varie 20 mag 2012, 20 maggio 2012
Appunti da giornali e siti di oggi 20 maggio 2012. ## L’attentato a Brindisi davanti all’istituto femminile Morvillo Falcone
Appunti da giornali e siti di oggi 20 maggio 2012. ## L’attentato a Brindisi davanti all’istituto femminile Morvillo Falcone. • Nelle copertine di oggi non si parla d’altro. Tre bombole di gas sul muretto dell’edificio esplodono uccidendo una studentessa (Melissa Bassi, 16 anni) e ferendone gravemente tre. Movente incerto. Aperte tutte le piste. «Mi chiamo Melissa. Che succede?» Le sue ultime parole al medico. Melissa aveva un sogno, fare la stilista, infranto sull’asfalto di fronte alla scuola, prima del suono della campanella. Il Killer sarebbe stato ripreso da una telecamera. C’è un video con l’uomo che nasconde l’ordigno. La Licata su La Stampa parla di analogie con il 1993. Sotto torchio un ex militare, esperto di elettronica. La famiglia vendeva bombole - Il Tempo. (L’ex militare non è indagato) • Ritratto di Melissa. Melissa si è spenta tra le braccia del medico che l’ha soccorsa. Melissa Bassi da Mesagne, 16 anni, detta Trizza, treccia in salentino, per l’acconciatura da bimba delle sue chiome lunghe e vaporose. Melissa che sorrideva sempre, e sorrideva a tutti. Melissa dai capelli rossi e dalle efelidi sull’epidermide bianca come il latte, dagli occhi grandi e accesi, dalle ciglia lunghe come quelle di una bambola, dal viso grazioso e regolare. Melissa un po’ Pippi Calzelunghe e un po’ Jennifer Lopez, a cui sapeva di assomigliare un po’. Melissa che amava la musica, e la moda, e cantava, e digitava su Facebook, e sognava di fare la stilista ma studiava da assistente sociale, e faceva ciò che fanno tutte le altre, e come tutte le altre era viva, viva fino a ieri. Melissa che viveva in un piccolo e modesto appartamento della città a otto chilometri da Brindisi dov’è nata la Sacra Corona Unita, e mai avrebbe pensato che questo potesse riguardare la sua vita. Melissa figlia di Roberto, 48 anni, piccolo artigiano e piastrellista, e di Rita, 45 anni, casalinga e parrucchiera a tempo perso, alla quale era legata in maniera viscerale, e che non ha retto alla notizia, e si è sentita male, e l’hanno portata in ospedale. Melissa coccolata dai suoi come una principessa, e che giocava ancora come una bambina, e che portava da mangiare ai gatti. Melissa che era adorata dai suoi amici, e non andava in discoteca, e preferiva passare i pomeriggi nella villa, il punto di ritrovo del ragazzi di Mesagne. Melissa che si svegliava alle sei per arrivare in tempo in istituto, ed era tra le prime della classe. Melissa innamorata del suo Mario, il diciottenne che studiava alle scuole serali, col quale era fidanzata da sei mesi. Melissa che adorava Kate Perry, e la canzone Teenage dream. «We can dance until we die. We’ll be forever young», cantava a memoria. Senza sapere che, alla sua età, può capitare di morire per davvero. Prima ancora di aver cominciato a vivere. Non solo per amore. Marida Lombardo Pijola, Il Messaggero • "Non è impossibile che tutta l’organizzazione sia stata fatta da una persona sola". Sono le parole del procuratore capo di Brindisi Marco Dinapoli, durante la conferenza stampa. Potrebbe trattarsi, ha detto, di una persona arrabbiata col mondo. Quanto all’innesco, il procuratore ha sottolineato che l’ipotesi più probabile è quella di un meccanismo cosiddetto volumetrico e cioè che si attiva al passaggio di qualcuno, azionato a una distanza visiva con un telecomando. L’ordigno sarebbe stato dunque attivato in precedenza e si sarebbe innescato nel momento del passaggio delle prime ragazze. Chi ha usato il telecomando era a vista del cassonetto nel quale c’era l’ordigno, "a una distanza tale da poter vedere