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 2012  maggio 18 Venerdì calendario

CACCIA ALLA TALPA DEL PAPA


È la prima volta nella storia recente della Chiesa che dai Sacri Palazzi escono tante carte, tanti documenti come quelle che trovate nel mio saggio Sua Santità e che tra qualche giorno si potranno consultare gratuitamente sul internet (www.gianluiginuzzi.com). È la prima volta che diventano pubblici i documenti scritti o consultati direttamente dal Pontefice su tutte le criticità, le sofferenze della Chiesa: dalla Curia Romana alle diocesi sparse nel mondo. Due novità che rompono con il passato, secoli di notizie filtrate, dosate, ponderate d’Oltretevere. Con le prime indiscrezioni (penso a febbraio alla puntata degli Intoccabili su La7 dedicata alla congiura contro monsignor Carlo Maria Viganò spedito negli Usa dopo aver denunciato «casi di corruzione» a Ratzinger), c’è chi ha parlato di corvi, veleni, talpe. Chi ha scritto di una campagna contro il cardinale Tarcisio Bertone. Chi di uno scontro tra i fedeli del cardinale Angelo Bagnasco, al vertice della Conferenza episcopale italiana, e appunto il segretario di Stato. Chi ha ridotto tutto a una guerra per bande. Chi ha guardato il dito e non quello che indica e indicava. È partita nella Santa Sede una caccia per scovare chi diffonde i documenti con il comandante della gendarmeria, non se ne voglia il capo delle guardie svizzere, incaricato di scovare i colpevoli.

INCHIESTA

Ratzinger ha voluto una commissione d’inchiesta. Padre Lombardi ha evocato una Wikileaks in salsa vaticana. La realtà è molto più semplice. In Vaticano gli ingranaggi della grande macchina di questa teocrazia iniziano a essere allergici alla polvere, ai chiaroscuri, alle ombre che tolgono aria e luce.Non c’è dietro uno scontro di potere - come si dirà nei prossimi giorni per guardare al dito - tra porporati ma c’è il coraggio encomiabile dei semplici, degli umili. Chi con Il Fatto e Marco Lillo, chi con me di Libero e gli Intoccabili, chi con Chi l’ha visto e la Sciarelli: sono stati tanti i contributi a uno smottamento senza precedenti. Che permette a noi tutti di entrare in quel cono che viene tenuto fuori dal campo visivo di ciascuno. Sia esso cattolico, ateo, alto o basso. E non è questione di poco conto se si valuta l’impatto che quel piccolo Stato, le lunghe tonache, i tanti gruppi, ieri come oggi hanno sulla nostra politica. E quando esce una notizia, le notizie, c’è la cura, la ricerca calibrata non di sanare una situazione ma di trarre profitto da essa nei giochi di forza. Accade sempre così.

GUERRA INTERNA

Quando uscì Vaticano SpA fu l’occasione per far fuori gli ultimi fedelissimi di Wojtyla, come Angelo Caloia allo Ior, la banca del Papa. Quando è uscita la storia di Viganò, oggi nunzio a Washington, ecco le anime che si affacciano sul palazzo Apostolico per capire come si ricomporranno gli equilibri. E visti i riflessi sui rapporti, le pressioni, la moral suasion della Chiesa in Italia, nell’Europa sarebbe miope considerare queste vicende come storie solo vaticane.
Basti pensare agli incontri riservati tra Giulio Tremonti ed il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, sull’Ici che bisognava far pagare agli enti della Chiesa, o i colloqui dello stesso con Corrado Passera sull’ospedale San Raffaele.
Storie e interessi si intrecciano fino alla cena tra Giorgio Napolitano e Ratzinger nel gennaio 2009 con un clamoroso memorandum preparato per il Santo Padre con indicate tutte le criticità della normativa italiana. Quale legge affossare. Quale salvare.
Nemmeno voglio pensare che il Papa abbia esercitato pressioni sul nostro presidente. Ma allora perché è stata scritta quella nota sulle nostre leggi? Se Hollande si permettesse di intervenire nella nostra politica cosa accadrebbe?

PRIMA LA VERITÀ

Adesso che esce Sua Santità gli equilibri andranno ancora a modificarsi. C’è chi griderà allo scandalo cercando di far credere, per comodo e interesse, che questo sia un libro contro il Santo Padre o contro la Chiesa ma come diceva Benedetto XVI «In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza».
Sua Santità non è un saggio contro questo pastore, anzi ben emerge la fatica del Papa di fronte ai tanti scandali, agli affari, agli interessi personali, vicende intricate come quella di Emanuela Orlandi o di investimenti come il San Raffaele in dissesto e che via via gli vengono giorno dopo giorno sottoposti nel palazzo apostolico. E dei quali ben poco arriva nel nostro spettro visivo. Altri cercheranno di mettere in mora Bertone, altri ancora cercheranno di capire chi tra Mauro Piacenza, Gianfranco Ravasi e gli altri cardinali farà il passo più lungo.
D’altra parte nel miglioramento spera anche chi vive e lavora in Vaticano e ha contribuito a far conoscere le storie di Sua Santità: «In alcuni momenti della vita – mi dirà pochi giorni dopo – o si è uomini o non lo si è. La differenza? Viene solo dal coraggio: di dire e fare la cosa che sai e ritieni giusta. Il mio coraggio è di far conoscere le vicende più tormentate della Chiesa. Rendere quindi pubblici certi segreti, piccoli e grandi storie che non superano il portone di bronzo. Infatti, solo così mi sento libero, mi affranco dall’insopportabile complicità di chi pur sapendo tace».

Gianluigi Nuzzi