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 2012  maggio 19 Sabato calendario

Vita da cani Non mancano mai di accompagnarla. Se Elisabetta II appare, ci sono sempre anche loro. O di lì a poco si materializzano

Vita da cani Non mancano mai di accompagnarla. Se Elisabetta II appare, ci sono sempre anche loro. O di lì a poco si materializzano. Sono i Queen’s dogs. Parte integrante del fascino della longeva sovrana che a giugno festeggia i sessant’anni di regno. Non mancheranno certo di farle gli auguri anche i suoi amati corgis, la razza prediletta da Elisabetta. Scodinzolando e abbaiando scorteranno Ma’am (sta per Madam ed è l’appellativo con cui ci si rivolge a Sua Maestà se si ha l’occasione di scambiare con lei due battute davanti a una cup of tea) quando, la mattina del 5 giugno prossimo, lascerà Buckingham Palace. Lì saranno ancora ad accoglierla alla fine della lunga giornata quando scenderà da una delle tre carrozze su cui avrà aperto il corteo ufficiale per le vie di Londra, evento culmine dei festeggiamenti per il suo Diamond Jubilee. I segreti del cuoco. Il terzo giubileo per Elisabetta da quando, a 27 anni, le è stata posta sul capo la corona. Peso ingente sopportato anche grazie alla costante presenza al suo fianco dei più fidati amici, quelli veri, a quattro zampe. Certo la sua passione per i cavalli è nota. Ma il posto d’onore lo hanno i suoi cani. «Arduo immaginarla passeggiare attorno a Buckingham Palace o al castello di Windsor senza vederli trotterellare tra i suoi piedi», commentava su un tabloid un anziano cortigiano, pungolato in merito alla “relazione” tra Elisabetta e i royal dogs. Oggi a Palazzo sono sei quelli in carica. Tre corgis, Monty, Willow e Holly, in compagnia di Cider, Candy e Vulcan, tre dorgis, sorta di cugini dei primi: razza molto regale, nata dall’incrocio di un corgi con un bassotto tedesco, appartenuto alla principessa Margaret. «La Regina è devota a loro, perché sono parte integrante della sua esistenza», evidenzia Phil Dampier, giornalista e autore di What’s in the Queen’s handbag and other royal secrets. Tra i segreti ci sono anche usi e costumi di una vita da cani, molto speciale, con palazzi e castelli come cucce. In ognuno di questi è allestita un’apposita Corgi Room, dove si trovano ceste in vimini sollevate da terra in cui gli animali possono riposare; quando non passeggiano per saloni e corridoi, debitamente protetti da stuoie di carta per prevenire spiacevoli “incidenti” di percorso. Seguono una dieta alimentare invidiabile. Darren McGrady, chef della famiglia reale per 15 anni, si è sempre occupato anche del menu canino. E oggi, uscito da Palazzo, ne ha rivelato il rigido protocollo. «Ogni giorno il menu veniva appeso sul muro della cucina, perché fosse pubblico. Solo cibi freschi. Carne bollita tagliata a dadini e servita con cavolo e riso bianco anch’essi bolliti». Non mancavano poi le alternative. «Scelta tra pollo e fegato. Quando non venivano cucinati i conigli cacciati in campagna dai principini (all’epoca lo erano ancora, ndr) William ed Harry. Ogni animale debitamente pulito, disossato e cotto a puntino». Su qualità e freschezza del cibo Elisabetta è sempre stata molto intransigente. La scorsa estate trapelò dalle mura del castello di Balmoral, dove la sovrana trascorreva le vacanze, l’affaire della “pappa surgelata”, tanto da finire, come al solito, sui tabloid inglesi. Elisabetta scoprì che il pasto servito ai fedeli amici a quattro zampe era in realtà il pasto del giorno prima, congelato e poi riscaldato al momento. Cuochi di corte sotto accusa e sommossa popolare: venne colpevolizzato Mark Flanagan, lo chef in carica, non attento ai desiderata di Elisabetta; al contrario di ciò che faceva Lionel Mann, il suo predecessore. Non è un caso che la Regina si sia accorta della negligenza. Appena può nutre personalmente i suoi cani. Prepara il loro cibo e si inchina, l’unico caso, per porgere loro le scodelle