Varie, 24 maggio 2012
Termometro - All’ospedale di Trieste un uomo malato di Sla è morto per un’infezione polmonare
Termometro - All’ospedale di Trieste un uomo malato di Sla è morto per un’infezione polmonare. Il figlio dice di avergli misurato la temperatura con un termometro tradizionale: 39 gradi contro i 37 rilevati dal quello del reparto, di tipo moderno. L’ospedale ha ammesso che l’accuratezza dei nuovi termometri «è inferiore», gli infermieri dicono che spesso si portano da casa quelli al mercurio. (Giulia Ziino, Corriere della Sera 15/5/2012) Dal 3 aprile 2009 il termometro tradizionale non può essere prodotto e venduto in Italia. Motivo: il mercurio inquina. (Nadia Comerci, Sole 24 ore 2/4/2009) Cose da fare se si rompe il termometro e il mercurio (che a contatto con l’aria si trasforma in piccole sfere) finisce in giro: non farlo entrare in contatto con ferite; se viene ingerito mangiare cibi con tante fibre; raccoglierlo con scopa e paletta (il calore dell’aspirapolvere lo vaporizza ed è pericoloso). (Nadia Comerci, Sole 24 ore 2/4/2009) Termometri moderni: digitali con circuito elettronico a batteria da mettere sotto al braccio; con una sonda da infilare nell’orecchio (impiega un secondo a segnalare la temperatura), sempre a batteria; a raggi infrarossi, che funzionano pure a distanza grazie a un puntatore ottico; a forma di ciuccio, da posizionare sopra la lingua per tre minuti circa (misurazione attendibile, ma per ottenere un valore corrispondente alla temperatura cutanea bisogna sottrarre 0,3°C). Andrebbero sostituiti ogni due anni perché col tempo diventano meno precisi. (Nadia Comerci, Sole 24 ore 2/4/2009; Giulia Ziino, Corriere della Sera 15/5/2012) Cose che possono influire sui nuovi termometri: se la stanza è più o meno umida, se la finestra è aperta o il termosifone è acceso o, nel caso del termometro auricolare, se la sonda non è ben pulita. (Giulia Ziino, Corriere della Sera 15/5/2012) Esistono dei termometri in tutto uguali a quelli al mercurio, che però contengono galinstan, miscela costituita da gallio, indio e stagno. La sostanza però aderisce alle pareti impedendo la lettura corretta della temperatura. Per evitare ciò, le pareti interne del termometro sono ricoperte di uno strato sottile di ossido di gallio. (Mara Fausone, L’Alambicco marzo 2012) L’invenzione del termometro è stata attribuita a Galileo Galilei (1564-1642), a Santorio Santorio (1561-1636), a Robert Fludd (1574-1637) e a Cornelius Drebbel (1572-1633). Il termometro per misurare la febbre più simile a quello moderno è stato inventato nel 1868 da Karl Wunderlich, professore di medicina a Lipsia: a mercurio, lungo 30 centimetri, richiedeva più di 20 minuti per effettuare la misurazione. Dopo qualche anno il medico inglese Thomas Clifford Albutt lo accorciò a 15 centimetri. (Mara Fausone, L’Alambicco marzo 2012; Museogalileo.it) Prima del termometro, la temperatura del malato si valutava con la mano: così facendo Ippocrate distingueva tra febbre lieve (calor dulcis) e febbre elevata (calor mordax). Galeno chiamava la febbre «calor praeter naturam» (calore innaturale) e per misurarla contava i battiti del polso. (Mondimedievali.net) Nel Medioevo per capire se uno aveva la febbre si osservava il comportamento dei suoi pidocchi: se scappavano, vuol dire che aveva la temperatura alta e non stava bene. (Mondimedievali.net) Nel 1769 il medico tedesco Benjamin Martin scoprì che la temperatura corporea normale è compresa tra 36 e 37°C. (Giorgio Rivieccio, Dizionario delle Scoperte scientifiche, Bur) Perché viene la febbre. Se ci sono microbi nel corpo, l’organismo produce cellule di difesa: queste rilasciano sostanze (interleuchine) che dicono all’ipotalamo nel cervello di