Vittorio Feltri, il Giornale 21/5/2012, 21 maggio 2012
NON SI VIVE DI SOLO SPREAD
Altro che spread. Per questo pallido governo di tecnici ci sono ora ben altri problemi. Il terremoto notturno, con varie repliche diurne, epicentro nel Modenese, effetti devastanti a raggiera in Emilia e non solo, impone lo stato d’emergenza. Serviranno molti soldi per soccorrere e ricostruire. Servirebbe anche una Protezione civile decente che,invece,non c’èpiù, smantellata un paiod’anni fa a seguito di una campagna all’insegna del «crepi Guido Bertolaso con tutta la cricca».Risultato:non abbiamo più un’organizzazione efficiente in grado di intervenire in caso di bisogno. Se arriva una calamità naturale, e in Italia ne arrivano un paio l’anno, ciascuno pensi per sé, si arrangi come può, altrimenti pace amen. Si è visto a Genova, nella circostanza dell’alluvione. Nessuno ha mosso un dito per il semplice fatto che nessuno poteva muoverlo. Bertolaso, a dirla tutta, è stato sostituito. Ma la struttura non è più autonoma, non è autorizzata a spendere un euro se prima non inoltra precise richieste. E si sa come non funziona la nostra burocrazia: ci mette tre mesi a decidere di comprare una biro, figuriamoci se si tratta di dare una mano a migliaia di persone colpite da una sciagura.
Come farà Mario Monti a rimuovere gli ostacoli che impediscono di alleviare prontamente i disagi dei terremotati? Non li rimuoverà. Fortunatamente- si fa per dire - le scosse emiliane, pur essendo state della stessa intensità di quelle che rasero al suolo L’Aquila e dintorni, hanno trovato resistenza in costruzioni più solide rispetto a quelle abruzzesi, sbriciolatesi all’istante.Non è vero che tutto il mondo è paese. C’è paese e paese. Comunque i danni ci sono stati e si dovrà pur ripararli. Con quali fondi? La parola al premier.
Non bastasse questa grana enorme, riecco il terrorismo. Dopo l’attentato a Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo, gambizzato dagli anarchici nel capoluogo ligure, la bomba a Brindisi davanti a una scuola professionale, una ragazza morta bruciata, una sua compagna in gravi condizioni e vari feriti.
Stiamo tornando agli anni bui dello stragismo e del partito armato che si erge a giudice e decreta chi debba essere punito fisicamente? Non è dato sapere. Assistiamo sgomenti a fatti di sangue e ignoriamo l’identità di chi ci voglia morti o almeno azzoppati. E l’esecutivo dei professori che fa? Si occupa dello spread senza riuscire a controllarne le impennate. Si affanna a difendere l’euro a costo di massacrarci a bastonate fiscali.
Registriamo malinconicamente che i servizi segreti in pratica sono stati azzerati. Il loro ultimo capo di qualche spessore, Nicolò Pollari, accusato di ogni nefandezza al pari di Bertolaso, non è più in servizio e passa il suo tempo a schivare le saette che gli scagliano addosso i «nemici ». Avevamo un buon apparato di 007: lo hanno annientato. E ora chi contrasta il terrorismo che ha rialzato la testa cornuta? Chi indagherà per scoprire i bastardi che colpiscono alle spalle i cittadini per scopi inconfessabili? Chi si infiltrerà nelle bande di assassini per smascherarli e magari prevenirne gli attacchi? La Croce rossa? Le dame di San Vincenzo? I boy scout?
È noto. I partiti fanno pena e la politica si è rivelata ladra e incapace di svolgere il suo compito di rappresentanza e di guida, al punto d’aver ceduto armi e bagagli ai tecnici. Ma ci rendiamo conto che i poveri bocconiani rischiano di essere peggiori di coloro che hanno sostituito? Non sono attrezzati. Sono in balia del vento e anche di un semplice refolo. Vivono nel terrore di essere spodestati. Non conoscono la macchina dello Stato. Nella speranza di tagliare gli sprechi chiedono invano consigli a un manager reclutato in un’azienda privata. Sono bravi soltanto a inventare nuove tasse. Al resto non provvedono. Quando sono in difficoltà, vanno in chiesa a pregare. Forse salveranno l’anima ma non l’Italia, minacciata, oltre che dalla crisi economica, anche dai movimenti: terroristici e sismici. Già. Ci vorrebbe un governo.