in argento ricolme di pappa. In qualunque caso li vizia, come fa qualunque padrone, durante il breakfast o il tea time con biscotti e toast imburrati e resi più dolci da un velo di marmellata. Se Elisabetta si sposta, loro non mancano mai. Valletti e personale a disposizione per farli salire e scendere da limousine, aerei ed elicotteri. Task force da Oscar. Ci perdoni il Palazzo per l’azzardato parallelo, ma un “collega” di Her Majesty, Valentino. The Last Emperor, ha dedicato ampio spazio del suo fashion-docu-film dall’omonimo titolo proprio ai suoi amati carlini. Il rapporto dello stilista italiano con i suoi amici a quattro zampe è analogo a quello di Elisabetta con i royal dogs. Del resto tanto affetto dato ha il vantaggio, in questo caso, di essere sempre ricambiato. Forse perché non si tratta di esseri umani. Prove alla mano. Nel 1982 i corgis di Elisabetta, in versione task force, scortarono fuori da Buckingham Palace, con passo impavido, Michael Fagan: gli unici a proteggere la padrona dall’aggressione di questo trentenne squilibrato. Riuscito a superare tutti i sistemi di sorveglianza della reggia, Fagan all’alba si era introdotto nella camera da letto della Regina; con garbo Elisabetta conversò amabilmente con lui per oltre dieci minuti, in attesa che qualcuno del dissolto servizio di sicurezza arrivasse. Dall’episodio storico (dell’accaduto si scusò anche l’allora premier Margaret Thatcher), è stata tratta la sceneggiatura per un film tv di recente trasmesso da Sky Arts: protagonista il premio Oscar Emma Thompson (Elisabetta) e titolo particolarmente significativo, Walking the dogs. I cani fanno talmente parte integrante del mito di questa donna dalla fibra inossidabile (i suoi 86 anni Elisabetta li porta in maniera very smart) che ogni pellicola che la vede protagonista non può fare a meno della presenza sul set dei royal dogs. Quando nel 2006 Stephen Frears girò The Queen (Helen Mirren era Elisabetta), venne fatto un apposito casting (tra cani) per il ruolo dei corgis reali. Risultato? Cascata di Oscar. Attenzione. Tutti ricordano quello di Mirren come miglior attrice, meno noto è quello plurimo guadagnato da Anna, Poppy, Megan, Alice e Oliver. Ovvero, i cinque esemplari di corgis allevati da Liz Smith, vincitori dei Fido Awards al London Film Festival: per capirci, l’Oscar per i cani attori protagonisti sul grande schermo, da intendersi quelli a quattro zampe. Ci scherzò la stessa Mirren in un’intervista al Sunday’s Observer. «La loro vittoria mi rende orgogliosa. Forse più della mia. Sono animali divertentissimi. Dopo aver lavorato con loro capisco perché Elisabetta li ami così tanto da non separarsene mai». In un altro film da Oscar, Il discorso del re di Tom Hooper, molte delle scene mostrano l’inizio della “storia d’amore” tra Elisabetta (nella pellicola ancora bambina) e i suoi amici a quattro zampe. La si vede, con la sorella Margaret, giocare e stringersi amorevolmente al padre, il duca di York, poi Giorgio VI. Mentre il futuro sovrano inglese è ancora alle prese con il problema della sua balbuzie, nella realtà trova anche il tempo di accontentare le richieste di Lilibet, il vezzeggiativo di Elisabetta, e di Margaret. Le due sorelle trascorrevano molto tempo in compagnia dei figli del visconte Weymouth e il divertimento era assicurato dalla presenza del corgi dei compagni di gioco. Le due fanciulle si innamorano immediatamente del buffo animale e chiedono a papà di averne uno tutto per loro. Genealogia da favola. Nel 1933 ecco che Elisabetta stringe tra le braccia Dookie, il capostipite dei royal corgis, da cui discendono Monty, Willow e Holly, quelli attuali. Nella famiglia reale inglese, sin da tempi lontani, la passione per i cani è sempre stata forte: basti ricordare che Enrico VIII offrì ben 5 scellini dell’epoca a chi gli avesse riportato l’amato spaniel scomparso durante una battuta di caccia. Giorgio VI non sarà da meno. Decide di creare