Marco Livi, ItaliaOggi 23/5/2012, 23 maggio 2012
IL (Sole 24 Ore) fa incetta dal Foglio. Puntando anche a Ferrara – Nelle intenzioni del direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, il mensile allegato IL doveva diventare l’Economist delle nostre classi dirigenti
IL (Sole 24 Ore) fa incetta dal Foglio. Puntando anche a Ferrara – Nelle intenzioni del direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, il mensile allegato IL doveva diventare l’Economist delle nostre classi dirigenti. Così si sarebbe finalmente allineato al quotidiano. La parola d’ordine si era subito tradotta, dopo l’uscita di Walter Mariotti (trasferitosi alla vicedirezione di Panorama), nella scelta di un nuovo direttore, Christian Rocca. Conosciuto per i suoi commenti platealmente neo-con dagli Stati Uniti, sul Foglio, senza alcuna esperienza di periodici e di cucina dei giornali in generale, il prescelto, per fare l’Economist italiano, ha provato a farsi notare portando una bella testa mozzata in edicola, nella cover-story dell’ultimo numero firmata Roberto Saviano e dedicata alla mafia messicana. La «grande scossa» che ne doveva sortire si è tradotta in un boomerang: le edicole hanno trovato un motivo in più per tener nascosto il mensile e gli utenti pubblicitari della moda, che finora avevano sostanzialmente mantenuto l’allegato del Sole, non hanno gradito per niente lo shock. Ma anche la stessa svolta politica del mensile non piace. Bisogna considerare, oltretutto, che il mondo della moda tende per definizione al radical-chic. Miuccia Prada, per dire il caso più clamoroso, è stata tra gli editori del quotidiano comunista francese Libération. E basta vedere le campagne d’immagine dello stesso Bernard Arnault, che guida il gruppo del lusso Lvhm. Per non parlare dei riferimenti quasi ossessivi di tanti marchi alla celebratissima estate dell’amore e alla cultura e ai personaggi degli anni Sessanta. Figurarsi come un mondo del genere può prendere l’idea di mantenere un mensile patinato dei foglianti! Oltre a Rocca e a tanti collaboratori del quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, si è appena seduto alla guida di IL anche Daniele Bellasio, già vicedirettore del Foglio. Bellasio ha preso il posto di Paolo Martini, consulente editoriale di IL fin dalla fondazione, riparato precipitosamente al Corriere della Sera, al fianco di Pier Luigi Vercesi per il rilancio di Sette, dove cura, tra l’altro, il nuovo inserto televisivo. Ora il tandem dei foglianti Rocca&Bellasio tenta il colpo grosso, ossia di portare come firma su IL lo stesso Giuliano Ferrara che sarà presto escluso dalla super pagata vetrina opinionistica che ha da anni su Panorama nella imminentissima nuova formula mondadoriana che sta varando l’ottimo direttore Giorgio Mulè, finalmente privo di inciampi. Chissà però se l’elefantino gradirà venire subito dopo l’arcinenemico Saviano, anche se, di certo, con le teste mozzate, almeno, non si fa problemi (il Foglio nel 2004 pubblicò l’immagine scioccante del video di un ostaggio americano, Nick Berg, sgozzato dagli islamisti). Che sia questo l’Economist che voleva il direttore «schiena dritta» Roberto Napoletano? Noto al grande pubblico per il fuori-onda di Striscia la notizia che lo immortala mentre telefona infuriato al Messaggero, di cui allora era il numero uno, ordinando di trattare con la dovuta enfasi nei titoli Pier Ferdinando Casini («il genero dell’editore» Caltagirone), Napoletano è pure un tipo che porge sempre l’altra guancia. Nel passato recente Ferrara è stato un feroce critico della direzione Napoletano del Sole. Ora è come se avesse lui, Ferrara, un mensile allegato al quotidiano confindustriale, tant’è che qualcuno ne parla già come de IL Foglio. Rimettere in circolo un po’ di fogli e foglianti sarà servito pure alla causa del nuovo presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, per cui il direttore del Sole 24 Ore ha fatto apertamente il tifo. Qualcuno notò che l’assoluta contemporaneità tra la piccola vicenda del cambio di linea a IL e la discesa in campo pro-Squinzi, contro Alberto Bombassei, di Fedele Confalonieri. L’incognita principale resta quella dei conti, dato che il bilancio di IL era già entrato in zona negativa prima della svolta. Con l’aggravio dei costi e le reazioni tutt’altro che entusiaste del mercato pubblicitario, l’Economist in salsa Napoletano dei gemelli foglianti Rocca&Bellasio rischia di perdere molto di più dei 200 mila euro previsti. Orgoglio italiano, recitava lo slogan del rilancio a tre dorsi più vari supplementi del quotidiano stesso, che sta costando uno sproposito tra carta e distribuzione. Un vero e proprio «pacco Napoletano», insomma: ecco in che cosa si è tradotto il fantomatico «orgoglio italiano». E alla fine IL si sta davvero allineando, almeno nelle perdite, al quotidiano che lo ospita come supplemento.