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 2012  maggio 21 Lunedì calendario

Con i tagli del governo toccherà alle vittime pagare i danni delle case - Da quattro giorni è tutto pubblicato in Gazzetta ufficiale : le ristrutturazione dei fabbricati col­piti da calamità naturali non sa­ranno più a carico dello Stato

Con i tagli del governo toccherà alle vittime pagare i danni delle case - Da quattro giorni è tutto pubblicato in Gazzetta ufficiale : le ristrutturazione dei fabbricati col­piti da calamità naturali non sa­ranno più a carico dello Stato. Sa­rà il privato a dover pagare i danni, stipulando polizze assicurative che comprendano anche il risarci­mento delle disgrazie, come pre­ve­de il nuovo decreto legge di rifor­ma della Protezione Civile, in vigo­re dal 17 maggio. Lo Stato non ha più il dovere di aiutare i suoi citta­dini se la natura si abbatte su un territorio. Gli abitanti delle provincie di Modena, Reggio Emilia, Ferrara, e delle zone più colpite dal terre­moto di ieri potrebbero essere gli ultimi cittadini danneggiati a non rischiare questa beffa. Il decreto prevede infatti «un regime transi­torio anche a fini sperimentali» e la necessità di emanare un regola­mento entro 90 giorni dalla pub­blicazione del testo, con agevola­zioni fiscali per chi si assicura con­tro le calamità. Ma il sisma che ha spaventato tutta l’Italia del Nord riapre la polemica, proprio per­ché è arrivato in coincidenza con la nuova norma che penalizza le vittime di eventi non calcolabili. E l’accenno alla sperimentazione per le polizze non salva invece le zone colpite da una possibile tas­sa sulle disgrazie da applicare alla benzina, prevista dallo stesso de­creto. «Se lo Stato non è più in gra­do di aiutare chi perde la casa in un terremoto - attacca l’Italia dei Valori con Stefano Pedica - Monti farebbe bene a non parlare più di equità. Chiedere oggi a un povero cittadino di stipulare una polizza per le catastrofi naturali è a dir po­co vergognoso». La Coldiretti calcola che 400mi­la forme di grana sono andate di­strutte dopo la grande scossa di sa­bato notte, e i danni,solo nell’agri­coltura, supererebbero già i 50 mi­lioni. E qui si apre una nuova que­stione: come pagare i danni in ge­nerale, non solo agli edifici dei pri­vati. L’Emilia potrebbe rischiare, questo sì, un aumento della benzi­na. È infatti questa la seconda novi­tà ( già utilizzata in passato) del de­creto numero 59 del 15 maggio ap­pena pubblicato, che già aveva scatenato polemiche nelle scorse settimane. La norma prevede che per le calamità si debba attingere al fondo di Protezione Civile, e che, se il denaro non dovesse ba­stare, si prelevino soldi dal fondo calamità impreviste. Proprio per ripianare le risorse prelevate, sia lo Stato che le Regioni hanno la fa­coltà di aumentare le accise sulla benzina per un massimo di 5 cent per litro. L’ipotesi non è improbabile, se si calcola che nel 2012 lo Stato ha destinato al fondo di Protezione Civile poco più di 100mila euro (115.403.419) e che è stato neces­sario ricorrere al fondo calamità impreviste in almeno tre occasio­ni. Al dipartimento guidato da Franco Gabrielli sono stati asse­gnati complessivamente per l’an­no in corso 1 miliardo e 670milio­ni di euro, ma la maggior parte di questi fondi sono destinati al «pa­gamento delle rate dei mutui» per le calamità passate. Lo scorso anno le risorse della protezione Civile non sono basta­te, e il fondo spese impreviste è sta­to ampiamente utilizzato. Anche per altre emergenze, soprattutto per l’immigrazione clandestina. Il fondo si è infatti prosciugato di 495 milioni di euro. Per l’alluvio­ne in Liguria lo Stato ha prelevato 65 milioni. È immaginabile quin­di che anche quest’anno i soldi della Protezione Civile non basti­no, si metta mano al fondo specia­le per le calamità, e si debba quin­di n­ecessariamente tassare la ben­zina, così come prevede il nuovo decreto del governo Monti. In un modo o nell’altro,saranno quindi i cittadini a dover sempre pagare per i danni provocati dalla natura.