Giuliana Ferraino, Corriere della Sera 19/05/2012, 19 maggio 2012
«IL GREXIT? COSTA 225 MILIARDI» —
Quanto costerebbe il «Grexit» all’Europa? Ubs rifà i conti e aggiorna lo studio sulle conseguenza di un break-up dell’eurozona, pubblicato lo scorso settembre. La nuova analisi considera soltanto due ipotesi: la Grecia esce dall’eurozona, cioè il cosiddetto «Grexit» (crasi dall’inglese greek exit) oppure la Grecia resta dentro. In ogni caso il conto per i contribuenti europei sale, spiega il capo economista europeo della banca svizzera, Stephan Deo.
Se la Grecia non lasciasse l’euro, che rimane lo scenario dominate per Ubs, il costo sarebbe legato essenzialmente a un’altra ristrutturazione del debito greco, a questo punto giudicata inevitabile. Con un conto totale per i contribuenti europei di 60 miliardi.
Nell’eventualità dell’uscita dall’area euro, la capacità delle Grecia di ripagare il proprio debito sarebbe fortemente compromessa e il costo complessivo per i cittadini dell’eurozona, stima Ubs, aumenterebbe quasi di 4 volte, salendo a 225 miliardi. Parte della fattura sarebbe attribuibile alle perdite della Banca centrale europea, che in questo scenario consumerebbe l’intero capitale dell’Eurosistema, attualmente pari a 83 miliardi. Su questa base la Bce e le banche centrali nazionali dovrebbero essere ricapitalizzate.
Questi numeri tengono conto soltanto delle svalutazioni dei titoli del debito pubblico greco. Il rischio più grande è altrove, avverte Deo. Sta negli effetti secondari e, in particolare, nella potenziale fuga dei depositi dalle banche degli altri Paesi europei che il Grexit provocherebbe. E queste conseguenze sarebbero probabilmente ben più dolorose per i contribuenti europei. Per salvare le banche europee dovrebbe intervenire la Bce, ma una soluzione migliore, suggerisce Ubs, sarebbe una garanzia europea sui depositi. L’idea non è nuova, anche la Commissione europea l’anno scorso ci pensò, ma poi l’abbandonò per evitare che i contribuenti di Olanda o Germania, ad esempio, diventassero garanti dei depositi di Portogallo o Spagna.
Giuliana Ferraino