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 2012  maggio 24 Giovedì calendario

Greg, generazione futuro il jolly del nuoto per Londra – Il Pellegrino. Belloccio, minorenne, emigrato

Greg, generazione futuro il jolly del nuoto per Londra – Il Pellegrino. Belloccio, minorenne, emigrato. Successi presto, come Federica. Gregorio Paltrinieri detto Greg, 17 anni, generazione nuoto futuro. Si tocca il petto, non sa dove guardare lassù sul podio, ride poi si commuove, borbotta Mameli e poi fa: «Non ci credo». Devi, Greg. Oro in apnea, al comando e senza vergogna nei 1500 stile libero a perdifiato agli Europei di Debrecen in Ungheria. Pass per Londra 2012, terzo tempo mondiale stagionale (14´48"92), quasi 14 secondi in meno del suo record personale. Qualcos´altro baby? «Beh, i Giochi erano il mio sogno. Ora cominciano davvero le responsabilità». Te la sei cercata. Tuffandosi ieri come un matto con tutti i suoi 1.90 metri d´altezza per 77 chili, una spada sottile sottile nell´acqua, anzi un grissino. Così lo chiamava Massimiliano Rosolino: ma il magro non s´è sbriciolato. «Non ho lo sprint, quindi sono partito subito veloce e non m´hanno ripreso». Dietro si è lasciato due ungheresi, Gergo Kis e Gergely Gyurta, quarto Samuel Pizzetti. Hai voglia a inseguirlo. Greg se n´è andato dove voleva, è tornato da dove viene. Dall´acqua. Suo papà Luca, ieri qui con la moglie Lorena, ce lo ha buttato a tre mesi, gestisce una piscina a Novellara, vicino Carpi, provincia di Modena. «Non ne sono più uscito». Ci andava in motorino tutti i giorni da casa, chilometri in vasca da solo. Manco un compagno, e lui figlio unico. «Una certa rottura di scatole». Tanto che a un certo punto il dubbio lo ha avuto: e se scegliessi il basket? Gli piace un sacco, anzi adora l´Nba, anzi i New York Knicks. «Quando Gallinari se n´è andato m´è dispisciuto e mi rompe che adesso non siano ai playoff». Il ragazzino dava bracciate, e le dava bene, quindi niente canestro. Ha iniziato come ranista, poi il passaggio allo stile libero. «A sei anni sono entrato nel circuito agonistico, già un anno prima usavo il gel». Capelli dritti: li ha fatti venire in particolare a Belgrado agli europei juniores 2011 al suo debutto internazionale, quando si è preso un bronzo negli 800 dentro la Tasmajdan, corsie calde e azzurre: là dentro Novella Calligaris fece oro e record mondiale nella prima edizione dei mondiali, anno 1973. Si è messo in luce al Settecolli lo scorso giugno, vincendo l´oro nei 1500, tanto che decisero di portarlo ai mondiali a Shanghai. «Una figuraccia». Diciannovesimo in batteria, come un pesce fuor d´acqua. Aveva il taglio tipico che subiscono le matricole, un´acconciatura da mohicano alquanto orribile, che peraltro poco si addice al suo faccino pulito. «Ero troppo giovane, non ci ho capito niente. Volevo rifarmi e rimediare». Così tanto che a settembre scorso ha lasciato Carpi, una fidanzata, il liceo scientifico Fanti. Ha lasciato soprattutto la solitudine. Si è trasferito nel centro federale di Ostia a Roma, per allenarsi con Stefano Morini, ex tecnico anche di Federica Pellegrini. «Questo oro lo dedico a lui, e ai miei compagni». I due fratelli Potenza, Detti, Pizzetti, Cuoghi. La meglio gioventù del mezzofondo. Con Detti divide casa, ci va a scuola. «Sì, mica ho lasciato. Quarto anno di liceo e vado bene, media del 7, la mattina lezioni, pomeriggio 8 chilometri di vasche. La matematica non mi piace, invece le materie umanistiche sì, adoro storia dell´arte, in particolare l´Ottocento, il Romanticismo». Ma anche il rap e la musica commerciale, la playstation, tifa Juve e Barcellona. «Un idolo? Ian Thorpe». E anche le lasagne, quando torna a Carpi mamma, che lavora in un maglificio, gliele fa trovare. Al magro, all´affamato di cose. Al Pellegrino.