la scena senza correre il rischio di essere investito dall’esplosione". Il procuratore ha confermato che l’ipotesi di reato è strage, secondo l’articolo 422 del codice penale, e in ogni caso la Procura di Brindisi sta operando in piena collaborazione con la Procura Distrettuale Antimafia di Lecce. L’autopsia sul corpo della ragazza, disposta dal pubblico ministero Milto De Nozza sarà eseguita in giornata, domattina al più tardi. Gli inquirenti, che non escludono nessuna ipotesi, ritengono al momento improbabile la pista dell’attentato di matrice mafiosa riconducibile alla Scu, per ragioni che il procuratore capo della Dda Cataldo Motta aveva spiegato a chiare lettere: "Potrebbe non essere mafia - aveva detto - in un momento in cui le organizzazioni mafiose locali sono alla ricerca di un consenso sociale sarebbe un atto in controtendenza perché questo gesto sicuramente aliena ogni simpatia nei confronti di chi lo ha commesso". La carovana della legalità, capitanata da don Luigi Ciotti di Libera, che fra ieri e oggi aveva programmato due tappe nelle terre confiscate alla Scu comprese nel triangolo fra Brindisi-Tuturano-Mesagne, non arresta la propria marcia. Farà tappa oggi a Mesagne, alle dodici, prima a Mesagne e poi ancora a Brindisi, dove oggi e domani sono stati indetti due giorni di lutto cittadino. Il terzo giorno di lutto è previsto per la data, ancora da fissare, in cui saranno celebrati i funerali della piccola Melissa Bassi, vittima di un atto di "terrorismo puro", inteso, secondo le parole del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, "nel senso che è diretto a colpire persone innocenti e in maniera indiscriminata". Sonia Gioia, La Repubblica di Bari, 20 mag 2012 • Così crescono i "Nipotini di Riina". La Sacra Corona Unita che da sempre ha rapporti con le organizzazioni balcaniche e quindi può utilizzare tritolo e plastico perché dovrebbe usare una bomba così rudimentale? Il pentito Gaetano Costa dichiara addirittura che l’esplosivo per uccidere Paolo Borsellino fu dato a Cosa Nostra dalla Sacra Corona: allora, perché usare bombole del gas? Eppure questo non è sufficiente per escludere la Scu da questo attentato. Anche la ’ndrangheta, che possiede plastico e tritolo, quando si trattò di colpire la Procura Generale nel gennaio 2010 usò un esplosivo collegato a una bombola del gas facendolo esplodere alle 5 di mattina davanti al portone del tribunale di Reggio Calabria. La ’ndrangheta poteva fare molto di più, poteva far saltare in aria l’intera città, si disse in quelle ore. Ma ci sono alcune scelte precise che vengono affidate magari a livelli bassi, a ’ndrine minori, scelte autorizzate piuttosto che ordinate. E per colpire ci sono diverse declinazioni di attacco. In molti affermano in piena coscienza che è impossibile che si tratti di mafie, che se la Sacra cerca consensi bruciando bambine si autodistrugge. Altri rispondono che, anche se non fosse stata la Sacra, comunque in quelle terre non c’è foglia che non si muova senza un sì da parte dei criminali di Mesagne. Eppure è un caso che l’ordigno sia stato messo su un muretto all’entrata della scuola Morvillo Falcone? È un caso che sia esploso proprio di mattina? È un caso che, come ha notato lo scrittore pugliese Mario Desiati, arrivato sul posto, quella scuola sia un posto strategico, proprio vicino al Tribunale, e che proprio quella strada sia stata la via di comunicazione utilizzata per il contrabbando anni fa? Un errore marchiano? La Sacra Corona Unita è certamente la più sottovalutata delle organizzazioni, la quarta mafia, velocemente liquidata. Conflitti interni ce ne sono stati molti, al punto che si sono strutturate in modo distinto la Sacra Corona Libera e la Nuova Sacra Corona Unita, di