Maximilian Cellino, Il Sole 24 Ore 24/5/2012, 24 maggio 2012
LA GERMANIA SI FINANZIA A TASSO ZERO
Prestare 99 euro e 86 centesimi oggi per averne indietro cento fra due anni. Avviene anche questo nell’Europa scossa fino alle fondamenta dalla crisi della Grecia e dalla sfiducia degli investitori, sempre più alla ricerca di porti sicuri dove depositare i risparmi. A custodire il denaro in questo caso sarà il Tesoro tedesco, che ieri per l’appunto ha collocato sul mercato uno Schatz (cioè un titolo di Stato a breve-medio termine) a due anni senza cedola e con un rendimento a scadenza dello 0,07 per cento.
La notizia in sé non è racchiusa in queste cifre, ampiamente prevedibili visto l’andamento dei mercati negli ultimi giorni, quanto nella risposta che l’obbligazione ha ottenuto presso il pubblico: Berlino ne offriva (e ne ha collocati) per 4,56 miliardi di euro e ha ricevuto richieste per 7,74 miliardi. In pratica la Germania ha fatto il pieno di adesioni e ha potuto tranquillamente finanziarsi a costo zero per due anni, quando per attirare gli investitori Italia e Spagna devono invece sudare le proverbiali sette camicie e offrire, per durate simili, rendimenti rispettivamente del 3,66% e 4,23 per cento.
La distorsione è evidente, e si può spiegare soltanto con la crescente avversione al rischio che attanaglia i mercati: il timore degli investitori è tale che non si guarda più tanto a ottenere un rendimento, quanto a preservare il capitale. Ed è per questo che si affida il denaro a chi si ritiene più affidabile, anche a costo di guadagnare poco o niente, o perfino di rimetterci qualche centesimo. Il fenomeno, a ben vedere, non è legato soltanto agli Schatz, ma anche a titoli a più lunga durata: sempre ieri la Germania ha collocato 1,29 miliardi di euro sotto forma di Bund a 11 anni legati all’inflazione che offrono un rendimento reale del -0,24%. In pratica, nel 2023 si otterrà indietro qualcosa in meno rispetto al caro-prezzi che si registrerà in questo lasso di tempo.
E non si tratta soltanto dell Germania, perché rendimenti «rasoterra» o addirittura inferiori allo zero si sono registrati in questi ultimi tempi anche per bond sovrani svizzeri, danesi o giapponesi. Per non parlare degli Stati Uniti, che sempre ieri sono riusciti a piazzare sul mercato Treasury a 5 anni a un tasso dello 0,75% (minimo storico) ricevendo una domanda tripla rispetto a quanto offerto. Miracoli della fuga dal rischio, che premia però un Paese con un debito ormai superiore al Pil, ma che evidentemente è ritenuto sufficientemente al riparo dalla tempesta dagli investitori.