Il Fatto Quotidiano 19/5/2012, 19 maggio 2012
FORBICE A TUTTA DESTRA
Aldo Agatino Forbice sostiene che la trasmissione Zapping, cinque giorni su sette su Radio Rai1, un’ora e mezza fra i telegiornali e i programmi serali, sia una sua creatura, anzi roba sua: “L’ho inventata io, decido io, gestisco io. Se non le piace – ha detto qualche anno fa a un ascoltatore – può sempre cambiare canale”. E invece Zapping, il Porta a Porta radiofonico, fu un’intuizione di Livio Zanetti e Alberto Severi nel 1994. Il primo conduttore fu Giancarlo Santalmassi, il giornalista che annunciò il rapimento di Aldo Moro al Tg2. Forbice è celebre per le sfuriate contro i suoi ascoltatori, cui lascia un microfono semiaperto, che chiude quando il discorso non gli piace. Da quasi vent’anni è il padroneassolutodiunospaziopregiatodiRadio1, e il tempo che logora lo certificano le decine di gruppi su Facebook – fra i più seguiti “Vogliamo Zapping senza Forbice” – che accusano il giornalista di essere scontroso, parziale e berlusconiano, nonostante le sue origini socialiste che rivendica inconsciamente quando definisce Bettino Craxi “l’italiano più perseguitato di sempre”. L’ultima telefonata che non ha gradito è ancora fresca per disperdersi fra i siti in rete che ne seguono le gesta: una signora gli ha ricordato che lui, in epoca di sacrifici e rinnovamento, riceve la pensione e lavora in Rai con un contratto da collaboratore. Non ha gradito, e ha reagito col suo stile. Memorabile e infuocato il giorno in cui mandò a quel paese un signore, forse un barese, ma la cronaca è labile perché le zuffe radiofoniche si ripetono. Quando un fedelissimo ha chiamato per rimproverarlo, Forbice ha risposto con fastidio: “Lo manderei ancora a quel paese. Una persona maleducata va trattata così”. Ultimamente ha persino commentato con benevolenza il movimento di Beppe Grillo, soltanto cinque anni fa, mentre si smontavano le tende del V-day di Firenze, non si fidava del comico genovese perché vedeva nel suo impegno politico una fonte di ricchezza. Parlava di 4 milioni di euro, e spiegava: “Prima non guadagnava queste cifre, quindi come vede le contestazioni rendono”. Ha difeso più volte la legge elettorale porcata di Calderoli, soprattutto nei giorni del suo parto artificiale, fine 2005, quando il governo di Silvio Berlusconi doveva tornare al voto per la sfida (poi persa) con Romano Prodi. Adesso, versione ribelle, Forbice raccoglie mezzo milione di firme e le consegna in Parlamento per “sforbiciare i costi della politica”. La vulgata è così lunga e affollata che il personaggio si racconta da sé. Non ha mai nascosto la sua antipatia per i giornalisti non propriamente berlusconiani, e non accolse con gentilezza l’invito di un ragazzo che voleva richiamare Biagi, Santoro e Luttazzi, vittime dell’editto bulgaro: “Come si permette? Questa è una trasmissione Rai. E in Rai di queste cose non si discute”. Coerente con i suoi valori giornalistici, Forbice declamò con entusiasmo la fine di Annozero: “Un po’ di soddisfazione l’abbiamo, è bene dirlo: Santoro se ne va. I suoi amici politici sono in lacrime, ma questo era inevitabile. Non è riuscito il precedente direttore, ci è riuscita Lorenza Lei. E questo è tutto merito suo e glielo riconosciamo”. Forbice non si è mai arreso, e anche questo va riconosciuto. Non si preoccupava dei vari Scilipoti e Razzi che soccorsero il governo Berlusconi e nemmeno voleva valutare Giuliano Pisapia sindaco prima di criticarlo: “Non c’è bisogno di governare per capire, basta leggere il suo programma”. E citava moschee a casa. Sempre ottimista durante i ballottaggi del 2011: “C’è sempre un secondo turno prima di cantar vittoria”, diceva in riferimento a Milano, Bologna e Napoli. Ha elogiato la ricostruzione de l’Aquila: “La protesta con le carriole è un’operazione strumentalizzata politicamente e non serve a nulla”. Ha inneggiato al sì Tav: “Per quattro gatti che fanno i barbari non ci possiamo piegare. La polizia risolverà i problemi”. Un attimo di serenità l’ha ritrovato con Nicola Porro (il Giornale), insieme lodavano la legge intercettazione del Cavaliere e irridevano chi evocava il bavaglio: “Sono manifestazioni puramente demagogiche”. L’elenco è infinito, e Zapping è sempre in onda.