Aldo Grasso, Corriere della Sera 19/05/2012, 19 maggio 2012
«MISTERO» SFIDA IL BUON SENSO - A
volte ci sono delle incongruenze non previste che cambiano segno alla comunicazione. Stanno arrivando i primi caldi, così si spera, e si vede Jane Alexander tutta imbacuccata, con cappotto, sciarpa e berrettino, in missione speciale a Stonehenge, «il sito più misterioso del mondo».
A quel punto, scatta subito una strana sensazione: è il duecentesimo servizio su Stonehenge e, per di più, non pare neanche recentissimo (l’estate è alle porte e Jane non ha nemmeno aggiornato il guardaroba).
Val la pena di guardarlo? A guidare questa edizione di «Mistero» ci sono ben sei personaggi: la già citata Jane più Daniele Bossari, Marco Berry, Andrea Pinketts, Nicole Pelizzari e Paola Barale. Si presentano sul palcoscenico del Teatrino di Corte della Villa Reale di Monza, progettato nel 1806 da Luigi Canonica, un piccolo gioiello architettonico che rischiava di diventare una succursale leghista del governo. Fra i sei personaggi, il più simpatico è Andrea Pinketts che si avventura in ardite costruzioni sintattiche stupendamente prive di senso (Italia 1, giovedì, ore 21,15).
In verità, è il programma stesso a sfidare il buon senso, un po’ come fa «Voyager» di Giacobbo. La trasferta a Stonehenge (ma non si poteva usare materiale di repertorio?) serviva soltanto per fare un salto nei pressi del Lago di Garda e mostrare le rovine del Sercol di Nuvolera, la Stonehenge bresciana, «scoperta» dal desenzanese Armando Bellelli (storia degna di un film di Franco Piavoli).
A proposito di recitazione, Bossari e Berry ci introducono ai misteri del «fantasma di Sora Laura», una tizia che ancora oggi si aggirerebbe in un maniero di Città di Castello. La Sora Laura riceveva amanti e poi li buttava giù in un profondo trabocchetto irto di lame acuminate. Alcune comparse del posto mettono in scena il tutto, recitando meglio che in «Le tre rose di Eva».
Aldo Grasso