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 2012  maggio 20 Domenica calendario

14-20 MAGGIO

Berlino, una bugia fatale per il leader dei Piraten «Ho commesso uno dei peccati più gravi per uno che si definisce un Pirata». Così il segretario del Piratenpartei di Berlino, Hartmut Semken, ha motivato le sue improvvise dimissioni. In quale imperdonabile errore sarà mai incappato? Semplice: una bugia. Semken ha mentito ai colleghi di partito, un peccato capitale in una formazione che ha fatto della trasparenza il suo cavallo di battaglia. Nei giorni scorsi i vertici dei Pirati berlinesi si sono riuniti a porte chiuse per discutere del futuro del segretario, che aveva spaccato la base, criticando quanti chiedevano di cacciare i neonazisti infiltrati nel partito. I presenti gli hanno rinnovato la fiducia. Al che Semken ha rotto la consegna del silenzio e, a seduta ancora in corso, ha scritto una mail a un giornalista di Spiegel online. «Il re non è morto e continua a rifiutarsi di dimettersi», il suo messaggio, che è finito prontamente sul sito più letto della Germania e ha scatenato forti proteste tra gli altri Pirati. La mail non l’ho spedita durante, ma dopo la fine dell’incontro, si è difeso Semken. Una bugia smascherata da Spiegel online. E così ora i Pirati a Berlino dovranno trovare un nuovo segretario, il terzo da quando sono entrati nel parlamento del Land, a settembre.

(Alessandro Alviani)

La Cina lancia i 100 giorni della «caccia ai clandestini» La municipalità di Pechino ha annunciato una «Cento giorni» per ripulire la capitale dagli stranieri che si macchiano di una delle «Tre illegalità»: entrare illegalmente nel Paese, risiedere illegalmente in città, lavorare illegalmente. Come nelle migliori campagne politiche, anche questa volta la polizia nazionale incoraggia alla delazione, e a denunciare stranieri «sospetti» di cui si è a conoscenza. Secondo molti osservatori, questa campagna (già stata portata avanti da Canton lo scorso anno) servirebbe a espellere quei clandestini che si macchiano di crimini che vanno dallo spaccio di droga alla prostituzione al traffico di persone. E che, secondo gli stessi esperti, sarebbero in primo luogo provenienti dall’Africa e dall’Asia. Ma per le derive xenofobe che si trovano sull’Internet cinese, la caccia è aperta alla «spazzatura occidentale», e l’anchorman televisivo Yang Rui si è lanciato in uno sproloquio anti-occidentale dicendo che è l’ora di espellere tutti questi disoccupati occidentali che vengono in Cina a rubare lavori, e sposano donne cinesi per poter portare avanti azioni di spionaggio contro la Cina. Online, circolano video di un russo e un inglese ubriachi e molesti, e il web si infiamma: via, via lo straniero (Ilaria Maria Sala)

Spogliarsi non paga sciopero al Crazy Horse Le ballerine del Crazy Horse hanno vinto. Di mestiere si svestono, ma stavolta hanno messo a nudo l’avarizia del celebre cabaret parigino. Due giorni di sciopero, martedì e mercoledì, e la direzione ha ceduto: ribadito l’aumento del 15% dello stipendio già previsto dal contratto nazionale, alle spogliarelliste sarà riconosciuto un integrativo che tenga conto del prestigio del locale. La delegata sindacale, Suzanne Durand, nome d’arte «Liv mee not», ha spiegato ai media che le bellissime lavorano 24 giorni al mese e due volte al giorno (tre al sabato) per duemila euro netti. Poi l’ha ribadito anche ai passanti dell’avenue Georges V. Benché le fanciulle fossero vestite, il sit-in è stato comunque un bello spettacolo. Commento di un turista americano alla radio: «Immagino che François Hollande sia estasiato dall’idea di risolvere questa vertenza». In realtà, non ce n’è stato bisogno. I proprietari (belgi) del cabaret fondato nel 1951 e affondato dallo sciopero sono venuti a miti consigli. La lotta dura senza paura delle maestranze più sexy del mondo ha trionfato e giovedì è andato regolarmente in scena «Feu», lo show griffato Christian Louboutin, quello delle scarpe. Adesso, oltre a indossarle, le sue creazioni le crazy girls potranno anche comprarsele.

(Alberto Mattioli)

Un reality sulla Corrida e la Spagna si divide Per la prima volta al mondo, TeleMadrid e Castilla La Mancia Tv, emittenti pubbliche delle due rispettive regioni, hanno lanciato «Quiero Ser Torero» (Voglio diventare torero), il primo «Grande Fratello» dedicato alla sanguinaria corrida. Condotto dalla ex matador Cristina Sanchéz, il reality vede in lizza 23 ragazzi che, provenienti dalle più prestigiose scuole di Tauromachia di Spagna, cercheranno di superare le prove, in una casa ad hoc in provincia di Guadalajara, per diventare protagonisti della sanguinaria «fiesta». Dopo quattro puntate il vincitore, infatti, debutterà nell’arena. Il talent show, vede come istruttori maestri come Espartaco, Joselito, Palomo Linares. E nella giuria spicca Paola Dominguín, figlia del compianto matador e di Lucia Bosé. I nemici della corrida sono insorti: «Condanniamo uno show in cui si torturano e uccidono i tori», critica il partito animalista Pacma. Le due tv sono però in mano al partito popolare del premier Rajoy, che ha sempre difeso la corrida «come bene di interesse culturale».

(Gian Antonio Orighi)