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 2012  maggio 20 Domenica calendario

Ecco le sette ricette dell’Europa - Costretti a rincorrere se stessi. Mercoledì prossimo, nella cena bruxellese per la crescita, i leader dell’Ue potrebbero essere colti da un senso di «deja vu» nello scoprire che le «azioni immediate per la crescita» sono quelle che promettono da almeno tre anni e non hanno fatto

Ecco le sette ricette dell’Europa - Costretti a rincorrere se stessi. Mercoledì prossimo, nella cena bruxellese per la crescita, i leader dell’Ue potrebbero essere colti da un senso di «deja vu» nello scoprire che le «azioni immediate per la crescita» sono quelle che promettono da almeno tre anni e non hanno fatto. «Non ci sono soluzioni miracolose», ammette Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio. Vero. «Anzitutto spingeremo perché si avanzi sulle proposte già intavolate», assicura il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso. La situazione è così vaporosa che il vertice potrebbe non avere conclusioni scritte. «Si pensa di delegare tutto a una dichiarazione di Van Rompuy», afferma una fonte. «Noi abbiamo la responsabilità - sottolinea Barroso - di trovare per la crescita soluzioni ambiziosi e fattibili». Ecco il menu della serata, con le cose già pronte e quelle possibili. Ricapitalizzare la Bei (Proposta del 2011). Con «almeno 10 miliardi» iniettati nella Banca degli investimenti si può fare leva per 180 nuovi miliardi di investimenti, soprattutto nelle piccole e e medie imprese. Dubbiosi o contrari i rigoristi, in testa la Germania. Project bond (Ottobre 2011). Il programma pilota che si vuole per giugno vale 230 milioni, che possono diventare 4,6 miliardi. Si tratta di sposare risorse pubbliche e private per obiettivi specifici: reti, trasporti, energia. I 27 raccolgono fondi e li spendono insieme. Costi bassi, idee condivise. Anche qui incertezze tedesche poichè è prodromo di debito comune. I collegamenti (Ottobre 2011). Un piano di investimenti della Commissione da 50 miliardi per le reti: si tratta di usare nella logica 2020 i fondi per lo sviluppo e le infrastrutture. Sarebbe alimentato da bilancio europeo e project bond. Tobin Tax E’ già sul tavolo, è stata proposta nel 2011. Grava sulle transazioni finanziarie. Può portare oltre 50 miliardi annui nelle casse pubbliche. Inglesi, olandesi e nordici contrari. Francia e Germania favorevoli. Italia cautamente per il sì. Stability Bond (2011). Ovvero, eurobond. Bruxelles ha tre formule per facilitare la mutualizzazione dei debiti sovrani e finanziare gli stati. Si riducono i costi di approvvigionamento dei finanziamenti, si afferma la linea federale. Italia e Francia favorevoli. Berlino resta però categoricamente contro. Difficile che cambi idea. Mercato interno Se tutta l’Ue recepisse la direttiva che accorcia i tempi di pagamenti alle imprese avrebbe l’1,8% di crescita in più. Sono 60 miliardi solo in Italia. Il problema è che aumenterebbe il debito, così si studia uno sistema di sconto per le finanze pubbliche. Ci sono poi norme in “stand by” sull’eliminazione dei colli di bottiglia, sopratutto nel settore trasporti. Si dovrebbe agire per ridurre il costo di accesso e le barriere ai mercati energetici (quello tedesco è il caso tipico). Andrebbe accelerata la strategia per il mercato unico digitale che vale 4% di maggiore pil di qui al 2020. Senza dimenticare l’eurobrevetto, nna banalità che gela la prospettiva di 4 milioni di nuovi posti in otto anni. Governo della moneta Ricapitalizzare le banche, stringere sulla finanza, costruire unsistema di amministrazione integrata dell’Eurozona. Continuando col rigore, magari in modo intelligente, la Commissione sarà flessibile nelle raccomandazioni del 30 maggio. C’è la regola che piace a Monti: non considerare gli investimenti pubblici virtuosi - in parte e per tre anni - ai fini del deficit. E c’è un ruolo della Bce più simile all’americana Fed auspicato da Parigi. Qui l’ostacolo tedesco pare insormontabile. A meno che le sconfitte elettorali non abbiano ammansito Frau Merkel.