cui parla il pentito Tafuro. Ma in fondo sono solo nuove sigle. Descrivono la stessa organizzazione con prassi diverse (affiliazioni di minori, decisioni prese in modo federale). A San Pietro Vernotico, nel Brindisino, c’era un gruppo chiamato dai media locali "i nipotini di Riina" proprio perché usavano una violenza sempre esagerata, ispirata appunto al boss di Corleone. Arroganti, violenti, senza freni: li descrive così anche Mara Chiarelli in La Sacra Corona Unita (Editori Internazionali Riuniti). Usano metodi violenti, simbolici come teste di coniglio mozzate. Due le inviano all’ex sindaco Rollo il giorno prima di un vertice sulla legalità. Con la collaborazione dell’ex boss Ercole Penna si sono comprese le dinamiche della nuova Scu. Lucio Annis, boss di San Pietro Vernotico, terra dei nipotini di Riina. Annis e i suoi potevano decidere da soli su tutto, dalle estorsioni agli omicidi, con l’unica condizione di pagare gli stipendi ai detenuti. Roberto Saviano, Repubblica ## Nozze a sorpresa. • Con un click ha cambiato il suo stato civile sul profilo Facebook: sposato. Così ha annunciato il suo matrimonio. Il 19 maggio 2011 Mark Zuckerberg ha sposato Priscilla Chan". • Mark Zuckerberg, ad Facebook, “Uomo dell’Anno” di Time nel 2010, ha sposato la sua fidanzata Priscilla Chan (9 anni di fidanzamento, dai tempi di Harvard), concludendo così la sua settimana storica: il compleanno lunedì (lo stesso giorno in cui Priscilla ha terminato gli studi di Medicina), lo sbarco in Borsa venerdì dell’azienda (38,23 dollari per azione) e infine il matrimonio con cerimonia celebrata a Palo Alto, nel giardino di casa Zuckerberg, 100 gli invitati che non sapevano nulla: pensavano di festeggiare la fine degli studi della Chan. Il SecoloXIX ## Il Tirreno di Livorno si occupa del G8 che lascia sola la Merkel. ## Curia nella bufera. Rimosso dal Pontefice il vescovo di Trapani mons. Miccichè. Gazzetta del Sud ## Il Ballotaggio di oggi. Barcellona sceglie il sindaco. - Gazzetta del Sud ## Caso Orlandi. Don Vergari si dice tranquillo, non ha nulla da nascondere. • In piazza Cinque Lune, all’interno del quadrilatero della basilica, per un certo periodo il ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro installò il suo quartier generale, uomini dei servizi segreti andavano e venivano. Rita Di Giovacchino, il Fatto 20.5.12 ## Ultima ora. Alle 4 di notte una forte scossa ha fatto sobbalzare Emilia Romagna, ma anche Lombardia e Veneto. Nel ferrarese 6 morti. • Un sisma di magnitudo 5,9 con epicentro a Finale Emilia è stato avvertito questa notte in tutto il centro nord. Una cinquantina i feriti accertati Un sisma di grado 5.9 della scala Richter ha colpito stanotte alle 4 e 04 il nord est d’Italia. L’epicentro è stato localizzato a Finale Emilia (Modena), a 36 chilometri a nord di Bologna, e a una profondità di dieci chilometri. La scossa è durata circa venti secondi ed è stata seguita da altre di assestamento. I comuni più colpiti risultano al momento Finale Emilia, Bondeno, Sant’Agostino, San Felice sul Panaro e Camposanto. Sei i morti accertati. Quattro le vittime in provincia di Ferrara, dove sono morti tre operai e un custode rimasti schiacciati sotto il crollo di alcuni capannoni industriali nella zona tra Sant’Agostino e Bondeno. Una delle vittime è un ventinovenne di origini marocchine, residente a Crevalcore, morto schiacciato sotto il crollo del tetto di un capannone. ll sisma è stato avvertito in maniera più forte in Emilia e nel Veneto. La scossa è stata avvertita anche a Milano e in altre zone della Lombardia. Fonti della Protezione civile hanno fatto sapere che si sta verificando il numero dei feriti, e secondo la prima stima provvisoria si tratterebbe di almeno una