aumentare la temperatura corporea. Così vengono i brividi (che servono a produrre calore) e freddo, causato dalla riduzione di sangue sotto la pelle (vasocostrizione). L’aumento della temperatura impedisce alla maggior parte dei microbi di moltiplicarsi. (corriere.it 2/1/2012) Omero nell’Iliade parla di «febbri di fine estate»; Alessandro Magno morì per una febbre che aveva i sintomi della malaria (già descritti da Ippocrate) e gli etruschi scomparvero probabilmente per la stessa causa. Per primo Marco Terenzio Varrone attribuì le febbri malariche alle paludi. In epoca romana, colpirono anche i soldati di Annibale e, nel Medioevo, contagiarono Vandali e Visigoti. Chi sconfisse in realtà il Barbarossa nel 1167 non fu tanto la Lega Lombarda quanto la malaria, che sterminò migliaia di suoi soldati. Nel Rinascimento di «terzana perniciosa» sarebbero morti papa Alessandro Borgia e suo figlio Cesare. (Giovanni Russo, Corriere della Sera 11/12/2010) A Ilaria D’Amico viene la febbre quando si emoziona per qualche partita della Nazionale. (Raffaella Panizza, Sportweek 19/5/2012) Padre Pio soffriva fin da giovane di ipertermia, squilibrio organico che provoca aumenti improvvisi e violenti della temperatura del corpo. Durante le fasi più critiche nei termometri normali si spaccava la colonnina di mercurio, tanto la temperatura raggiungeva gradazioni elevate; quando più tardi si fece uso di un termometro da bagno, la temperatura segnò anche 48 gradi; in condizioni febbricitanti più acute si raggiunsero anche i 48,5 gradi. Queste fasi duravano uno o due giorni con sete, sudorazione e allucinazioni. (http://www.ilfoglio.org/292/La_santita_di_padre_Pio.htm) La parola “febbre” forse deriva dal latino “ferveo”, “sono ardente”. Si pensa anche che possa discendere dal greco “phebomai”, “mi spavento”, per via dei brividi. (etimo.it) Il mercurio è usato per purificare i frammenti d’oro raccolti nelle miniere. L’Unep, United Nations Environment Program (Unep), programma ambientale dell’Onu, calcola che 1.000 tonnellate di mercurio vengono utilizzate ogni anno nelle miniere d’oro medio-piccole. Perciò ci sono sempre più minatori intossicati: dieci milioni di minatori e le loro famiglie, dall’India all’Indonesia, dal Brasile allo Zimbabwe, soffrono i danni dell’esposizione al mercurio. (Federico Rampini, la Repubblica 16/3/2009) Fino ai primi dell’Ottocento si usava nitrato di mercurio per trattare il feltro dei cappelli. I vapori della soluzione provocavano avvelenamento, che si manifestava con tremori, allucinazioni, insonna, demenza e instabilità emotiva. A questi casi s’ispirò Lewis Carroll per creare la figura del Cappellaio Matto in Alice nel Paese delle Meraviglie. (Wikipedia) La febbre spagnola iniziò nel 1918, terminò nel 1920 e provocò almeno 20 milioni di morti in tutto il mondo (tra cui Egon Schiele, Guillaume Apollinaire e Max Weber). (fonti varie) L’imperatore cinese Qin Shi Huang, che si fece costruire la tomba circondata dall’esercito di terracotta, aveva pensato di far scorrere tra le statue fiumi di solfuro di mercurio (cinabro), propiziatore di immortalità secondo il taoismo. (Fonti varie) Rimedi della nonna contro la febbre: bere brodo di pollo e mangiare aglio; applicare pezze bagnate d’alcool sotto le ascelle; bere latte caldo e miele; tenere in mano una manciata di gramigna. (Fonti varie) A Napoleone, due giorni prima di morire, fecero 600 milligrammi di purga a mase di cloruro di mercurio. Morirono di febbre: Edoardo V d’Inghilterra, Lord Byron, Alberto di Sassonia marito della regina Vittoria d’Inghilterra, Caravaggio, Nino Bixio, François Cliquot produttore di spumante, Giovanna Seymour terza moglie di Enrico VIII, papa Giulio II, Mozart ecc. (Fonti varie)