Pierluigi Panza, Corriere della Sera 22/05/2012, 22 maggio 2012
DA PONTE E L’ITALIANO A NEW YORK
Sull’opportunità d’insegnare in inglese negli atenei italiani hanno espresso perplessità Tullio Gregory, Sebastiano Vassalli, Raffaele Simone, Annamaria Testa e sta raccogliendo pareri anche l’Accademia della Crusca. Ora un libro ci rivela che un tempo furono gli americani a introdurre l’italiano in università. In questa prospettiva va letto il discorso apologetico Sull’Italia, che Lorenzo Da Ponte lesse il 5 e l’8 febbraio 1821 a New York per rintuzzare le accuse dell’avvocato Charles Phillips alla mentalità del nostro Paese. Da Ponte, che era stato il librettista di Mozart, era poi fuggito in America. Qui, dopo aver fatto il farmacista, aveva fondato la cattedra di italiano alla Columbia University facendo conoscere i nostri classici. Il suo discorso apologetico, pubblicato con la cura di Lorenzo della Chà (Edizioni Il Polifilo, pp. 154, 25), venne scritto dopo che Phillips, sostenitore della causa della regina Carolina di Brunswick contro Giorgio IV, aveva accusato gli italiani di aver giurato il falso accusando Carolina di adulterio. Da Ponte difese nazione e lingua contro i pregiudizi dei borghesi d’America.
Pierluigi Panza