cinquantina di persone. Le squadre di ricerca e soccorso sono al lavoro. Dalle prime verifiche effettuate, nelle zone colpite dell’Emilia Romagna si registrano crolli diffusi di edifici storici e monumentali e di abitazioni rurali. Crolli parziali di edifici pubblici e privati. Ilfoglio.it • Chi pagherà la ricostruzione di capannoni, case ed edifici storici devastati nel cuore dell’Emilia? La settimana scorsa il governo ha varato un provvedimento molto significativo che, da quando sarà operativo, bloccherà gli stanziamenti della Protezione civile per la ricostruzione. Quindi, fuori dallo stato di emergenza (che deve essere proclamato dallo stesso esecutivo), ogni copertura sarà possibile solo previa assicurazione privata in caso di calamità. Libero.it • Protezione civile, con la riforma lo Stato non risarcirà più per le calamità naturali 18 mag 2012 In caso di terremoto, alluvione, o di ogni altra catastrofe naturale, lo Stato non pagherà più i danni ai cittadini. Il provvedimento - nero su bianco - è inserito nel decreto che riforma la Protezione Civile e nel quale, tra l’altro, viene confermata la ’tassa sulla disgrazia’, con un’unica differenza rispetto alle versioni precedenti: le Regioni non avranno più l’obbligo di alzare fino ad un massimo di cinque centesimi l’accise sulla benzina, ma avranno la facoltà di farlo. […] La durata dello stato d’emergenza, cioè il periodo in cui è lo Stato a farsi carico di tutte le spese, può essere di 60 giorni con un’unica proroga di altri 40. Una decisione presa per evitare che, come è accaduto decine di volte nel passato, gli stati d’emergenza durino anni. Ma cosa succede al centunesimo giorno? Sole24 • Il terremoto: forte scossa avvertita in Veneto attorno alle 4. Il movimento sussultorio è durato una ventina di secondi: molti si sono svegliati e son usciti di casa, altre due scosse prima nella Pianura Padana. La scossa è stata percepita distintamente anche a Milano e in altre zone della Lombardia. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la magnitudo della scossa sarebbe di 5,9 gradi della scala Richter, con epicentro nel Modenese e una profondità di 6,3 chilometri. La virulenza del fenomeno è paragonabile a quella che colpì L’Aquila nel 2009. Poche ore prima, all’1.13, un’altra scossa di terremoto di magnitudo 4,1 aveva interessato la Pianura Padana, nella zona tra Modena, Mantova, Ferrara e Rovigo. Secondo i rilievi dell’Ingv, il sisma ha avuto ipocentro a 6,2 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni modenesi di Finale Emilia e San Felice sul Panaro, e di quello mantovano di Sermide. Questa prima scossa era stata seguita, all’1.43, da una replica di magnitudo inferiore (2.2). Dalle verifiche effettuate dalla protezione civile e dalle informazioni raccolte finora dai vigili del fuoco del Veneto, non risultano al momento, fortunatamente, danni a persone o cose in territorio lagunare. Cinque eventi sismici nella provincia di Rovigo, il principale con epicentro a Occhiobello, dieci nel veronese con fulcro a Minerbe, uno nel padovano con epicentro a Este: questo sarebbe il bilancio attuale del riverbero in Veneto del sisma emiliano. Abbastanza tranquilla la situazione anche nelle province limitrofe: nel Rodigino un vecchio fienile e parte del tetto di una chiesa sono crollati a Ficarolo. A Rovigo, nella chiesa di Calto, dichiarata inagibile, c’é stato un crollo parziale del tetto, quella di Castelmassa è chiusa per crollo di intonaci, mentre la casa di cura dello stesso comune ha fessurazione in corso di verifica. A Gaiba (Rovigo) sono state registrate fessurazioni in case private, a Castagnaro (Verona) in una chiesa. Nel Padovano sono state segnalate cadute di alcuni cornicioni e di parte di intonaci