Dagospia 21/5/2012, 21 maggio 2012
1- QUELLO CHE NON HO: GLI ASCOLTI (E GLI INCASSI)! LO SHOW BY
FAZIO&SAVIANO CHIUDE IN ROSSO. E’ COSTATO 2,7 MILIONI, NE HA INCASSATI SOLO 1,2
Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"
Un negozio di scarpe può sopravvivere se incassa tanto denaro durante i saldi estivi e poi fatica a battere un paio di scontrini nei giorni normali? Piuttosto che niente meglio piuttosto, dicono i milanesi con l’accento giusto. La sbornia di ascolti di Quello che (non) ho, oltre il 12 per cento di share e quasi 3 milioni di telespettatori, è un bel segnale di vitalità per il negozio-La7. Peccato sia già finito.
ROBERTO SAVIANO E FABIO FAZIO IN _QUELLO CHE NON HOROBERTO SAVIANO E FABIO FAZIO IN _QUELLO CHE NON HO
Il risultato di Fabio Fazio e Roberto Saviano dimostra che La7 ha un pubblico potenziale che può insidiare Rai e Mediaset, e forse per questo motivo s’è concessa soltanto qualche scappatella sopra il per cento di share: un limite invalicabile che per anni ha sancito la sua inconsistenza e una voglia manifesta di non concorrenza.
Quello che (non) ho si può definire un pranzo regale per una televisione che, di solito, si nutre con l’indispensabile. Non soltanto per i costi sostenuti (2,7 milioni di euro) e la pubblicità ricavata (circa 1,2 milioni), che vanno contro la televisione del futuro più prossimo (quella economicamente sostenibile), ma perché quel programma è pensato con un modello preciso e non replicato spesso: l’evento.
Anche il caviale o l’aragosta, se esageriamo con le porzioni, possono provocare la gastrite e il vomito. Fra qualche settimana, o forse anche prima, avremo dimenticato le cantilene recitate dagli eccellenti ospiti di Fazio e Saviano. Ma non va rimosso l’esempio:
PAOLO RUFFINIPAOLO RUFFINI
l) non è vero che la televisione è vittima di abitudini e pigrizie, per cui il telecomando può dirottare lo spettatore verso canali anche poco frequentati (non sarebbe mai andato in onda Servizio Pubblico);
2) la notorietà dei conduttori richiama un pubblico numeroso, soprattutto se l’offerta alternativa è calmierata (leggi un Ballarò) oppure i restanti canali sono in stato comatoso da anni;
3) La7 ha viaggiato sempre schiacciando un po’ il freno e un po’ l’acceleratore, a volte lasciando la guida a qualcuno che voleva farla schiantare;
Fabio Fazio e Roberto SavianoFabio Fazio e Roberto Saviano
4) i dirigenti Rai che hanno rinunciato a Quello che (non) ho-che si potrebbe chiamare Vieni via con me - vanno licenziati immediatamente;
5) i prodotti di qualità hanno un prezzo elevato, e aiutano rafforzare un marchio, ma non possono reggere un palinsesto intero. Nemmeno il telegiornale di Enrico Mentana ci può riuscire seppur essenziale;
6) Telecom può ringraziare con affetto i dirigenti di viale Mazzini: Quello che (non) ho è una vetrina che farà quantomeno capire il valore potenziale di un terzo polo italiano. Con i discorsi industriali e finanziari, la recensione artistica di Quello che (non) ho c’entra quasi zero.
Giovanni StellaGiovanni Stella
Però, è quella che solletica di più le penne critici di professione. Non s’è vista una grossa novità, e questo elemento avrà rassicurato chi aveva apprezzato Vieni via con me ed è emigrato insieme con Fazio e Saviano a La7. Più che una televisione pedagogica, quelle che spesso vi citano per ricordare gli anni ’50-’60, Quello che (non) ho è un lavacro per i cattivi pensieri e le cattive persone. Un confessionale, un Grande Fratello senza Alessia Marcuzzi: ascoltiamo quello che avevamo ignorato, chiediamo perdono, e andiamo a dormire.
2- ANCHE LA "TV DI QUALITA’" DI FAZIO&SAVIANO USA I METODI COMMERCIALI PER GONFIARE LO SHARE: ARRIVARE A NOTTE FONDA.
Aldo Grasso per "Il Corriere della Sera"
E’ stata una fatica, ha commentato Roberto Saviano in conclusione del programma-happening "Quello che (non) ho", condotto con Fabio Fazio su La7. Dev’essere stata davvero una faticaccia riempire quasi dieci ore di programmazione, in tre prime serate consecutive, ognuna delle quali è durata più di tre ore, dalle nove a mezzanotte inoltrata.
fabio faziofabio fazio
Certo è che dalla "tv di qualità", dalla "tv intelligente", non ci si aspetterebbe il ricorso ai meccanismi più ovvi della televisione commerciale, quelli che consentono di "gonfiare" uno share del 10,78% (dato di prime time del martedì) per portarlo a uno del 12,29% (dato complessivo del martedì, comprendente i "picchi notturni" del 18%).
ROBERTO SAVIANOROBERTO SAVIANO
Specie se i break pubblicitari (quelli che abbassano il dato, ma ovviamente fanno guadagnare la rete) non sono moltissimi (solo 4, per meno di venti minuti sulle oltre tre ore). Ma anche questo si consente alla "tv di qualità" di Fazio & Saviano. Che alla fine avranno tirato le somme del loro (temporaneo) passaggio a La7: 2.869.000 spettatori complessivi, il 12,67% di share, che rappresenta un record e il dato migliore dell’anno per la rete.
Anche il pubblico di Fazio & Saviano è del tutto sui generis: picco sulla generazione dei cinquanta-sessantenni (15,75% di share), laureati (28,75% di share), con alti livelli socio-economici (24,69% di share). Soprattutto un pubblico tutto di Centro- Nord (quasi 15% in Piemonte, oltre 18% in Emilia Romagna), con il Sud di Saviano quasi indifferente.
Operazione riuscita? Dipende dai punti di vista. Per La7, una buona visibilità e tanti discorsi sui giornali, ma anche l’attitudine a ritagliarsi la nomea di «rete d’élite», di «rete snob», «per molti ma non per tutti». Grande successo, invece, per quella nicchia che si sente gratificata dalla «tv intelligente».