Camillo Langone, Libero 18/5/2012, 18 maggio 2012
L’ULTIMA FOLLIA SICILIANA ASSUNTI 30 CAMMINATORI
Sembra uno scherzo, una barzelletta: «La Regione Sicilia assume trenta camminatori». I potenti di Trinacria non possiedono la dote del tempismo, non era questo il momento migliore per assunzioni spiritose, ma del resto il pesce puzza dalla testa e se Mario Monti ha pensato di assumere come consulente Giuliano Amato, uno dei massimi responsabili del presente disastro finanziario, perché mai loro dovrebbero rinunciare ai servigi di trenta giovanotti che non hanno nessuna colpa salvo quella di pesare sulle già esauste casse dell’ente? Magari sono davvero necessari, questi trenta «commessi di piano» (è il nome ufficiale: «camminatori» è quello confidenziale). Loro compito è portare i documenti da un ufficio all’altro di Palazzo d’Orleans, la settecentesca sede del governo regionale. Devono essere tutti esteti, tutti filologi, da quelle parti: si saranno detti che se il palazzo è del Settecento anche i mezzi di comunicazione devono essere del Settecento perciò niente internet, che stonerebbe coi lampadari d’epoca, e vai con i piedi. Chissà se i camminatori in questione dovranno presentarsi in livrea ricamata con pantaloni al polpaccio: sarebbe bello, sembrerebbe di vivere dentro un film di Visconti che per girare il “Gattopardo” pretese abiti di scena confezionati con tessuti di telai antichi, altrimenti qualche addetto ai lavori si sarebbe accorto dell’anacronismo, non sia mai.
Oppure il segreto della vicenda va cercato nella tesi di laurea del presidente Raffaele Lombardo, il cui titolo è «Nesso tra tradizioni popolari e costruzioni deliranti». Si noti che Lombardo ha studiato da psichiatra e allora ci spieghi appunto il nesso fra le trenta assunzioni, che deliranti lo sono di sicuro, e le tradizioni popolari siciliane. C’entrano con la cassata o con i carretti dipinti, con i pupi o con la pasta alla Norma? Magari è tutta colpa del Nero d’Avola: un bicchiere di troppo deve aver fatto saltare i freni inibitori dei responsabili (responsabili si fa per dire) della cosa pubblica, facendo loro dimenticare i 5,3 miliardi di euro di debiti che incombono sulle casse regionali. Da sobri avrebbero convenuto con noi: una Regione con una simile situazione debitoria più che assumere deve licenziare, e pure in fretta. Ma sobri evidentemente non erano. Forse bastava non dico diventare astemi ma semplicemente contenere le libagioni per ricordarsi che la Regione Sicilia ha più di 20.000 dipendenti mentre la Regione Lombardia, col doppio degli abitanti, ne stipendia solo 3.000.
Lombardo nel suo sito riporta un sondaggio Ipr – Sole 24 Ore che lo descrive come il “Governatore più apprezzato d’Italia”. Dev’essere un sondaggio vecchio, precedente alla notizia dei trenta camminatori trenta. O magari invece è ancora valido siccome “il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga”. Questo aforisma di Nicolás Gómez-Dávila sembra di ottimo auspicio per Leoluca Orlando, un altro specialista in assunzioni della zona: se tutti i disoccupati voteranno per lui, la poltrona di primo cittadino di Palermo è cosa sua. «Quando sarò sindaco mi occuperò soprattutto dell’emergenza occupazione», ha dichiarato. Ma certo, come no, tanto per pagare i posti di lavoro inutili c’è sempre Pantalone. Tornando ai trenta fortunati neo-dipendenti confesso di nutrire un pizzico di invidia nei loro confronti: non solo prenderanno dei bei soldi (gli stipendi della Regione sono notoriamente da favola) ma risparmieranno pure sulla palestra. Il loro lavoro è una passeggiata, sia in senso figurato che in senso stretto.
I comuni mortali che vogliono mantenersi in forma devono mettere mano al portafoglio per avere il diritto, in capannoni o scantinati, di sudare sui tapis roulant, al contrario i commessi- camminatori usufruiscono gratuitamente di un prestigioso percorso benessere composto di scale sontuose, corridoi infiniti, saloni affrescati. Una pacchia con un unico rischio: che perfino alla Regione Sicilia arrivi la notizia dell’esistenza delle mail.
Camillo Langone