Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2012, 17 maggio 2012
Dal calcio alla tv ecco il mondo secondo The Queen – «Mio padre mi ha sempre avvertito che la gente ricorderà ogni mia parola»
Dal calcio alla tv ecco il mondo secondo The Queen – «Mio padre mi ha sempre avvertito che la gente ricorderà ogni mia parola». Non si sbagliava, Elisabetta II, quando fece questa affermazione, e per questo è sempre stata parca di dichiarazioni: al di fuori dei discorsi ufficiali, in pubblico Sua Maestà praticamente non apre mai bocca. In vita sua non ha mai dato un´intervista, men che meno una conferenza stampa. Non farà eccezione nemmeno per il Giubileo di Diamante, la lunga festa per i suoi sessant´anni di regno: anniversario che culmina il 3 giugno prossimo con la regata di mille imbarcazioni sul Tamigi, guidata dalla sovrana su una chiatta, seguita il giorno dopo da un grande concerto rock a Buckingham Palace. Il prologo è domani, al castello di Windsor, dove la regina riceverà a pranzo tutte le teste coronate del pianeta: dall´imperatore del Giappone al re di Spagna, dal sultano del Brunei al principe di Monaco, dai sovrani scandinavi a quelli mediorientali, senza dimenticare il re di Swaziland e il re di Tonga. Ma neppure in questo caso è previsto un suo incontro con la stampa. Per farla parlare, non resta che spulciare tra le rare battute che si lascia scappare qui e là: puntualmente annotate da cronisti e biografi, come preziose rivelazioni del suo pensiero. Il padre aveva ragione: non ci siamo scordati neanche una sua parola. Eccole. Infanzia. «Adoravo guardare la gente e le macchine che passavano sotto le finestre di Buckingham Palace. Sembravano tutti così occupati. Mi chiedevo cosa facessero, dove andassero e come fosse la vita là fuori». Ambizioni. «Se non diventassi regina, mi piacerebbe vivere in campagna con un sacco di cani e cavalli». Fuga. «Una volta, a 19 anni, sono uscita da palazzo reale con mia sorella Margaret e ci siamo mescolate alla folla. Eravamo terrificate all´idea di essere riconosciute, mi sono tirata il cappellino sugli occhi e abbiamo camminato a testa bassa fino a Whitehall, emozionate e felici». La vittoria del 1945. «Ho scritto sul mio diario: Trafalgar Square, Piccadilly, Pall Mall, camminato per miglia. Visti i genitori sul balcone di palazzo a mezzanotte e mezza, rientrata, mangiato, fatto festa, a letto alle 3 del mattino». Ascesa al trono. «Non ho avuto un apprendistato. Mio padre è morto troppo giovane e così all´improvviso. Bisogna accettare che è il tuo destino, maturare poco per volta nella parte, capire che la continuità è importante. E che è un lavoro a vita». Successo. «Puoi realizzare molto, se vieni bene addestrato, e io spero di esserlo stata». Popolarità. «I governi possono misurare il loro consenso alle urne. Per noi non è così semplice». Famiglia. «Come nelle migliori famiglie, anche noi abbiamo le nostre eccentricità, i nostri bisticci e i nostri giovani impetuosi». Comicità. «A casa nostra nessuno fa le imitazioni come me». Faccia. «Ho il tipo di viso che, se non sorrido, sembro arrabbiata». Dieta. «Per colazione mi piacciono le uova». Salute. «Sono figlia di mia madre (morta a 101 anni, ndr)». Doveri cerimoniali. «Qualche volta preferirei essere all´aria aperta». Filippo. «È sempre stato il mio punto di appoggio». Divorzi. «Non possiamo avere dubbi che separazioni e divorzi sono causa di dolore». Calcio. «È un business difficile, pieno di primedonne, ma è un gioco meraviglioso». Ritratti. «È piacevole stare lì seduti, zitti e immobili, per ore, davanti al pittore. È come essere occupati a far niente». Televisione. «Faccio una gran fatica a orientarmi con il telecomando. Ci sono troppe frecce». Pensione. «Io non faccio un mestiere da cui ci si può dimettere».