Eleonora Barbieri, il Giornale 20/5/2012, 20 maggio 2012
Ora il bebè si aspetta in libreria e al cinema - In fondo ha solo scritto un libro. Anzi in fondo, ancora prima, era solo incinta
Ora il bebè si aspetta in libreria e al cinema - In fondo ha solo scritto un libro. Anzi in fondo, ancora prima, era solo incinta. Una come milioni di altre. Ma Heidi Murkoff non è soltanto una mamma: lo è stata trent’anni fa, quando è nata la sua prima figlia (ne ha due). Allora Heidi aveva 23 anni e non sapeva che fare, soprattutto non sapeva come scoprirlo: non c’era un libro che la soddisfasse, non un medico che rispondesse alle sue domande, e dire che viveva a New York, non nel deserto del Gobi. In ogni caso Heidi ci ha pensato da sola, nell’85 ha pubblicato What to expect when you’re expecting e da allora si è trasformata in altro: una mamma-guru. Il suo libro, Che cosa aspettarsi quando si aspetta èunbestseller mondiale (in Italia è pubblicato da Sperling & Kupfer) che è nella top list del New York Times da dieci anni. Fra quello e i volumi successivi, spinoff del genere, Heidi Murkoff ha venduto 35 milioni di copie in tutto il mondo, e ha conquistato Hollywood. Per dire: Jennifer Lopez sapeva chi fosse, quando le hanno chiesto di interpretare il film tratto dal suo libro, appena uscito negli Usa. Sarà che l’han letto tutte, o quasi: in America il novantatrè per cento delle donne che ha letto un libro durante la gravidanza, ha letto quello di Murkoff. JLo non ha fatto eccezione, pare, mentre aspettava i suoi due gemelli. Ma anche Cameron Diaz, una che con i bebè non si è mai fatta vedere molto in giro, ha messo in mostra un pancione (finto) per il film, il cui titolo è identico al libro: What to expect when you’re expecting , giusto per non sbagliare. Il Times ,che ha intervistato Murkoff proprio per l’uscita della pellicola, le ha chiesto: ma come si fa a fare un film da una guida sulla gravidanza?Pare che la stessa Murkoff trovi l’idea «bizzarra»,ma pare anche che glielo chiedessero da anni e lei, alla fine, ha accettato. Lei e il marito: Heidi Murkoff è un brand familiare, Erik ha lasciato il lavoro per stare dietro agli affari della moglie, ed è Erik che, oltre ad amarla da trent’anni, la trascina a letto ogni sera, in braccio, quando Heidi continua a chattare con le «sue mamme», le donne che le scrivono domande di ogni tipo e le chiedono consigli, ansiose e dubbiose come lei quando aveva 23 anni e non trovava nessuno. Heidi Murkoff dice di sé di essere «una mamma in missione», però non tutte sono produttrici di un film che costa 30 milioni di dollari e, per rispondere alla domanda, la sua «semplice» guida (al momento ci sono 17 milioni di copie in stampa nel mondo) al cinema è stata tradotta in cinque storie di mamme in attesa, fra cui appunto le due dive di Hollywood Jennifer Lopez e Cameron Diaz. Peraltro, Murkoff e famiglia abitano proprio da quelle parti, nella città degli angeli. Ma non basta. L’anno scorso Time ha inserito Heidi Murkoff fra le cento persone più influenti del pianeta (e se non lo è lei, che influenza milioni di mamme, che poi crescono milioni di figli...) il suo libro è diventato anche una app per iPhone in cui seguire passo passo la gravidanza,l’evoluzione del bambino e della pancia, e oltre al sito c’è una fondazione che aiuta le puerpere del terzo mondo. Heidi Murkoff è la prova che il baby business è qualcosa di molto serio: in mezzo secolo si è passati dai consigli delle nonne a migliaia di manuali che insegnano ad aspettare, partorire, allattare, crescere, far dormire, far mangiare, educare, perfino modellare i figli, ognuno secondo uno schema diverso se non opposto, e lo stesso discorso vale per le guide destinate alle mamme, che una volta erano decaloghi per essere maternamente perfette, mentre oggi esaltano l’imperfezione e spiegano soprattutto come restare donne normali, con i tacchi e i vestiti senza macchie di rigurgito. Secondo un’indagine di una ricercatrice inglese, Angela Davis, questa valanga di libri ha solo l’effetto di fare sentire le donne ancora più confuse e inadeguate. Heidi Murkoff spiega al Times che lei vorrebbe soltanto renderle più «calme e rilassate». Viene quasi da crederle, col suo libro e i milioni di copie a testimoniare che lei in fondo si sente solo una mamma (straricca), una che crede alla «famiglia», oltre che una grande sostenitrice dei papà: non c’è nulla che non sappiano fare bene quanto le mamme, dice. Tranne comprare libri quando si è incinta.