Nicoletta Picchio, Il Sole 24 Ore 24/5/2012, 24 maggio 2012
«VOGLIAMO ESSERE PROPULSORI DELLA CRESCITA»
Sintetizza in poche parole: «L’Italia è fatta di imprese speciali che hanno bisogno di un Paese normale» e cioè di un Paese che abbia «regole semplici, affidabili e chiare» e soprattutto «in un numero ragionevole». È la semplificazione della burocrazia secondo Giorgio Squinzi, neo-presidente di Confindustria, la madre di tutte le riforme. Un tassello fondamentale della strategia che dovrà riportare l’Italia a crescere.
Sarà in cima alla lista delle battaglie che condurrà in questi quattro anni, da ora fino al 2016, per ridare slancio all’economia. «Vogliamo che Confindustria sia il vero propulsore della crescita del paese», ha detto ieri pomeriggio, prima del voto dell’assemblea privata che, in modo compatto, lo ha eletto a numero uno della confederazione con il 94% dei voti (1.218, con 81 contrari). La crescita come priorità, quindi, in una fase che vede l’economia in recessione e la disoccupazione che sale. E la necessità più grande, ha detto Squinzi ieri, è «la semplificazione amministrativa e territoriale», con la riforma della burocrazia che «non è più rinviabile».
Occorrono le riforme, come ha ribadito ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Palermo, per la commemorazione della strage di Capaci, mandando un messaggio forte: «Non ci faremo intimidire». Ed è con un riferimento al presidente della Repubblica che Squinzi ha esordito nell’intervento all’assemblea privata, ringraziandolo e sottolineando: «L’Italia ha bisogno di lui e di altri come lui».
L’impegno per la legalità e contro la criminalità organizzata è una delle mission di Confindustria: ed uno degli applausi più forti da parte della platea il neo presidente lo ha ricevuto proprio quando ha ricordato il ruolo e l’impegno di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Oggi Squinzi terrà la sua prima relazione ufficiale da presidente di Confindustria, all’assemblea pubblica, alla presenza di oltre tremila imprenditori, di fronte ad un parterre delle grandi occasioni: una folta delegazione del governo, con il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, che interverrà come è tradizione nelle assemblee annuali della Confederazione; i presidenti di Camera e Senato, leader politici tra cui Angelino Alfano, Pierluigi Bersani, Lorenzo Cesa.
Le linee generali del programma, insieme alla squadra, Squinzi le ha presentate alla giunta del 19 aprile. Serve un paese normale, quindi, con la burocrazia che non sia da ostacolo agli investimenti, come troppo spesso nel nostro paese accade: «Abbiamo enti che si sovrappongono, c’è bisogno di semplificazione amministrativa e territoriale». Ma occorre agire anche sulle relazioni industriali: «bisogna far recuperare credibilità alla contrattazione nazionale e contemporaneamente dobbiamo guardare anche ad una contrattazione legata alle esigenze di produttività delle imprese». Relazioni industriali «innovative», strumento per affrontare le crisi, ma anche per prevenirle, ha scritto il neo presidente nell’elenco delle priorità presentate alla giunta di aprile.
Nel suo mandato, ha sottolineato ieri, darà anche molta importanza alla sicurezza sul lavoro: «un tema cruciale in un processo di crescita del paese. Occorre fare prevenzione, economia del lavoro e costruzione di un vero e proprio sistema di sicurezza». Oltre ad affrontare quei nodi strutturali dell’Italia che frenano lo sviluppo, dal fisco ai costi dell’energia, al rilancio delle infrastrutture, alla ricerca e innovazione.
In questo contesto Confindustria, ha ribadito Squinzi, deve essere «il vero propulsore della crescita». Il progetto del neo presidente è un sistema semplice: per questo, ha aggiunto, è stato deciso di dare vita ad una Commissione (guidata da Carlo Pesenti, ndr) che si assuma la responsabilità di fare la riforma. «L’obiettivo deve essere la realizzazione di un’organizzazione forte e coesa, punto di riferimento per l’Italia che deve tornare a crescere».
Non potevano mancare i ringraziamenti di Squinzi alla presidente uscente, Emma Marcegaglia, con cui il neo numero uno ha condiviso gli impegni, partecipando alla sua squadra nel ruolo di vice presidente per l’Europa.