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 2012  maggio 16 Mercoledì calendario

Si dimette il sottosegretario alla Giustizia – ROMA - Trascorrono due minuti dalla pubblicazione della notizia dell´iscrizione nel registro degli indagati del sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini e quella delle sue dimissioni, sulle agenzie di stampa

Si dimette il sottosegretario alla Giustizia – ROMA - Trascorrono due minuti dalla pubblicazione della notizia dell´iscrizione nel registro degli indagati del sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini e quella delle sue dimissioni, sulle agenzie di stampa. A Palazzo Chigi raccontano che non è stata necessaria alcuna sollecitazione, né da parte del presidente del Consiglio Monti, né del Guardasigilli Paola Severino (raggiunta dalla notizia durante la visita negli Usa), per condurlo alla scelta. «Obbligata», lasciano filtrare, per un governo che ha fatto del rigore (anche morale) uno dei suoi brand. Per non dire della lotta all´evasione: su di lui pende ora l´accusa di frode fiscale. «Ho piena fiducia nell´operato della magistratura e ritengo di potere chiarire ogni aspetto che mi riguarda - scrive per annunciare le dimissioni irrevocabili - Ritengo però che la situazione che si è creata sia oggettivamente incompatibile con la funzione di sottosegretario alla Giustizia: non voglio pregiudicare il governo». È il secondo forfait, dopo Carlo Malinconico. Avvocato (dal 2001 fondatore dello studio romano Astone&Zoppini), tra i paperoni al governo (dichiara 1,5 milioni), 46 anni ma dalla carriera lampo (professore ordinario alla facoltà di Giurisprudenza, Roma Tre, dal ´99: a 33 anni), master prestigiosi (Cambridge, Yale, New York), big sponsor politici trasversali (dal Letta Gianni al Letta Enrico), consigliere dei governi Prodi e Berlusconi, pubblicazioni autorevoli (sulle authority con il figlio del presidente Napolitano, Giulio): il rampante Zoppini inciampa su una delle sue ricche consulenze. Iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Verbania, gli è stato notificato un avviso di garanzia e un invito a comparire per frode fiscale e dichiarazione fraudolenta. I fatti risalgono a un paio d´anni fa e la consulenza in questione è stata fornita agli imprenditori della società Giacomini (rubinetti e impianti di raffreddamento). Zoppini avrebbe aiutato i titolari a realizzare una frode fiscale internazionale, ottenendo - è la tesi dei magistrati - compensi in denaro, in nero e su conti esteri. Due giorni fa la svolta nell´inchiesta con l´arresto dei titolari, i fratelli Corrado ed Elena Giacomini. Il 6 novembre scorso, degli strani colpi di pistola contro il primo avevano dato la stura alle indagini dei carabinieri. Da lì la scoperta di movimenti sospetti di denaro. Il ministro Severino esprime «fiducia» nel salutarlo. Pier Ferdinando Casini lo chiama per esprimergli «apprezzamento per la sensibilità istituzionale». A metà gennaio si era aperto un piccolo caso quando l´allora sottosegretario aveva presentato un emendamento sull´astruso «computo delle azioni proprie nelle deliberazioni societarie». Roba da addetti ai lavori. Salvo poi scoprire che la norma sarebbe stata applicata solo a uno dei due rami d´azienda della Salini, colosso mondiale delle costruzioni (l´ex forzista Luisa Todini nel cda). Zoppini ritira il testo. Resta invece nel collegio arbitrale chiamato a dirimere la controversia milionaria tra il Gruppo Ferrovie e un consorzio guidato dalla Fiat per l´alta velocità Novara-Milano. L´Idv lo accusa di conflitto di interessi. Il sottosegretario resiste. Fino a ieri.