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 2012  maggio 23 Mercoledì calendario

Prati e cespugli al posto dei fiori esotici è la nuova formula del verde all´inglese – Accompagnano la civiltà umana da tremila anni, ne favoriscono il pensiero dal tempo di Platone e in ogni città che si rispetti ce n´è almeno uno

Prati e cespugli al posto dei fiori esotici è la nuova formula del verde all´inglese – Accompagnano la civiltà umana da tremila anni, ne favoriscono il pensiero dal tempo di Platone e in ogni città che si rispetti ce n´è almeno uno. Ma adesso i giardini pubblici rischiano di diventare una specie in via di estinzione, spazzata via dall´esigenza di proteggere la biodiversità e di ridurre le spese in periodo di crisi. A lanciare l´allarme è una delle più alte autorità in materia, nel Paese che si sente "padre" del giardinaggio moderno: il professor James Hitchmough, docente di orticoltura ecologica all´università di Sheffield e presidente della Royal Horticultural Society. «Le amministrazioni locali scoraggiano la crescita di piante ornamentali e di aiuole di fiori esotici, preferendo puntare su cespugli e alberi del posto, lasciati crescere liberamente», afferma l´uomo dal pollice più verde d´Inghilterra. «Stanno ridisegnando lo spazio del giardino pubblico, allontanandosi dal disegno orticulturale per spostarsi verso il prato selvatico dominato dalle specie locali. Avanti così e l´arte di coltivare piante e fiori, per creare artificialmente uno spazio decorativo, finirà per scomparire». Paradossalmente, per denunciare la fine di un´epoca, il professor Hitchmough sceglie un luogo che la esalta: il Chelsea Flower Show, fiera e concorso internazionale di floricultura, dove si sfidano i più creativi giardinieri e landscape artists (artisti del paesaggio, come si dice in inglese) del mondo, in un trionfo di piante ornamentali e aiuole decorative. L´appuntamento che ogni anno apre la cosiddetta season inglese, prologo di Ascot, di Wimbledon e dei concerti Prom, inaugurato lunedì dalla regina Elisabetta, riservato ieri ai Vip (tra cui il cantante Roger Daltrey degli Who, l´attore Michael Caine, la scrittrice di best seller Joan Collins) e da oggi aperto al pubblico (ma si vendono solo 157mila biglietti che vanno a ruba). Di gente che ama e pratica il giardinaggio, insomma, ce n´è ancora, eppure il "giardiniere capo" è convinto che si faccia festa a un defunto, o perlomeno a un malato grave: «L´orticoltura è in pericolo, rischia di estinguersi», sostiene il professor Hitchmough, che ha disegnato la "prateria artificiale" del nuovo Parco Olimpico per i Giochi di Londra 2012. «Se ogni finanziamento ai giardini pubblici è condizionato all´esigenza di usare solo piante locali e ridurre le spese, andiamo verso il disastro». Solo chi non conosce la storia, del giardinaggio e dell´uomo, può considerare il suo monito un´esagerazione. Metafora del cielo e del paradiso perduto, il giardino nasce intorno al 1.400 avanti Cristo in Egitto, risplende nelle terrazze babilonesi del 1.100 a. C., compone la cornice in cui Platone faceva scuola ai suoi allievi nell´Accademia dell´antica Atene, si diffonde ovunque nell´Impero romano, resiste nei chiostri di conventi e castelli durante i secoli bui, fino a dare il suo meglio nel Rinascimento con il Belvedere di Bramante e Villa Madama di Raffaello. Ci ricorda che l´uomo non vive di solo pane, perché il giardino non deve servire a niente (non produce né frutta né ortaggi), tranne che ad allietare: perciò i suoi esegeti tremano all´idea di vederne il declino. Ma le ardite composizioni di fiori e piante del Chelsea Flower Show, dove quest´anno tra i premiati c´è pure un "giardino italiano", ispirato alle ville dei Medici e firmato dall´inglese Frederic Whyte, suggeriscono che, se abbiamo perduto il giardino dell´Eden, forse riusciremo a conservare almeno quello all´angolo.