di case, senza conseguenze per le persone. Moltissime le chiamate ai centralini del 115, di persone allarmate che chiedevano informazioni, ma non sono giunte segnalazioni di crolli importanti o conseguenze per la popolazione. VeneziaToday ## Suicidi economici. • Quando la polizia municipale gli ha impedito di vendere i panini con il suo furgone, lui è salito sino all’ultimo piano dei parcheggi della Fiumara. Poi si è arrampicato sul tetto minacciando di buttarsi giù. «Sono quindici anni che lotto per avere il permesso di occupazione pubblica, ho due figlie da mantenere» ha urlato dal quel tetto. A venti metri dal suolo. Mentre sotto di lui, la fiumana di persone si stava accalcando davanti agli ingressi del 105 Palace, pronta ad assistere al concerto di Tiziano Ferro. Giovanni Mamone, 47 anni, è uno dei “paninari” più famosi di Genova. Ha quel furgoncino grigio che di solito si ferma sotto la sopraelevata, in via Gramsci, oppure in piazza Dante. Quando ci sono i concerti, invece, raggiunge la rotonda della Fiumara, davanti al palazzetto. Così ha fatto anche ieri sera, prima che la polizia municipale gli bloccasse il mezzo perché sprovvisto di permesso d’occupazione del suolo pubblico. «Per questo ho deciso di salire là sopra. Perché non ce la faccio più ad andare avanti. Nessuno di noi ha quel permesso. In mano abbiamo solo la licenza che ci permette di vendere panini». Così spiega l’uomo. Dopo un’ora passata sul tetto del parcheggio del centro commerciale. «Ho Equitalia sulle spalle – rincara – non so come pagarla. Se non mi permettono nemmeno di lavorare sono finito». Un fiume in piena. Rabbia e preoccupazione. La decisione di arrampicarsi sino al tetto dell’edificio presa dopo che la polizia municipale, con un suo mezzo, ha impedito a Mamone di aprire il suo banco di panini ambulante. «Mi hanno controllato i documenti – racconta Mamone – e mancava il permesso di utilizzare parte del suolo pubblico. Quella, nonostante siano quindici anni che provo ad ottenerla, scrivendo a Prefettura, Comune e Regione, non l’ho mai avuta. Nemmeno i miei colleghi. Però c’è sempre stato un tacito accordo. Abbiamo sempre preso la multa, ma nessuno ci ha mai impedito di lavorare». Ieri è andata diversamente. I vigili hanno impedito, chiudendo il mezzo con un furgone di servizio, di aprire il banco. E per oltre un’ora, poi, hanno dovuto convincere l’uomo a scendere dall’edificio. Lui non ne voleva sapere, continuava ad urlare che non riesce ad andare avanti. E nonostante il traffico per il concerto di Tiziano Ferro, la folla di persone, sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco con un’autogru. «Devono spiegare a tutti noi come facciamo a vivere – ha proseguito Mamone -. Se ci viene lasciata una licenza per poter vendere panini con il furgone, è assurdo che poi ci venga impedito di farlo. Almeno ci spieghino come si fa ad ottenere i permessi per potersi piazzare in strada. Non possiamo morire di fame noi e le nostre famiglie». Poco prima dell’inizio del concerto, infine, l’uomo ha deciso di scendere da solo. Non accompagnato dai vigili del fuoco. «Non riesco più ad andare avanti così. Devo pagare i debiti delle multe. Non è possibile farlo lavorando, figuriamoci se non possiamo aprire nemmeno baracca». Un’ora con il fiato sospeso. La gente in coda per l’ingresso al Palazzetto tutta a guardare lassù. Quell’uomo che minacciava di farla finita. Il “paninaro”, adesso, verrà denunciato per procurato allarme. Nessuna sanzione, invece, nei confronti del suo furgone, che non ha potuto aprire per la vendita. «Che mi denuncino – ha detto ancora Mamone, prima di riprendere il suo mezzo – morire di fame o non poter far vivere la propria famiglia è sicuramente peggio». Il SecoloXIX