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 2012  maggio 18 Venerdì calendario

BOLT - Ben ritrovato, caro Bolt. Dopo il giallo (rientrato) di una stagione che non cominciava mai, l’ottimo 9’’82 di Kingston e il debutto europeo a Ostrava (venerdì prossimo), il 31 maggio sarà già tempo di Golden Gala

BOLT - Ben ritrovato, caro Bolt. Dopo il giallo (rientrato) di una stagione che non cominciava mai, l’ottimo 9’’82 di Kingston e il debutto europeo a Ostrava (venerdì prossimo), il 31 maggio sarà già tempo di Golden Gala. Qual è il suo ricordo più bello di Roma 2011? «Di sicuro la conferenza stampa di presentazione: mai vista tanta gente tutta insieme ascoltare quello che dico! Più giornalisti dell’anno scorso a Roma li ho visti solo all’Olimpiade e al Mondiale». Il piatto che le è rimasto nel cuore? «Be’, nessuno come voi italiani sa cucinare la pastasciutta. Come? Di ogni tipo, in ogni salsa». Quest’anno riuscirà a trovare il modo di svagarsi? «Non vengo a Roma per fare il turista ma nel 2011 ricordo una bella passeggiata in Piazza di Spagna». Adesso, a reato prescritto, può confessarlo: ammetta che non ha la più pallida idea di chi sia Pietro Mennea. (ride) «Certo che so chi è! Lo sapevo anche l’anno scorso, quando lo incontrai al Foro Italico. Sono sempre molto preparato, io!». C’è qualcuno in particolare che vorrebbe incontrare a Roma questa volta? «Oh sì: Francesco Totti». Perché, al di là della sua passione per il calcio? «Perché è un’opera d’arte italiana». Quale calciatore azzurro vorrebbe veder giocare nel Manchester United, la sua squadra preferita? «Ne vorrei vedere due: Alessandro Del Piero e Andrea Pirlo». Il Manchester United, però, è stato eliminato dalla Champions nella fase a gironi. E poi dall’Europa League. «Non ci volevo credere... Noi tifosi dei Red Devils ci aspettiamo sempre di arrivare alla finale di ogni torneo». Le piace la moda? «Ultimamente mi intrigano i completi eleganti. Gucci, soprattutto». Se decidesse di fare le vacanze in Italia, dove le piacerebbe andare? «Su qualche spiaggia di una delle vostre belle isole: uno dei miei progetti per il futuro è proprio rilassarmi, al mare, in Italia». Se lei avesse la bacchetta magica? «Attraverso la mia Fondazione, cerchiamo di portare un sorriso e l’educazione scolastica ai bambini meno fortunati: ecco, se ne avessi il potere vorrei che tutti i bambini del mondo avessero le stesse opportunità nella vita». Alla fine di questa stagione, sarà soddisfatto se... «Se difenderò tutti e tre i miei titoli olimpici con successo». Lei è l’atleta più atteso dei Giochi, i biglietti per la finale dei 100 metri sono esauriti da mesi. Questo la inorgoglisce o le mette una certa pressione addosso? «Pressione?! Non vedo l’ora di essere sui blocchi dei 100 metri a Londra: ci divertiremo!». Sta preparando qualche nuovo ballo o gesto celebrativo per l’occasione? «Non ancora, ma so che la gente si aspetta il mio show dopo la corsa, quindi dovrò mettermi a lavorarci presto...». Cosa teme di più a Londra: gli infortuni, i rivali scatenati (fin qui Blake 9’’84 e Gatlin 9’’87, più l’incognita Tyson Gay) o... lo starter (vedi squalifica al Mondiale di Daegu)? «Se starò bene fisicamente non avrò paura proprio di niente e di nessuno». Cosa le ha insegnato la falsa partenza nella finale dei 100 al Mondiale coreano? «Che sui blocchi ho bisogno di rilassarmi ed essere me stesso, nient’altro». Ha la sensazione che, passando il tempo, il suo corpo diventi più fragile e delicato? «Ho solo 25 anni: mi considera già vecchio?». Certo che no, però le incertezze che hanno preceduto il suo esordio in questa stagione hanno fatto temere il peggio. «Le incertezze forse le hanno avute gli altri, non io». Cosa preferisce collezionare: medaglie o record? «Le medaglie d’oro non mi stancano mai». Dove le tiene? Le capita di indossarle, ogni tanto? «Le tengo in banca, in una cassetta di sicurezza». Che altre discipline vorrebbe seguire all’Olimpiade se ne avrà l’occasione? «Basket e calcio». Qual è il tempo che sogna di correre nei 100 prima della fine della carriera? «Spero di abbassare di un bel po’ quei 9 secondi e 58 centesimi che al momento attuale rappresentano il record del mondo. Diciamo che 9’’40 nei 100 e 19’’ netti nei 200 non sarebbe malaccio. È ciò che la gente, e il mio coach, si aspettano da me. E a quel punto sfido chiunque a fare di meglio perché quei primati dureranno per molto, molto, molto tempo». Perché a Londra sarà così importante vincere con il record? «Perché se ci riuscirò diventerò una leggenda vivente». Gaia Piccardi