GUIDO RUOTOLO, La Stampa 18/5/2012, 18 maggio 2012
Scorte e controlli arriva l’elenco dei nuovi bersagli - Moltiplicare le indagini investigative, rafforzare l’attività di informazione, di monitoraggio ravvicinato delle aree a rischio, rimodulare e razionalizzare l’impiego delle forze dell’ordine nella tutela e nella vigilanza degli obiettivi a rischio
Scorte e controlli arriva l’elenco dei nuovi bersagli - Moltiplicare le indagini investigative, rafforzare l’attività di informazione, di monitoraggio ravvicinato delle aree a rischio, rimodulare e razionalizzare l’impiego delle forze dell’ordine nella tutela e nella vigilanza degli obiettivi a rischio. E’ questo il piano varato dal Viminale contro l’offensiva dell’anarcoinsurrezionalismo, dopo l’agguato genovese contro l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, l’ingegnere Roberto Adinolfi. Complessivamente, ogni giorno saranno controllati dalle forze di polizia - con presidi fissi, vigilanze dinamiche e radiocollegate «14.000 obiettivi a rischio, con l’impiego di circa 18.000 unità. Mentre le personalità a rischio che sono sottoposte a scorta o a tutela sono 550, con servizi che impegnano oltre 2.000 operatori di polizia». Stiamo parlando del quadro generale dentro al quale si affronta l’emergenza dell’anarcoinsurrezionalismo. Individuati i possibili obiettivi della campagna terroristica proposta alle altre cellule dal nucleo «Olga» della Fai, la Federazione anarchica informale, l’intero sistema della vigilanza e della protezione è stata rimodulato, razionalizzato. Ma questa della protezione, appunto, è solo uno degli aspetti dell’iniziativa contro l’offensiva terroristica. La direttiva emersa con forza ieri mattina al Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza è stata quella di rafforzare le indagini investigative, che erano in corso prima dell’agguato insieme a quelle che sono partite dopo. E l’attività informativa di intelligence. Nel comunicato finale del Comitato presieduto dal ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e dal sottosegretario Carlo De Stefano e al quale hanno partecipato i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence, si accenna al contributo che verrà dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo. Il perno su cui si fonda il piano sono i prefetti delle singole città, ai quali spetterà individuare i nuovi obiettivi da vigilare. Nel comunicato finale si precisa l’impiego delle forze militari: «Fermo restando il contingente di 4.250 unità delle Forze armate, saranno utilizzate maggiori unità di militari necessarie a soddisfare le esigenze segnale dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza». Dunque, saranno i prefetti delle diverse città - Torino, Genova, Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Bari - a decidere gli obiettivi, le modalità di tutela e protezione, l’impiego delle forze di polizia o dei militari. Potrà anche succedere che un presidio di un obiettivo non venga più ritenuto necessario e dunque utilizzare quelle forze per le nuove incombenze. Naturalmente tutta l’operazione rimodulazione degli obiettivi da tutelare e delle forze da impiegare si basa sui possibili obiettivi indicati nel volantino di rivendicazione dell’agguato contro l’ingegnere Adinolfi. E, quindi, le aziende del gruppo Finmeccanica, gli obiettivi della Tav, le sedi di Equitalia o delle Agenzie delle Entrate. Di questo si è discusso al Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza: «Una particolare attenzione è stata infine rivolta durante i lavori del Comitato alla delicata attività del personale dei settori della Pubblica amministrazione che sono oggetto di contestazione anche violenta». Gli scontri di Napoli sotto la sede di Equitalia sono una conferma.