una vera e propria royal dog family dagli illustri pedigree. Tenta allora di accasare Dookie con Jane. Ma il matrimonio combinato non funziona. Jane si consolerà altrove con tale, blasonato, Tafferteffy: nel 1938 la nascita di Crackers e Carol conferma il successo dell’altra relazione. Nel 1944, tra i regali ricevuti da Lilibet per il suo diciottesimo compleanno anche il graditissimo arrivo di Susan: tre anni dopo accompagnerà Elisabetta e Filippo in luna di miele, non prima però di aver dato alla luce Sugar, poi tra i favoriti di Sua Maestà. La presenza di questi cani prima tra le mura di 145 Piccadilly, l’allora residenza della futura famiglia reale, e successivamente nei saloni di Buckingham Palace, scatena nel Regno una vera e propria “corgismania”: nel 1951, il censimento dei proprietari di cani su suolo britannico rivelava che quelli di corgis superavano di gran lunga quelli di wire fox terrier, altra amatissima razza. Quindici caratteristiche. Parentesi canina con ritratto di un corgi. Il welsh corgi pembroke (il nome per esteso della razza) nasce come cane da pastore, utilizzato per accudire le mandrie di mucche: per tenerle a bada, il simpaticone le morde nei garretti. Sarà forse questa country attitude contrapposta al rigore della corte ad aver sedotto Elisabetta? Sono circa una quindicina le caratteristiche in base alle quali viene valutato questo cane. E su tutte brillano: il buon carattere, l’intelligenza, la fedeltà e lo stretto legame che lo unisce al padrone. E non manca anche una bella leggenda per dargli quel che di mitologico. Ancor prima di Elisabetta i corgis erano i cani di un’altra regina, quella dei folletti: li usava come cavalcatura per attraversare i boschi durante la notte e combinare una bella dose di guai. Almeno così narra quest’antica favola raccontata dai pastori del Galles, terra di origine della razza. L’empatia tra Elisabetta e i suoi amici a quattro zampe è realmente forte. Qualcuno ha persino affermato che vada oltre l’affetto per i figli. Azzardato. Resta il fatto che nove anni fa l’aggressione mortale subita da Pharos, anch’egli uno dei discendenti di Dookie, ebbe una eco su tutti i giornali del mondo. Il “tragico episodio”, come lo definirono le agenzie di stampa, ebbe luogo a Natale a Sandringham, una delle residenze reali dove la famiglia passa le vacanze. La principessa Anna, secondogenita di Elisabetta, si presentò al castello per trascorrere un Happy Christmas accompagnata dai suoi bull terrier. Uno di questi, Dotty, si avventò su Pharos, corso fuori dal castello per fare, come la padrona, gli onori di casa. Letali le ferite riportate, tanto da doverlo abbattere per non farlo soffrire. L’aggressione si trasformò in un invito a nozze per i tabloid britannici: vollero persino ravvisare parallelismi tra l’accaduto e i rapporti tra Elisabetta e Anna. Ma per la Regina fu un vero trauma, tale da prostrarla per lungo tempo. Non ci sono però solo notizie tragiche. Anche altre più divertenti. Riguardano sempre i royal dogs, anche se non corgis; le razze di corte sono anche altre, dai labrador ai cocker spaniel. Questi ultimi molto cari a Catherine, duchessa di Cambridge, ovvero la bella Kate moglie di William. Passioni di una borghese. Quando Kate era ancora promessa sposa, il nipote di Elisabetta le regalò in occasione del suo compleanno un paio di antichi orecchini di perle. A questo punto interviene Otto, il cocker spaniel della futura duchessa. Sui tabloid scoppia lo “scandalo dell’orecchino”: il bel batuffolo si ingoia il gioiello; inizia una ridda di dichiarazioni e smentite pubblicate a livello internazionale; compresi i dettagli sui “perigliosi” tentativi di recupero del monile. Se è azzardato dire che Kate regni già sull’Inghilterra, come titolano da tempo le cover patinate dei magazine internazionali, sicuramente la fanciulla si sta muovendo molto bene. Seguendo i passi di The Queen e dei suoi Queen’s dogs. gbauzano@corriere.it