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 2012  maggio 21 Lunedì calendario

L’ITALIA OFFRE 120 MILIONI PER RICOSTRUIRE L’AFGHANISTAN —

L’Italia è pronta a dare il suo contributo finanziario alla ricostruzione dell’Afghanistan e all’addestramento dei militari del Paese di Karzai mettendo a disposizione circa 120 milioni di dollari all’anno, a partire dal 2015 e sino al 2017.
La decisione sarà annunciata oggi, dal ministro degli Esteri Giulio Terzi e dal ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola, rimasti a rappresentare Roma al vertice Nato.
A sorpresa rispetto all’agenda del vertice ieri Mario Monti ha annullato ieri la conferenza stampa e deciso di rientrare in anticipo in Italia, per cercare di essere presente oggi pomeriggio ai funerali della studentessa rimasta uccisa nell’attentato di Brindisi e per coordinare da vicino gli sforzi del governo nel fronteggiare l’emergenza prodotta dal terremoto in Emilia-Romagna e in Lombardia.
Al suo posto sono rimasti a Chicago, al vertice che si concluderà oggi, i due ministri. La notizia dello stanziamento italiano, secondo fonti dell’organizzazione atlantica, completerà un quadro finanziario molto articolato, e secondo molti analisti fin troppo ambizioso, che a giudizio della Casa Bianca dovrebbe veicolare verso Kabul, dopo il ritiro delle truppe americane e della Nato, circa 4,1 miliardi di dollari l’anno: una cifra che secondo molti membri dell’organizzazione che ha sede a Bruxelles è al di là delle capacità dei singoli membri dell’organizzazione.
I contributi finanziari dei prossimi anni devono infatti fare i conti con la crisi economica e il regime di austerità nei bilanci che quasi tutti i Paesi membri della Nato si trovano ad affrontare in questo periodo.
Non a caso la cifra che l’Italia sarebbe pronta a mettere a disposizione potrebbe anche essere più grande di quanto faranno gli inglesi o altri membri più ricchi dell’organizzazione. Secondo indiscrezioni filtrate ieri la Gran Bretagna si sarebbe impegnata a versare 110 milioni di dollari, la Germania 150 milioni e l’Australia 100 milioni.
Secondo i programmi della Casa Bianca per raggiungere gli obiettivi fissati i 49 Paesi dell’Isaf dovrebbero versare in tutto circa 1,3 miliardi di dollari.
Nonostante la «cura dimagrante» che sta programmando, in termini finanziari e di risorse umane («tagliare il grasso e mantenere i muscoli», ha sintetizzato il segretario generale Fogh Rasmussen), la Nato «resta un fondamentale provider della sicurezza a livello globale», ha detto ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi, e l’Italia «continua a giocare un ruolo di primissimo piano, da protagonista», ha aggiunto il titolare della Farnesina.
Proprio a Chicago sono stati firmati i primi contratti della cosiddetta Ags (Alliance Ground Surveillance), sistema di difesa intelligente basato sull’impiego di cinque droni che avrà la sua base operativa a Sigonella, a partire dal 2015, con l’impiego di 600 militari in più rispetto alle forze attuali stanziate in Sicilia.
Marco Galluzzo