Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 20/05/2012, 20 maggio 2012
LA BERLINA DI NAPOLEONE E IL CULTO DELL’IMPERATORE
Mancano due anni al bicentenario della Battaglia di Waterloo. Nella cittadina del Brabante vallone, sono iniziati nei giorni scorsi i lavori per la costruzione di un nuovo museo sotterraneo di 6.000 metri quadrati. Si prevede un forte aumento del numero di visitatori nel 2015. Durante la campagna elettorale francese il generale De Gaulle è stato molto citato, a destra e a sinistra; ma non crede che anche il lascito di Napoleone rimanga straordinariamente moderno?
Piero Heinze, Bruxelles
Caro Heinze, io ne sono personalmente convinto, ma non credo che il ricordo di Napoleone sia ovunque lo stesso. In Gran Bretagna e nei Paesi di lingua inglese è ancora il nemico che osò minacciare il potere di Albione sugli oceani. In Russia è l’invasore che riuscì ad occupare, sia pure per breve tempo, la città santa dell’Impero zarista. Per la Spagna è il tiranno contro il quale il popolo seppe insorgere e combattere. Per la Germania è il simbolo di una nazione che ha spesso cercato di estendere la sua influenza dalle rive del Reno a quelle della Schelda e dell’Oder. Forse i Paesi più napoleonici sono la Francia e l’Italia: la prima perché Bonaparte soddisfò più di qualsiasi altro sovrano la sua smisurata voglia di gloria; la seconda perché l’imperatore apparteneva a una piccola gens corso-toscana e non smise mai, sino alla fine della sua vita, di bestemmiare in italiano.
Eppure esiste un dato comune che dimostra la grandezza di Napoleone. Tutti i Paesi dell’Europa (anche quelli che lo combatterono e lo odiarono) misurano le proprie virtù con criteri di giudizio ispirati dalle vicende nelle quali dovettero affrontare l’imperatore dei francesi. I due maggiori monumenti militari di Londra sono quelli dedicati a Nelson e a Wellington. Il primo sorge su un’alta colonna (poco meno di cinquanta metri) che domina una piazza intitolata al nome (Trafalgar) della sua grande vittoria navale. Il secondo, dedicato a Wellington, è il grande Achille di Hyde Park: un colosso di bronzo, alto sei metri, fuso con i cannoni strappati ai francesi sui campi di battaglia di Salamanca, Vitoria, Tolosa, Waterloo.
Non so come la Francia ricorderà l’imperatore nel duecentesimo anniversario di Waterloo. Ma ha già cominciato a farlo, con un certo anticipo, dedicando una mostra alla berlina di cui Napoleone si serviva per i suoi viaggi e per i suoi spostamenti sul campo di battaglia. È una carrozza, grande quanto una cabina di vagone-letto, in cui il passeggero poteva sedere o dormire, leggere o scrivere, conversare attraverso le finestre i con i generali a cavallo che gli si accostavano durante il viaggio, sollevare il tetto per avere una migliore vista della zona circostante. Nella carrozza vi era una piccola biblioteca, un guardaroba, un servizio di tavola, un servizio di toilette e il «tesoro», vale a dire le splendide decorazioni di cui l’imperatore era stato insignito e che portava con sé in ogni viaggio.
Tutto andò disperso quando la carrozza fu abbandonata e saccheggiata dai prussiani dopo la disfatta di Waterloo. Molti oggetti finirono sul mercato dell’antiquariato e andarono a impreziosire le raccolte napoleoniche di alcuni collezionisti, ma le decorazioni furono date al generale Blücher che ne fece dono al re di Prussia. Erano quindi a Berlino quando l’Armata Rossa conquistò la città nel maggio 1945, e di lì finirono a Mosca come trofeo di guerra. Oggi, per onorare la memoria di Napoleone, sono disposte, insieme ad altri oggetti, recuperati sul mercato o provenienti da collezioni private, nella sala del palazzo della Legion d’onore dove la carrozza è temporaneamente esposta. La Legion d’onore è un ordine cavalleresco istituito da Napoleone Bonaparte nel 1802, il palazzo è un tempio del culto napoleonico.
Sergio Romano