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 2012  maggio 24 Giovedì calendario

La fondazione “cantiere” del sogno liberale - Non più solo fondazione che punta a promuovere l’eccellenza italiana

La fondazione “cantiere” del sogno liberale - Non più solo fondazione che punta a promuovere l’eccellenza italiana. Il vuoto di rappresentanza nel fronte forzaleghista certificato dal voto amministrativo, il Pd imprigionato nella foto di Vasto e il boom del grillismo spingono Italia Futura e il suo presidente, Luca Cordero di Montezemolo, dopo mesi di gestazione, a immaginare una forma d’impegno politico in vista delle elezioni 2013. Le modalità restano da decifrare. Ieri nella lettera al Corriere Montezemolo lascia il finale aperto: «non ho mai pensato che un mio eventuale ingresso in politica possa fare alcuna significativa differenza per il Paese. La situazione dell’Italia è tale da richiedere il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione (visto il disastro combinato dalla nostra), non di questo o di quel presunto superuomo…». Di certo basta cliccare il sito della fondazione per accorgersi della sua mutazione in incubatore politico: il conteggio degli iscritti (50mila); l’apertura di sedi locali reclutando classe dirigente (imprenditori, manager, liberi professionisti, ricercatori), sotto gli occhi vigili del responsabile territoriale Simone Perillo (ex segretario Generale della Formula One Teams Association) e del coordinatore nazionale Federico Vecchioni (ex presidente Confagricoltura); e la sezione «Cantiere Italia 2013. Costruire un fronte per la crescita», sorta di manifesto programmatico firmato dalle tre «teste» di If: l’economista ex Pd Nicola Rossi, il direttore Andrea Romano (con Rossi condivide un passato di passioni dalemiane) e il manager Carlo Calenda, dg dell’Interporto campano. Con i loro «punti fondamentali» centrati su tasse («un euro meno di incentivi un euro meno di tasse, vincolando le risorse da lotta all’evasione alla riduzione del fisco»), welfare («più inclusivo per donne e giovani») e «riduzione dello spread tra casta e cittadini». Sotto al «Cantiere» ci sono invece «le idee di Italia futura». E’ qui che si trovano le analisi su giovani, lavoro e precariato di Marco Simoni della London School of Economics o di Irene Tinagli, sulla Pa da riformare di Alberto Stancanelli, sui «due decenni persi» nelle infrastrutture e l’urgenza della banda larga di Enrico Cascetta del Mit di Boston, o sulla «cultura motore di sviluppo» del curatore e critico d’arte Francesco Bonami. L’ambizione è coagulare quel blocco di professionisti e produttori riuscendo nella rivoluzione liberale che Berlusconi ha promesso e mai fatto. La lettera al Corriere riecheggia il programma di Forza Italia del 1994: meno tasse per tutti, taglio della spesa pubblica e dimagrimento dello stato. Simili anche gli accenni liberisti e anti casta, la selezione dal centro dei dirigenti regionali e locali e il forte appello alla società civile, chiamata ad impegnarsi per cambiare il paese. «È indubbio che If nasca anche sul fallimento di Forza Italia. Cercheremo di realizzare le riforme modernizzatrici e anti corporative che costituivano il loro manifesto politico», ammette lo stesso Rossi. E questo apre il fronte sulla collocazione di If, chiamata a fare slalom tra un Pd impermeabile, il centro «geloso» di Casini e un fronte moderato dove si è aperta una grossa prateria ma piena di trappole (Berlusconi vorrebbe fagocitare Montezemolo che però ne teme l’abbraccio, dopo averne criticato l’immobilismo). «Parliamo di contenuti, i contenitori verranno…», prende tempo il presidente della Ferrari. Tra le proposte più recenti c’è ad esempio quella sul finanziamento ai partiti in cui lo stato riconosce ai cittadini un credito d’imposta pari al 50% che ognuno può versare con un limite massimo di 5 mila euro. E altri due progetti «liberisti»a cui sta lavorando Rossi sul disboscamento della burocrazia e la dismissione del patrimonio pubblico, i cui incassi dovranno servire ad abbattere il debito. Ovviamente sui programmi (e le intenzioni di Montezemolo) se ne capirà meglio a luglio, alla convention di If, quando sfileranno intellettuali e imprenditori. Ci sarà forse Michele Boldrin di NoisefromAmerika, il cenacolo dei prof italiani che insegnano negli Usa. Ci sarà l’Ibl di Alberto Mingardi (Nicola Rossi ne è presidente) e la fondazione Glocus di Linda Lanzillotta, testa di ponte verso i delusi del Terzo Polo. In attesa di autunno e della campagna elettorale…