Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 21 Lunedì calendario

Perché un nuovo Scudo spaziale? - Sabato la Nato ha annunciato di aver condotto con successo il primo test per lo Scudo spaziale

Perché un nuovo Scudo spaziale? - Sabato la Nato ha annunciato di aver condotto con successo il primo test per lo Scudo spaziale. A che punto siamo? Il test condotto nel Mediterraneo ha dimostrato che è possibile intercettare un missile balistico con un missile anti-missile, in questo caso un Patriot. E soprattutto che la minaccia può essere scoperta, analizzata e neutralizzata in pochi minuti, attraverso un sistema complesso. Anche se i Patriot sono già ben sperimentati, questa è una novità! Ma lo Scudo spaziale non era legato alla Guerra fredda? Perché viene rispolverato? La Strategic Defense Initiative, nome ufficiale del progetto, è stata in effetti lanciata dal presidente americano Ronald Reagan il 23 marzo del 1983. Reagan, con il solito fiuto per il marketing, si appropriò subito del nomignolo che le avevano affibbiato i critici, «Star Wars», dal film di grande successo. La prima versione era più fantascientifica, basata soprattutto su un sistema di laser orbitanti che avrebbero dovuto distruggere i missili balistici nemici quando viaggiavano oltre l’atmosfera prima di ricadere sugli obiettivi. Nello spazio, appunto: da qui la definizione usata in Italia. Però le «Star Wars» non diventarono mai realtà. Perché? Vennero uccise prima di tutto dalla distensione fra Usa e Urss, dall’avvento di Mikhail Gorbaciov, nel 1985. E poi dal crollo stesso dell’Unione Sovietica. Ma c’erano anche limiti tecnologici e legali. Lo Scudo spaziale non è realizzabile, come dicono i suoi critici? Il critico più autorevole, il fisico Hans Bethe, sosteneva che i moderni missili strategici, che già allora potevano portare testate multiple e decine di finte testate per ingannare gli intercettori, erano impossibili da neutralizzare, se lanciati in massa. Altri scienziati espressero dubbi sulla portata dei laser. Poi c’erano i costi: i 40 miliardi spesi fra il 1983 e il 1993 risultarono briciole rispetto ai bisogni effettivi. Infine, l’Outer Space Treaty, firmato dagli Usa nel 1967, impediva di piazzare satelliti armati attorno alla Terra. Perché allora il progetto non è stato sepolto, specie dopo il collasso dell’Urss? Bill Clinton, successore di Reagan e George Bush senior, di fatto lo lasciò cadere nel dimenticatoio, asciugando progressivamente i finanziamenti. George Bush Junior, invece, ne fece uno dei cardini della sua dottrina strategica del XXI secolo, ma su basi geopolitiche e tecnologiche molto diverse. In che cosa è diverso lo Scudo spaziale di adesso? L’idea dei laser, che si sono evoluti più lentamente di quanto si pensava, è stata messa definitivamente da parte. Allo stesso tempo sono stati fatti passi da gigante nello sviluppo dei radar, dei missili intercettori e dei computer per l’elaborazione dei dati. L’idea, in sintesi, è di proteggere l’Europa e il Nord America con una cintura di missili, molto più potenti degli attuali Patriot (terrestri) e Aegis (navali), basati a terra e sulle navi. Un’altra cintura di radar dovrebbe consentire di individuare subito le minacce e distruggere i missili balistici sia quando viaggiano nell’atmosfera, appena lanciati, sia quando transitano nello spazio. L’Urss e la Guerra fredda non ci sono più: perché spendere tutti questi soldi? Le nuove minacce si legano alla dottrina Bush, che non è stata sconfessata del tutto dall’avversario democratico e attuale presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Il nuovo spauracchio sono gli «Stati canaglia», o dell’asse del male. Scomparso Saddam Hussein, restano in sostanza l’Iran degli ayatollah, con il suo controverso programma nucleare, e la Corea del Nord, che ha già testato una bomba atomica e dispone di rudimentali missili balistici. Non sembrano grandissime potenze. Ci potrebbero colpire? Pyongyang possiede missili a medio raggio, ma non è riuscita a svilupparne di intercontinentali. L’ultimo test è fallito miseramente il 13 maggio scorso. L’Iran dispone di centinaia di missili a medio raggio, per colpire eventualmente Israele. Tutte e due gli Stati stanno però lavorando per ottenere missili di maggiore portata. La Russia però protesta e punta i piedi. Perché? Fin dal 1983 considerava lo Scudo una rottura dell’equilibrio strategico delle grandi potenze. Equilibrio sancito dal Trattato anti Missili Balistici (Abm) del 1972, che limita anche i missili intercettori. In sintesi: se io ho una pistola ma anche tu ce l’hai, nessuno dei due attacca. Ma se tu hai una pistola e un giubbotto antiproiettile, e io ho solo la pistola, sono in inferiorità. L’equilibrio è rotto. Mosca teme così di essere declassata a potenza di secondo rango. Minaccia di schierare missili a corto raggio ai confini della Polonia, stracciando gli accordi dell’Abm. Oltre ai problemi tecnologici, Washington dovrà risolvere anche quelli diplomatici.