Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 18 Venerdì calendario

Perché il calcio guarda a Est? - La Cina di Lippi, la Russia di Eto’o, l’India di Cannavaro (il progetto è solo rimandato)

Perché il calcio guarda a Est? - La Cina di Lippi, la Russia di Eto’o, l’India di Cannavaro (il progetto è solo rimandato). Il calcio che lascia l’Europa ora guarda ad Est. Ma a quando risalgono le prime trasvolate? Una volta c’era l’America. La stagione delle mete esotiche fu inaugurata a metà degli Anni 70, la rotta fu tracciata dai Cosmos di New York, che nel 1975 ingaggiarono niente di meno che Pelé. Lo seguirono il connazionale Carlos Alberto, i nostri Chinaglia e Wilson, l’idolo tedesco Beckenbauer e l’olandese Neeskens. C’è un comune denominatore nei lunghi viaggi di campioni e tecnici? Soldi e anzianità. In principio gli ingredienti erano quasi inseparabili: giocatori sul viale del tramonto che sfruttavano la propria popolarità e la prestavano (a suon di quattrini) ai vari progetti di rilancio del pallone nei mercati meno esplorati. Oggi il potere della moneta fa effetto anche prima dell’età pensionabile: dopotutto Eto’o è finito in Russia a soli 30 anni. Nell’Anzhi dell’oligarca Kerimov guadagna oltre 20 milioni di euro a stagione. Quali sono state le traversate più illustri dell’ultimo decennio? Prima del trasferimento di Eto’o fecero scalpore quelli di Batistuta in Qatar nel 2003 al Al-Arabi (stipendio da 8 milioni di dollari), di Beckham ai Los Angeles Galaxy nel 2005 (5,5 milioni di dollari all’anno e 250 mila magliette vendute prima della presentazione), di Henry nel 2010 ai New York Red Bulls (5,6 milioni per il francese) e di Cannavaro al Al-Ahli di Dubai, dove l’ex capitano dell’Italia ha guadagnato quasi 5 milioni di euro. Sempre a Dubai, dal 2011 Diego Armando Maradona è alla guida dell’Al Wasi: El Pibe ha ottenuto un contratto (appena rinnovato fino al 2013) da circa 4 milioni di dollari, più sponsor e jet privato. Quali altri connazionali abbiamo sparsi per il mondo? Luca Toni è all’Al-Nasr di Dubai; Domenico Criscito allo Zenit di San Pietroburgo, stesso club dove l’allenatore Luciano Spalletti ha conquistato lo scudetto per il secondo anno consecutivo; Zaccheroni è commissario tecnico del Giappone. Dopo Lippi, il prossimo potrebbe essere Del Piero, destinazione Usa. «Porto l’Italia in Cina», ha detto Marcello Lippi. Che campionato troverà l’ex ct azzurro? La Chinese Super League (l’equivalente della A) è un torneo a 16 squadre che inizia a marzo e termina a ottobre. Le prime tre squadre si qualificano per la Champions asiatica, le ultime due retrocedono. Il campionato è nato nel ’51 ed è divenuto professionistico nel ’94. L’attuale struttura ha preso forma nel 2004. Il modulo di gioco più diffuso è il 4-3-1-2, che in Italia è definito rombo. Il livello non può dirsi elevato. Quali sono le squadre più quotate in Cina? E i giocatori di spicco? Il club di Lippi, lo Guangzhou Evergrande, è detentore del titolo. Qui le stelle si chiamano Lucas Barrios, attaccante paraguaiano ingaggiato di recente dal Borussia Dortmund campione di Germania, e Dario Conca, centrocampista argentino acquistato lo scorso anno dal Fluminense per otto milioni di euro. Ne guadagna 26 all’anno. Tra le rivali più accreditate c’è lo Shanghai Shenhua, la squadra di Nicolas Anelka, che nel dicembre 2011 ha siglato un contratto da 10,6 milioni. Da tenere d’occhio il Tianjin Teda dove ha giocato Damiano Tommasi, oggi presidente dell’Assocalciatori. Tra i giocatori più apprezzati ci sono l’attaccante bosniaco Zlatan Muslimovic del Guizhou Renhe (con trascorsi in Italia) e il cinese Hao Junmin, centrocampista dello Shandong Luneng, vincitore della Coppa di Germania con lo Schalke 04 nel 2011. Altri obiettivi di grido cinesi? Il tecnico più corteggiato degli ultimi mesi è stato Fabio Capello, che dopo essersi svincolato dall’Inghilterra ha ricevuto diverse offerte dalla Cina. L’allenatore, per il momento, non è caduto in tentazione. Ci sarà un effetto-Lippi? Si vedrà. Intanto i cinesi si sono dati un altro obiettivo numero uno, un top player a tutti gli effetti: Didier Drogba. A Shanghai vorrebbero ricomporre con Anelka un’accoppiata da Chelsea, l’ivoriano è in scadenza di contratto e l’avventura a Londra potrebbe concludersi a breve. C’è da battere la concorrenza di mezzo mondo, mica male come sfida. A livello di immagine, ma non solo. Assieme alla Cina, quali sono le nuove frontiere del pallone? Il pallone oggi sembra attratto dall’Oriente. Dopo Eto’o la Russia piazzerà sicuramente altri colpi ad effetto, così come gli sceicchi non rinunceranno a far pesare il petrodollaro. Dubai resterà una metà buona per svernare ed incassare, mentre desta curiosità la destinazione India: la Premier League Soccer indiana è stata posticipata di un anno, a causa di problemi legati agli impianti. Fabio Cannavaro ha già un accordo con i Bengal Tuskers di Siliguri, il campione del mondo potrebbe trovarsi in compagnia di Crespo, Pires, Okocha, Fowler e Sorin. In calo invece l’appeal degli Usa: stelle, strisce e dollari, prima o poi, torneranno di moda. Con Del Piero, chissà...