TONIA MASTROBUONI, La Stampa 21/5/2012, 21 maggio 2012
La Francia non vuole il falco Schäuble al vertice dell’Eurogruppo - Non sarà una partita facile
La Francia non vuole il falco Schäuble al vertice dell’Eurogruppo - Non sarà una partita facile. Nelle scorse settimane Wolfgang Schäuble aveva confermato la sua disponibilità a diventare il prossimo presidente dell’Eurogruppo. Un’ammissione giunta dopo due mesi di indiscrezioni sulla volontà di Angela Merkel di proiettarlo alla testa del consesso dei ministri delle Finanze dell’Eurozona per garantire una poltrona di peso alla Germania. Berlino ha dovuto notoriamente cedere la presidenza della Bce all’italiano Mario Draghi, nonostante fosse predestinata al tedesco Axel Weber che gettò la spugna a sei mesi dal passaggio del testimone, nella primavera del 2011. Da allora la cancelliera ha incassato la presidenza della Bei, dove è andato di recente Werner Hoyer. Ma comprensibilmente ambisce a conquistare per la Germania il delicato ruolo di coordinatore dei ministri delle Finanze in un momento cruciale per la sua creatura, il traballante «fiscal compact» picconato ormai da tutti, a cominciare dagli ex alleati francesi. Da ieri, però, stando a una notizia uscita sul settimanale Spiegel , la candidatura di Schäuble - l’unica semiufficialmente in pista, ad oggi deve fare i conti con un ostacolo: François Hollande. Il presidente francese si sarebbe messo di traverso facendo sapere che sarebbe molto difficile per Parigi accettare che il «falco» cristianodemocratico succeda a luglio al lussemburghese JeanClaude Juncker. Nel caso, riporta il settimanale, il tedesco dovrà lasciare il suo incarico governativo. È evidente che, se confermata, la trattativa sull’Eurogruppo rientrerebbe nel difficile negoziato in corso sul Fiscal compact e sulle misure pro-crescita che la cancelliera non sembra voler concedere facilmente e che non solo l’Europa ma anche la Casa Bianca stanno chiedendo a gran voce. Tuttavia, tornando alla partita della successione a Juncker, in particolare la richiesta di lasciare l’incarico da ministro non è affatto dovuta. In teoria i presidenti dell’Eurogruppo non devono rinunciare al loro incarico. Ma la pretesa di Hollande, se confermata, ricalcherebbe quella della Spd tedesca. Una settimana fa l’esperto di questioni finanziarie dei socialdemocratici tedeschi, Carsten Schneider, ha detto che «Schäuble deve scegliere». L’aut aut di Hollande e della Spd, tra l’altro, si scontrerrebbe, con la contrarietà del diretto interessato, che ha già detto di «non avere un’opinione positiva» sull’ipotesi di dover lasciare il suo incarico, nel caso di nomina alla presidenza dell’Eurogruppo. Paolo Guerrieri, economista del College of Europe di Bruges ed esperto di questioni europee ricorda che si tratterebbe di una nomina un po’ paradossale: «idealmente il presidente dell’Eurogruppo è una figura che deve mediare tra diverse posizioni in Europa e cercare compromessi mentre Schäuble rappresenta una posizione, addirittura la più forte, quella della Germania». Ma c’è un’altra scuola, nei corridoi di Bruxelles, che pensa invece che Schäuble sarà costretto dal ruolo ad ammorbidirsi e a portare la Germania su posizioni più dialoganti, se proiettato alla testa dei ministri economici dell’Eurozona.