovanni Paolo II, poco prima di essere ritrovato senza vita sotto il ponte londinese, Calvi scrisse: "Sno stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commesse dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior (...) e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato". Omicidi dentro le Mura. E’ il 4 maggio del 1998, quando Alois Estermann, nominato comandante delle Guardie Svizzere proprio quella mattina, viene trovato morto, ucciso a colpi di pistola, nel salottino del suo appartamento all’interno delle mura leonine. Accanto a lui i cadaveri della moglie Gladys Meza Romero e del vicecaporale Cedric Tornay. Poche ore dopo il portavoce vaticano Joaquin Navarro Valls attribuisce la strage a un raptus del ventitreenne Cedric, a cui Estermann aveva rifiutato una promozione. Nella vicenda, però, emergono dettagli che contrastano con la ricostruzione ufficiale: un quotidiano tedesco ipotizza che Estermann fosse stato una spia della Stasi, il servizio segreto della Germania dell’Est; altre voci, sempre smentite, parlano di una congiura dei nobili svizzeri. Si parla anche di presunta relazioni sessuali: tra Tornay e la moglie di Estermann e anche tra Tornay e lo stesso Estermann. Un anno dopo, però, l’inchiesta interna alla Santa Sede conferma quelle prime dichiarazioni di Navarro Valls, e arriva l’archiviazione 4. La scomparsa di Emanuela Orlandi. Un caso infinito. La quindicenne Emanuela, figlia di un dipendente della Banca vaticana sparisce il 22 giugno 1983. E non viene mai più ritrovata, né viva né morta. Dopo aver seguito molte piste, nessuna in grado di portare a una certezza, nel 2008 arrivano le dichiarazioni di Sabrina Minardi, per un periodo compagna del boss della Magliana Enrico (detto Renatino) De Pedis: secondo la sua ricostruzione la ragazza sarebbe stata rapita dalla Banda per far pressione sul Vaticano per via di alcune operazioni di riciclaggio compiute presso lo Ior. E sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera nei sotterranei di un palazzo vicino all’Ospedale San Camillo. Le ispezioni nel luogo non danno certezze. La Magliana, il sacerdote e gli ultimi sviluppi. Il 14 maggio di quest’anno viene aperta la tomba della basilica romana di Sant’Apollinare in classe che contiene i resti di De Pedis: la speranza è che dentro ci siano quelli di Emanuela. Le spoglie sono dell’ex boss, ma si trovano altre ossa che ora vengono esaminate. Cinque giorni più tardi, ultimo colpo di scena: la Procura di Roma ha iscritto 5 nel registro degli indagati per la scomparsa della Orlandi, con l’accusa di sequestro di persona aggravato dalla minore età dell’ostaggio e dalla sua morte, l’ex rettore di Sant’Apollinare, Pietro Vergari. Fu proprio Vergari a far seppellire "Renatino". Un ruolo, il suo, ancora tutto da chiarire. Oltre la realtà, la fantasia. Non solo episodi veri: anche la letteratura e il cinema si sono esercitati, in vario modo, sui misteri vaticani. Il caso più clamoroso è quello di Dan Brown: il suo super bestseller, Il Codice da Vinci, ipotizza un supercomplotto omicida dell’Opus Dei deviata per nascondere la verità sulla fede custodita per secoli dai templari. Ma il suo romanzo tutto interno ai complotti della Santa Sede è Angeli e demoni: thriller intricatissimo il cui il cattivo è il figlio illegittimo del Papa in carica, deciso a succedergli sul soglio pontificio a qualsiasi costo. Da entrambi i libri sono stati tratti film di successo, entrambi diretti da Ron Howard e interpretati da Tom Hanks. Cambiando completamente genere, può considerarsi un mistero vaticano anche Habemus Papam di Nanni Moretti: al centro della pellicola un Pontefice appena eletto che decide di sparire. Anche se qui la soluzione del giallo è molto "umana" e per nulla fantapolitica. (25 maggio 2012)