S. Rig., CorrierEconomia 21/05/2012, 21 maggio 2012
SQUINZI E IL CHEWING-GUM DI SINGAPORE
In attesa che tra mercoledì e giovedì venga pienamente legittimato al vertice di Confindustria, Giorgio Squinzi, fondatore della Mapei, sistema gli ultimi affari prima di trasferirsi in viale dell’Astronomia.
Una delle più recenti prospettive di sviluppo del suo gruppo è nata nel laboratorio Rice (Ricerca esplorativa) di Vinavil, il marchio noto per le colle da ufficio che si occupa più completamente di polimeri in dispersione. Qui Ivan Fuso Nerini e Salvatore Paffumi hanno messo a punto un prodotto per certi versi rivoluzionario. Una produzione di nicchia in un mercato mondiale: quello del chewing-gum. «Siamo partiti da un’osservazione banale — spiega Fuso Nerini — il fastidio che provoca la gomma da masticare quando si attacca alla suola delle scarpe. Possibile non si riuscisse a far nulla…?». Il fastidio dei ricercatori della Vinavil non era un episodio isolato. A Singapore sono arrivati a vietare per legge il consumo di gomma da masticare, tanto inquinava. Londra invece è più propensa a multare chi la getta per strada. Altre amministrazioni, anche in Italia, stanno pensando a una tassa sulla produzione. Non primario, ma il chewing-gum per molti è un problema. Lo è dal punto di vista estetico, viste le macchie nere (littering), che ricoprono i marciapiedi delle maggiori città e anche ambientale: solo in Italia si consumano mediamente 30 mila tonnellate di chewing-gum all’anno e di queste circa la metà viene dispersa nell’ambiente, 15 mila tonnellate di gomma da masticare che si attaccano ai marciapiedi e alle suole delle scarpe. Che fare?
«Il chewing-gum — spiega Fuso Nerini, che in Vinavil è responsabile dei progetti speciali — si compone sostanzialmente di una gomma base, che ha sostituito la gomma naturale non più disponibile nelle quantità necessarie all’industria, a cui si aggiungono aromi e sapori che ne determinano il gusto. Nei nostri laboratori abbiamo messo a punto un materiale polimerico assolutamente atossico che, mischiato alla gomma base in una percentuale tra il 3 e il 4 per cento, ne trasforma le capacità adesive». Piccola chimica: si tratta di un polimero idrofilo che, senza perdere le proprie caratteristiche, consente di perdere appiccicosità in presenza di liquidi quali l’acqua o la saliva senza essere solubile negli stessi. In sostanza, la gomma base mischiata con il prodotto messo a punto nei laboratori della Vinavil-Mapei, può oggi venire facilmente staccata dall’asfalto con un semplice getto d’acqua. Certo, sarebbe meglio non gettare la gomma per terra, ma arrivare a una facile rimozione è un notevole passo in avanti rispetto alla realtà.
«È l’ennesima dimostrazione — dice Renato Ugo, presidente dell’Airi, l’Associazione della ricerca industriale che per questo prodotto ha assegnato a Vinavil il premio Oscar Masi — che le possibilità di sviluppo sono moltissime, in ogni settore, e che i ricercatori italiani sanno confermarsi innovatori a livello mondiale. Le buone idee poi sono semplici, quella di Vinavil in fondo è una colla al negativo, ma nessuno ci aveva ancora pensato ed è certamente la soluzione semplice e vincente di un problema complesso».
Squinzi, che sulla innovazione di prodotto e sulla targettizzazione degli obiettivi industriali ha costruito un impero, è atteso ora dalla prova più difficile. Convincere le altre componenti del sistema-Italia che l’innovazione industriale e la ricerca non possono essere elementi laterali in un Paese moderno, ma devono rappresentare il centro focale dell’agenda economica e politica.
S. RIG.