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 2012  maggio 20 Domenica calendario

Crisi di un Paese senza identità Le stragi e le coincidenze col ’92 - Siamo tornati indietro nel tem­po? Siamo tornati ai giorni del­le bombe della mafia nella gran­de Palermo, anche se qui siamo in una piccola Brindisi con una mafia lo­cale quasi in letargo, anche se la bom­ba era in realtà un sistema di bombo­le a gas messe in un cassonetto come camera di scoppio? Non è una signifi­cativa coincidenza che nell’anniver­sario della morte di Falcone e di sua moglie (e della scorta) in un attentato con telecomando, un altro attentato accada davanti a una scuola dedicata a Falcone e sua moglie Francesca Morvillo? Noi non siamo dietristi o complotti­sti ma un sospetto e un timore ci sono subito venuti subito in mente ieri quando è arrivata la gravissima noti­zia di Brindisi

Crisi di un Paese senza identità Le stragi e le coincidenze col ’92 - Siamo tornati indietro nel tem­po? Siamo tornati ai giorni del­le bombe della mafia nella gran­de Palermo, anche se qui siamo in una piccola Brindisi con una mafia lo­cale quasi in letargo, anche se la bom­ba era in realtà un sistema di bombo­le a gas messe in un cassonetto come camera di scoppio? Non è una signifi­cativa coincidenza che nell’anniver­sario della morte di Falcone e di sua moglie (e della scorta) in un attentato con telecomando, un altro attentato accada davanti a una scuola dedicata a Falcone e sua moglie Francesca Morvillo? Noi non siamo dietristi o complotti­sti ma un sospetto e un timore ci sono subito venuti subito in mente ieri quando è arrivata la gravissima noti­zia di Brindisi. Questo: il contesto in cui avviene questo orrendo e miste­rioso crimine presenta alcune affini­tà co­n il contesto politico e istituziona­le in cui si svolsero i tremendi attenta­ti mafiosi del 1992 e con gli attentati stessi, sia pure su una scala artigiana­le. Oggi come allora l’Italia si trova in una gravissima crisi politica, con par­titi esangui e incapaci di affrontare i problemi. In una situazione di vuoto e di supplenza. Oggi i grandi partiti so­no decapitati come furono decapitati altri partiti venti anni fa.Oggi l’eletto­rato sgomento e infuriato non va a vo­tare mentre i piccoli imprenditori si suicidano per debiti. Oggi come allo­ra le istituzioni scricchiolano e gli equilibri si sbilanciano. Naturalmente non si tratta della stessa situazione, ma il risultato è si­mile: dopo l’incertezza, la paura e la sfiducia si riaffaccia il terrorismo con il suo primo attentato e i suoi vecchi slogan. Venti anni fa avevamo di fron­te soltanto il terrorismo mafioso, oggi temiamo il terrorismo diffuso, un po’ anarchico e un po’ criminale. Forse queste considerazioni ci portano a ca­pire meglio la natura del delitto di ie­ri? Forse no, ma ci invitano a capire che certi gravi fatti non accadono al­l’improvviso senza un legame con il contesto in cui si svolgono, a meno che non siano opera di un singolo paz­zo. Speriamo che il governo ci stupisca con una veloce soluzione del caso, tanti auguri, ma dubitiamo, a meno che non si trovi il testimone miracolo­so che tutto ha visto e tutto racconta. Ma il testimone miracoloso è un per­sonaggio da film e non della realtà. Noi non sappiamo nulla sulla matri­ce dell’attentato in cui ieri una ragaz­za è morta e molte altre sono state feri­te, una in fin di vita. Ma sappiamo che quando le coincidenze abbondano vuol dire che non sono soltanto coin­cidenze. Ieri era il giorno della memo­ria per il ventennale dell’attentato di Capaci e la scuola colpita è intitolata a Giovanni Falcone e a sua moglie Fran­cesca Morvillo. È una coincidenza? Nell’attentato di Capaci fu usato per la prima volta un telecomando. A Brindisi l’ordigno era rudimentale, ma c’era il telecomando,come se fos­se­in un certo senso la citazione del te­lecomando. Coincidenza? Allora il Paese era inchiodato da una crisi poli­tica e istituzionale che si risolse prov­visoriamente proprio con l’attentato di Capaci che sbloccò la corsa al Quiri­nale incoronando Oscar Luigi Scalfa­ro. Oggi siamo alla vigilia della sca­denza del presidente Giorgio Napoli­tano e la crisi economica e politica è forse la più grave da quando esiste la Repubblica. Sarà anche questa una coincidenza, ma anche se venisse fuo­ri - e noi lo speriamo - che l’attentato anomalo è opera di un gruppo di paz­zi, resterebbe il fatto che viene esegui­to proprio oggi e proprio davanti a quella scuola intitolata ai coniugi Fal­cone. Possiamo sempre usare il termi­ne coincidenza, ma sta di fatto che l’esecuzione dell’attentato richiede secondo gli esperti più persone e dun­que l’azione di una banda di turpi as­sassini, ma non di stupidi che agisco­no senza alcun motivo. Il motivo c’è ma non lo sappiamo. Però esiste. An­che quando uccisero Falcone, la mo­gli­e e la scorta si disse che quell’atten­tato era anomalo, non rientrava nelle tradizioni di della mafia, anche per­ché Falcone ormai faceva il dirigente al ministero romano di Grazia e Giu­stizia. Quell’attentato era anomalo, questo di Brindisi sembra una sua ci­tazione. Il ministro degli Interni Cancellieri vuole vedere in campo uomini di in­telligence per una investigazione sofi­sticata. Intelligence significa agenti doppi, talpe da attivare. Se questi agenti doppi ci sono, allora possono parlare di intelligence . Ma ci sembra probabile. Temiamo che tutt’al più avremo un’operazione di polizia mol­to accurata. Servirebbe l’ intelligence , con le sue barbe finte, ma non ci sono più barbe finte: l’ intelligence in Italia è stata rasa al suolo. Prevediamo un prolungato brancolare nel buio. L’unica cosa certa è quella che dice­vamo all’inizio: un crimine mai visto prima e di una gravità terrificante - i nostri figli possono essere uccisi con delle bombe mentre entrano a scuola - avviene mentre si celebra un rito simbolico in memoria di Falcone e Morvillo in un Paese che non si rico­nosce più e che appare sempre più scollato dalla democrazia. Come nel 1992.