Gianluigi Nuzzi, Libero 20/5/2012, 20 maggio 2012
GLI ACCORDI SEGRETI PER NON PAGARE L’ICI
Pubblichiamo un estratto del libro di Gianluigi Nuzzi «Sua santità» relativo all’accordo tra la Santa Sede e il governo Berlusconi per evitare il salasso dell’Ici alla Chiesa. Il presidente dello Ior Gotti Tedeschi invia al cardinale Tarcisio Bertone una «Sintesi del problema Ici suggeritami riservatamente dal ministro del Tesoro [dell’Economia, nda]», ovvero Tremonti.Il documentoarriva poi all’attenzione del Papa.
Tremonti e Gotti Tedeschi riaffrontano il tema Ici che già avevano iniziato a discutere nell’estate del 2010 nel corso di incontri a porte chiuse sul sistema di tassazione. Decidono di ragionare insieme per proporre ai loro superiori – Berlusconi da una parte e Bertone e Ratzinger dall’altra – alternative percorribili al fine di evitare il salasso imminente. Una regola aurea ai piani alti dei sacri palazzi è di non sottoporre mai dei problemi se non puoi proporre almeno due valide soluzioni. L’incontro è pragmatico. Il banchiere è consapevole che in Vaticano ancora non hanno l’esatta percezione di quanto potrebbe accadere. Fa propria la preoccupazione di Tremonti e ne condivide i suggerimenti. Non c’è più tempo da perdere. Decidono d’informare Bertone e Ratzinger con il quadro più realistico e dettagliato della situazione, indicando subito alcune vie d’uscita. Le carte che per la prima volta fuoriescono dal Vaticano ci permettono così di individuare i corridoi diplomatici, le saldature e le alleanze tra cardinali e ministri, non basandoci su indiscrezioni ma proprio sui documenti destinati a Benedetto XVI e ai suoi più vicini collaboratori.
Tutto questo emerge dalla nota «Sintesi del problema Ici» che Gotti Tedeschi indirizza a Bertone e che il banchiere indica come «suggeritami riservatamente dal ministro del Tesoro [dell’Economia, nda]», ovvero Tremonti. Una postilla rivelatrice che svela una regia comune tra Santa Sede e governo Berlusconi per risolvere la questione Ici. Il documento è destinato a più interlocutori, tutti qualificatissimi. Una copia arriva all’attenzione di Benedetto XVI tramite il segretario del pontefice, padre Georg:
Riservato e confidenziale. Sintesi del problema Ici (Memoria per Ser [Sua Eminenza Reverendissima, nda] il Card. Tarcisio Bertone, suggeritami riservatamente dal ministro del Tesoro). Nel 2010 la Ce avvia una procedura contro lo Stato italiano per «aiuti di Stato» non accettabili alla Chiesa cattolica. Detta procedura evidenzia oggi una posizione di rischio di condanna per l’Italia e una conseguente imposizione di recupero delle imposte non pagate dal 2005. Dette imposte deve pagarle lo Stato italiano che si rifarà sulla Cei (si suppone), ma non è chiaro con chi per enti e congregazioni. Poiché la Commissione europea non sembra disponibile a cambiare posizione, ci sono tre strade percorribili:
– abolire le agevolazioni Ici (Tremonti non lo farà mai).
– difendere la normativa passata limitandosi a fare verifiche sulle reali attività commerciali e calcolare il valore «dell’aiuto di Stato» dato (non è sostenibile).
– – modificare la vecchia norma che viene contestata dalla Ce (art. 7 comma bis DL 203 del 2005 che si applicava ad attività che avessero «esclusivamente» natura commerciale). Detta modifica deve produrre una nuova norma che definisca una categoria per gli edifici religiosi e crei un criterio di classificazione e definizione della natura commerciale (secondo superficie, tempo di utilizzo e ricavo). Si paga pertanto l’Ici al di sopra di un determinato livello di superficie usata, di tempi di utilizzo, di ricavo. In funzione cioè di parametri accettati che dichiarano che un edificio religioso è commerciale o no.
La strada da seguire è quella di modificare la normativa, togliendo il vulnus e l’ambiguità che non permetteva di definire con precisione quali locali e quali esercizi, oltre all’attività di culto, contemplavano un risvolto commerciale, di vendita.
Solo facendo così si può bloccare l’azione della Commissione europea:
A questo punto la Cei (e chi altri?) accetta la nuova procedura. Detta accettazione fa decadere le richieste pregresse (dal 2005 al 2011) e la Comunità europea ([Joaquín] Almunia [commissario europeo per la Concorrenza, nda]) deve accettarle. Il tempo disponibile per interloquire è molto limitato. Il responsabile Cei che finora si è occupato della procedura è mons.[Mauro] Rivella [sottosegretario e direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici del Cei, nda]. Ci viene suggerito di incoraggiarlo ad accelerare un tavolo di discussione conclusiva dopo aver chiarito la volontà dei vertici della Santa Sede. L’interlocutore all’interno del ministero delle Finanze è Enrico Martino (nipote del card. Martino). Io posso suggerire come interloquire con il commissario Almunia affinché ci possa lasciare un po’ di tempo (fino a fine novembre) e non acceleri la conclusione della procedura.
Ettore Gotti Tedeschi – 30 settembre 2011.
Intanto bisogna guadagnare tempo per configurare una nuova norma che azzeri il rischio di condanna. A questo scopo Gotti Tedeschi suggerisce la linea da tenere con il commissario europeo per la Concorrenza, lo spagnolo Joaquín Almunia. Nel frattempo i tecnici devono subito lavorare e sviluppare i suggerimenti di Tremonti. A Bertone e Benedetto XVI la proposta piace perché allontana le nubi della condanna, evita ulteriori critiche e fissa parametri blindati.
Il papa dà il nulla osta. A ottobre, dopo un anno di confronti, sembra raggiunta un’intesa di massima. Ma lo scenario muta rapidamente, il futuro del governo Berlusconi si fa nero. Gli equilibri politici sono destinati a cambiare radicalmente. All’inizio di novembre Berlusconi si dimette, il governo cade.
Gianluigi Nuzzi