Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 18 Venerdì calendario

Una primavera animalier – Se anche voi fate parte di quella parte non irrilevante del Paese che si è commossa vedendo i cuccioli di beagle destinati ai laboratori superare le recinzioni dell’allevamento Green Hill di Montichiari fra le braccia degli animalisti, dimenticando in toto il lato penalmente rilevante della faccenda, e avete preventivato una donazione alla Lega del cane (legadelcane

Una primavera animalier – Se anche voi fate parte di quella parte non irrilevante del Paese che si è commossa vedendo i cuccioli di beagle destinati ai laboratori superare le recinzioni dell’allevamento Green Hill di Montichiari fra le braccia degli animalisti, dimenticando in toto il lato penalmente rilevante della faccenda, e avete preventivato una donazione alla Lega del cane (legadelcane.org), vi farà piacere sapere che al mondo naturale è dedicata una delle più belle mostre della primavera. Beauté animale, fino al 16 luglio al Grand Palais di Parigi, è una di quelle occasioni per le quali vale la pena organizzare un weekend all’estero: un’arca di Noè immaginifica in cui i cani da caccia del duca di Ferrara, ritratti da Pisanello, sono accostati all’elefante di Rembrandt, dove la trota di Gustave Courbet (una trota con la t minuscola, picchiettata ed elegantissima, altroché) si accompagna agli studi di cinetica felina di Muybridge, e dove il dodo è ancora un essere vivente e non solo un ciondolo oppure uno dei pur deliziosi “beasties” dei tessuti di Celia Birtwell , storica designer inglese, di gran moda in questa stagione di ritorno delle stampe (celiabirtwell.com, oppure al 71 di Westbourne Park rd, a Londra). Quattrozampe per sorridere. Simbolo di virtù o di vizio, tratteggiato dal vivo o antropomorfizzato (siamo sinceri: il leone della Melissa di Dosso Dossi ha la testa simile a quella del suo omologo parlante nel Mago di Oz), l’animale è soggetto frequentatissimo dagli inglesi da almeno tre secoli. Oltre al furbo dissezionatore di squali Damien Hirst, tuttora in mostra alla Tate Modern, a Meadham 
Kirchhoff che ha ricoperto di teste di orsetto stile Koons le T-shirt kitsch-chic del-
l’estate (netaporter.com) e a quelle con gufetto stilizzato di Burberry per il prossimo inverno, ora va tenuta d’occhio la designer di gioielli Gisèle Ganne (giseleganne.com, in Italia da Luisaviaroma, a Firenze, luisaviaroma.com), che si ispira alla tradizione vittoriana dei gioielli in memoriam: sta riscuotendo parecchio successo la sua collezione di anelli da divorzio con le teste di gazza in oro e perla nel becco, ma per chi non ha conti da saldare col passato o esorcismi da compiere, la moda ispirazione Fifties di questa stagione riserva molte sorprese nel campo dei bijoux vintage: a Milano, l’indirizzo (anche per vecchi gemelli inglesi e americani con le teste di cani in osso o smalto) è la minuscola bottega Demaldé, in via Ponte Vetero 22, tel. 02 86460428, dove comprare buffe spille in bachelite da usare al posto dei bottoni per fissare il cardigan con un minimo di grazia, mentre i pupazzini animalier da dito più belli e vari, praticamente l’intero zoo, per intrattenere i bambini ma anche i fidanzati, si trovano da Roodkapje, a Den Haag (L’Aia), al 16 della Schoolstraat (speelgoedmagazijnroodkapje.nl), oppure, in formati più contenuti, da Rigadritto  (a Milano in via Brera 6 e via Cesare Correnti 36 o a Roma in via Vittoria 37). Di quattrozampe si può anche leggere e sorridere grazie alla nuova edizione di Flush, deliziosa biografia immaginaria del cockerino di Elizabeth Barrett Browning, che Virginia Woolf pubblicò nel 1933 ispirandosi alla corrispondenza fra l’ostinata poetessa inglese e il marito, il Robert Browning di Dramatis personae, numi tutelari di Asolo dove vissero a lungo, e che ora viene ripubblicato a cura di Chiara Valerio per le edizioni nottetempo. Le porcellane di nonna Speranza. Per alloggiare il Flush di casa con cuccia ton sur ton con il divano dello studio o del salotto, a Ravenna è nata Dogthing, in via Trento 10 (dogthing.it), mentre capita di trovare complementi d’arredo o da cucina animalier niente affatto scontati da Mia, in via di Ripetta 224, a Roma (tel. 06 97841892, miaviadiripetta.com), che offre una scelta design molto internazionale e minimal per la tradizionalissima capitale. Alla voce pittura, in Italia c’è una sola artista a cui valga la pena di commissionare un ritratto di Flush, se non altro per lo humour dei dipinti, ed è Daniela Ria (info@danielaria.eu): siamo a mille miglia da William Trood, di cui un Déjeuner sull’aia del 1880 ha totalizzato 194mila dollari un paio di mesi fa a un’asta di Bonhams, a New York, o anche da disegni dei bambini di casa (figli, nipoti), che ben incorniciati faranno allegria, ma anche orientarsi su una stampa antica “a imitazione di” non è mai una buona idea: fa subito studio di notaio. Piuttosto, in questo anno di Olimpiadi, sono simpatici, usati a gruppi sulla tavola o come fermalibri, i cagnolini in ceramica inglesi da salotto di nonna Speranza. I più divertenti vanno scovati nei negozi delle 
Chinatown italiane. Con tanto di finto craquelé, colori acidi e proporzioni sbagliatissime. Fabiana Giacomotti